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LIFE GOES ON. Le cose che non mi devi dire, la panza, la scelta della clinica, l'osteopata e altre avventure.

Da Nina
Mi rendo conto che sono sparita, dal blog intendo. Sono passate 2 settimane da quando ho postato l'ultima volta, se si esclude la conchiglia della scorsa settimana. Non mi era mai capitato così, ma d'altra parte non avevo mai vissuto un'esperienza altrettanto totalizzante e coinvolgente come quella che sto avendo la fortuna di vivere.  Sospettavo che fosse così, lo intuivo, ma ora ne ho davvero la conferma e va oltre la mia immaginazione. Non posso far altro che assecondare la mia nuova natura, seguirne le evoluzioni e i cambiamenti, sperando di non perdervi lungo il cammino, sperando nella vostra comprensione e pazienza. La mia vita va avanti, procede e continua ad assomigliare a un sogno, il più bello. Voglio raccontarvi gli ultimi avvenimenti, aggiornarvi su quel che sto vivendo in questi giorni.
Ho concluso la 29esima settimana, che significa che sono entrata nella 30esima, ovvero sono nel 7° mese inoltrato, visto che alla 30+5 si entra nell' 8° (cioè la prossima settimana per me). Oddio cioè fermi tutti. Bbbboni. Ho realizzato solo ora mentre sto scrivendo, mentre faccio i conti e controllo il calendario: sto per finire il 7° mese e la prossima settimana entrerò nell' 8°! Ma che daveeeeero! Ehm, pare proprio di si, sono proprio io quella che sta per partorire. Ecco a proposito del parto sono 'partite' anche le paure e le ansie, che non vi sto ad elencare. Dico solo che se prima era un evento talmente remoto da non toccarmi (succedeva alle altre, mica a me, io ce l'ho dentro e sta bene qui dov'è), ora sto prendendo pian piano consapevolezza che dovrò farlo uscire a breve e la cosa mi terrorizza un poco. ecco. Nulla di esasperato e incontrollabile, però ci penso spesso e cerco rassicurazioni in giro. Invece quel che trovo è altro, perché troppo spesso vengo a contatto con racconti che orecchio umano non dovrebbe MAI udire, soprattutto orecchio di donna farcita. Pare essere uno degli sport preferiti delle mamme quello di terrorizzare le pancione coi racconti dei loro parti. Non lo fanno con intenzione e cognizione (almeno spero), forse hanno dimenticato come si sentivano prima, ma l'effetto finale poi è quello. In genere si parte con le domande di rito:  - A che mese sei? - - Quando finisci il tempo? -  - Dove partorirai? - E poi, subito dopo, tu sparisci, diventi invisibile, non conti più nulla, potresti essere anche un cane capitato per caso lì o un palo della luce. Ecco che, come per magia, parte il film del loro parto. Tutto quello che non vorresti sapere o sentire ti si srotola davanti, come un lungometraggio dell'orrore. Le orecchie ti sanguinano e implori pietà, lasciatemi sognare ancora un po', ve ne prego, non rubatemi l'ingenuità. Ma loro continuano, prodighe di dettagli raccapriccianti, meticolose nell'elencarti gli accadimenti nel loro preciso ordine cronologico, con una scansione maniacale delle ore che dal travaglio hanno portato poi all'espulsione finale. Lì tiri un sospiro di sollievo, come quando nel finale di un film ti accorgi che il protagonista vivrà. La maggior parte di questi racconti termina con questa frase, almeno nella mia esperienza:  - Dopo tot ore di travaglio - non voglio neanche scrivere quante perché è disumano - mi hanno fatto un cesareo d'urgenza -  E io non oso chiedere, mi lasciano addosso questa idea che partorire è pericoloso, ma preferisco sorvolare perché ho paura di sapere i motivi reali, ho paura del seguito. Ma non lo fanno apposta, davvero (almeno credo).
Panza cresce, cresce, cresce. Panza è un mappamondo animato. Panza suscita lo stupore e la meraviglia dei passanti, che si intrattengono volentieri in chiacchiere e commenti non richiesti su di lei. Cose del tipo: - Ma è eeeenormeeee! - - Ma a che mese sei? Ormai ci siamo quasi eheee! - - Oddio come è graaaaande, stai lì lì vero? - No, non sto lì lì per niente, non sto per partorire qui sulla strada, mi mancano più di 2 mesi ecco e non è carino usare parole così esplcite per rivolgersi alla mia Panza. Enorme a chi? E' nella norma, me l'ha detto l'ostetrica ecco. Tiè. Poi arriva sempre quel momento lì, quello topico, il più sgradevole di tutti. Quello in cui ti chiederanno con disinvoltura, manco stessimo parlando della scelta del luogo di vacanza: - Quanti chili hai preso? -  Ma secondo voi si fa? Cioè è davvero considerato educato e bon ton rivolgere una domanda così intima e personale a una donna incinta? Voglio dire è evidente che mi sono ingrassata, c'è da dirlo? No, perché immagino si veda. Allora fatti i cazzi tuoi e non infierire no? Però se dopo la confessione in risposta ricevo un complimento, posso anche perdonare, se, diversamente, l'interlocutore alza le sopracciglia e non proferisce parola beh, questo mi fa incazzare di brutto brutto. Perché lo so cosa stai pensando amico mio e non mi piace affatto. Regolati che se ti tiro un destro adesso, col mio dolce peso, posso anche stenderti sul colpo. Non ci avevi pensato eheeeee. In tal proposito sto istruendo le mie amichette. Quando una donna incinta ha i 5 minuti di sconforto in cui ti confessa di sentirsi una tanica, una botte, un cotechino, non serve e non aiuta prospettarle la soluzione dopo il parto (vedi acquagym, corsette, e compagnia bella). Ciò che invece risulta davvero utile, per il suo umore e per la tua vita - è scientificamente provato - è negare l'evidenza. Non devi offrirle la soluzione, ma negare il problema.
Il Pivellino è un terremoto, non manca di comunicare i suoi gusti e le sue preferenze. Il suo gioco preferito è 'Spostare il libro di mamma, mentre legge poggiandolo sulla MIA Pancia'. Perché ormai è assodato, è SUA.  Si mette lì, punta i piedi per protesta e spinge spinge spinge, fino a che io cambio zona e se non gli va a genio neanche questa allora col culetto spinge e spinge fino a che cambio proprio posizione. Dio se mi fa ridere!  Si eccita quando mangio la frutta o quando il papà mi massaggia e carezza la pancia. Penso che le endorfine gli arrivino dritte dritte e così esprime il suo tasso di godimento con stiramenti che in genere sono proporzionali al mio livello di piacere. Diciamo che ama partecipare alle varie attività che svolgo, si fa sentire insomma, dice la sua. Si, anche quando proviamo a fare l'amore, ma in quei momenti, diciamocelo, io preferirei di gran lunga che si facesse i fatti suoi, perché la presenza del pupo mi ammazza l'eros, così non è facile per niente. E infatti poi l'intimità si rompe, non c'è verso di andare avanti e ignoralo. Come si fa così? Non si fa e amen.
Sono ricominciati i fastidi fisici, quelli che te li tieni e zitta perché fanno parte del pacchetto. E chi si lamenta. Però ho scoperto, o meglio l'ostetrica mi ha svelato, che esiste una figura professionale che in questi casi può avere un ruolo fondamentale, taumaturgico, oserei dire anche magico: l'Osteopata. E' già il secondo trattamento in due settimane e devo dire che 'benefico' è una parola che si avvicina in modo vago all'effetto che ha su di me. E' una svolta, mi rimette al mondo. Entro lì che sono chiusa su me stessa per il peso della Panza, perché nell'ordine mi succede da un mesetto che: respiro male e a fatica (diaframma mio dove sei finito?), rantolo dopo essermi infilata i pantaloni, manco avessi fatto la maratona, ho l'acidità di stomaco, sono gonfia perché al bagno...lasciamo stare... Spesso ho principi di mancamento al limite dello svenimento (sempre per il fiato corto e per stomaco e intestino che schiacciano la vena cava), la mattina in particolar modo e ho una gamba, la destra, offesa da tempo, che la notte non mi dà tregua e tira, contratta e tesa. Soffro di narcolessia postprandiale. Sono preda di ansie e timori di vario genere, che non aiutano certo ad alzare il livello di benessere. Mi pare basta. Ma quando esco dalla seduta con lei, sono un'altra: un fiorellino di campo, una farfallina, svolazzo leggera per l'aere e nulla mi tocca. In grazia di dio, in pace col mondo. Rilassata, distesa, imperturbabile. Mi apre le costole e il diaframma, il bacino, le spalle. Mi manipola muscoli, ossa e viscere (compatibilmente con il mio stato interessante), allevia i dolori alla schiena, all'osso sacro, al bacino. C'è tutto un trattamento specifico di preparazione al parto di cui non conosceva l'esistenza. E, valore aggiunto, mi tranquillizza raccontandomi cose sul travaglio e il parto che mi fanno sentire che si, si può fare eccome! Mi dà un sacco di consigli utili su posizioni e su esercizi da fare per rafforzare il pavimento pelvico, mi mostra i massaggi che poi la sera posso farmi fare da Lui.  Ma soprattutto mi ripete una cosa che già solo per quello vale il viaggio fin lì e i soldi che spendo. Mi dice, ogni volta, che grazie al mio bacino aperto e mobile io 'Avrò un parto meraviglioso!'  Ah si, sono queste le cose che voglio sentirmi dire baby, continua così. Perciò è la mia nuova droga, insieme alla piscina! Io consiglierei entrambe a tutte le Panzone, ma vivamente eh!
Siamo andati, Io e Lui, a visitare la clinica dove intendo partorire. Per una serie di coincidenze fortunate lì ci lavora un'ostetrica che è la migliore amica di un'amica mia (che se ora sta leggendo si riconoscerà, è una blogger anche lei), così siamo andati il giorno che lei era di turno e ci ha fatto visitare il reparto e ha risposto a tutte, ma proprio tutte le domadine che ci affliggevano, scritte con minuzia sul mio taccuino (sta cosa l'ha fatta sorridere). Siamo usciti da lì con una sensazione di pace, di familiarità e intimità, che è quello di cui ho bisogno io dopo i miei trascorsi tra diversi ospedali o centri medici. Ho bisogno di una situazione di compromesso, per non medicalizzare troppo anche il parto (mi è bastato il concepimento!). E' un ambiente piccolo, tranquillo, che incentiva il parto naturale e l'allattamento al seno, che mi dà modo di assecondare il mio istinto durante travaglio e parto, che ha come scopo quello di intervenire il meno possibile, se non in caso di effettiva necessità, che mi sostiene nel post parto, con figure specializzate, disponibili a spiegarmi e aiutarmi in caso di problemi con l'allattamento, invece di ricorrere subito alle aggiunte e ai biberon (ci tengo molto). Praticano il rooming-in che è quello che sento essere più vicino al mio sentire. So che poi l'imprevisto è dietro l'angolo, che tutto può succedere, che dopo vuoi solo riposare e tra quel che speri e quel che accade può esserci un abisso (mi hanno informata a sufficienza le mamme di cui sopra), ma io voglio almeno darmi la possibilità, voglio crederci ed essere aperta, poi se non sarà, se non riuscirò, pazienza, ma lasciatemi provare e sognare, pliz. Ognuna ha diritto al parto che spera, a una struttura che si avvicini il più possibile al suo sentire e ai suoi bisogni, che sono soggettivi e personalissimi. Nessuno ha diritto invece di metterci bocca, così come si evita di intervenire nelle questioni di coppia. Non esiste il giusto, il meglio, esiste quel che fa sentire bene e a suo agio una donna, nella sua relazione d'amore col figlio. Leggo in giro di classifiche e giudizi, gerarchie e opinioni rigide e radicali, in merito alle scelte su parto e accudimento del bambino, ecco non è il mio caso. Io voglio solo assecondare il mio istinto, il mio sentire e lasciare le altre fare altrettanto. Io sono per la libertà di scelta e di esperienza. Io vivo e lascio vivere. Qui non troverete mai posizioni granitiche, ma solo la mia esperienza personale. Io voglio provare ad avere un parto naturale e ad allattare a richiesta non perché credo che il cesareo o l'allattamento a orario o il biberon ti rendano meno madre o scempiaggini del genere, ma perché questa è l'immagine di Nina Madre che ha generato il mio cuore. Io sento che sarei felice così. Per questo ho cercato una struttura che avesse un politica in sintonia con i miei principi. Ah, non ho ancora preparato la valigia.
E poi c'è la cameretta che cresce, i prossimi acquisti da fare, le idee che via via si fanno più chiare, le spiegazioni che sempre devi dare se vuoi fare una scelta che esce un po' dai canoni delle convenzioni sociali. Pare che se l'argomento è il bambino e la sua cura ognuno possegga delle verità incrollabili e inconfutabili, che poggiano su basi tutt'altro che scientifiche, eppure sono diventate patrimonio comune. Io vorrei farmi una mia idea ecco, cerco anche qui, come altrove, la mia strada. Quella che mi calza a pennello, quello adatta e comoda per me, per Noi Tre. Tutto il resto sono e restano opinioni e io sto cercando di non lasciarmi influenzare, condizionare, innervosire. Ma non sempre è facile, diciamo però che il percorso dell'infertilità e della procreazione assistita sono state una bella scuola, perciò parto avvantaggiata :)
Ah, quasi dimenticavo: la Festa della Mamma. La mia prima. L'abbiamo festeggiata, come merita una conquista così. Lui mi ha portato a teatro, a vedere una compagnia svizzera che non conoscevo, che dire originale è dire poco. Sono i Mummenshanz
LIFE GOES ON. Le cose che non mi devi dire, la panza, la scelta della clinica, l'osteopata e altre avventure.
Mi ha regalato un pomeriggio di assoluto spasso, l'incanto che irrompe nella vita, che ti fa tornare bambino, capace di quello stupore autentico e sincero. Sono spettacoli adatti anche ai più piccini, non hanno età. Qui un estratto di un loro spettacolo, così per rendervi l'idea.
Vi lascio con una foto, che è il risultato della creatività di zia Gi. Mentre PapàPaul e zio Effe montavano il laminato nella stanza del Pivellino, zia Gi decorava la prima cameretta di Simone, rendendola ancora più colorata e speciale. Inutile dire che Pive ha gradito, come sempre ha manifestato la sua gioia e la sua partecipazione.
LIFE GOES ON. Le cose che non mi devi dire, la panza, la scelta della clinica, l'osteopata e altre avventure. (Simone Leoncino Capotreno. Siamo fuse. Ciufciuuuuuffff!)
E andiamo avanti, sempre col sole dentro che quello fuori continua a latitare (certo figlio mio che hai scelto un anno proprio strano per venire al mondo. Ma forse non poteva essere diversamente. Anzi che non nevica!)
*
Mammachetesta mi hai illuminata, come non ci ho pensato prima? Per combattere gli effetti collaterali e dannosi dei racconti dell'orrore sul parto, voi che ne avete avuto uno bello e sostenibile siete invitate a lasciarlo nei commenti. Così da rassicurare me e quelle impanzate come me. Noi ve ne saremo tutte profondamente grate :D
*
Postilla: Ringrazio voi tutte che continuate a scrivermi, leggermi e sostenermi e quante non mancano di aprirmi il loro cuore, riconfermando il valore di questo blog. Sapere che quel che scrivo, la mia esperienza, serve a darvi forza e speranza, ricevere mail che testimoniano la capacità di questo luogo di rispecchiare un sentire comune ed essere la voce di molte donne, è il dono più bello e il complimento più gradito che possiate farmi. Anche se ho tempi molto dilatati nel rispondere, sappiate che vi leggo tutte, nessuna esclusa. Sono io che ringrazio voi, ogni giorno.
LIFE GOES ON. Le cose che non mi devi dire, la panza, la scelta della clinica, l'osteopata e altre avventure.


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