Abraham Lincoln è stato il 16º Presidente degli Stati Uniti d’America, il primo ad appartenere al Partito Repubblicano; considerato sia dalla storiografia che dall’opinione pubblica uno dei più importanti e popolari presidenti degli Stati Uniti, egli pose fine alla schiavitù, prima con la Proclamazione dell’Emancipazione (1863), che liberò gli schiavi negli Stati dell’Unione, e poi con la ratifica del Tredicesimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America, con il quale nel 1865 la schiavitù venne abolita in tutti gli Stati Uniti. Gli è inoltre riconosciuto il merito di aver allo stesso tempo preservato l’unità federale della nazione, sconfiggendo gli Stati Confederati d’America, favorevoli al mantenimento della schiavitù, nella Guerra di secessione statunitense. I suoi ultimi quattro turbolenti mesi di vita e di presidenza sono raccontati da Steven Spielberg in “Lincoln”, biopic drammatico radicalmente in controtendenza rispetto a ciò che il cinema americano danaroso di oggi suole offrire al pubblico. “Lincoln” è un opera personale e toccante girata quasi interamente in magnifici interni, dove il discorso politico e la sua valenza sociale e civile rappresentano il fulcro principale del lungometraggio. In una nazione devastata dalla guerra e pressata dal cambiamento, Abraham Lincoln prenderà decisioni che cambieranno il destino delle future generazioni, mantenendo il coraggio morale e la determinazione necessari a portare avanti le sue scelte con successo; egli osserverà una linea di condotta che mira a porre fine alla guerra, unire il paese ed abolire la schiavitù. Una lezione di storia ed educazione civica di grandissimo impatto, in cui la regia asciutta e mai didascalica di Spielberg è capace di incorniciare la forza espressiva dei volti e dei corpi degli attori in un impianto teatrale. Valore aggiunto della pellicola è la raffinatissima fotografia di Janusz Kaminski, che con la sua ricerca della luce naturale e l’uso dell’ombra, descrive magistralmente i sentimenti, sottolinea le tensioni, dipinge le inquadrature. La sceneggiatura di Tony Kushner, ricca di dialoghi cesellati, è parzialmente tratta dal libro “Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln” di Dorsi Kearns Goodwin. “Lincoln” ha un cast di efficacia impressionante; tra gli attori spiccano Daniel Day-Lewis (Oscar come miglior attore protagonista per “Il mio piede sinistro” e “Il Petroliere”, oltre alla straordinaria performance in “In the Name of the Father”), che offre una splendida interpretazione del Presidente Abraham Lincoln; Tommy Lee Jones nella parte del leader repubblicano Thaddeus Stevens e Sally Field in quella della moglie del Presidente, Mary Todd Lincoln. “Lincoln” raffigura un personaggio che ha scritto la storia della democrazia americana principalmente attraverso il suo potere di convincimento e fascinazione; un melodramma politico avvincente in cui il un momento chiave della storia e della grandezza dell’America coincide con una toccante e moderna storia umana.
di Alessandro Burgio