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Lingua e potere, la democrazia in Cina

Creato il 14 gennaio 2015 da Pietro Acquistapace

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Come diceva qualcuno “le parole sono importanti”. La lingua, infatti, non è neutra, le sue mutazioni nel corso del tempo sono uno specchio delle mutazioni sociali, al variare della rappresentazione della realtà varia il modo in cui la si nomina. Il potere della parola sta proprio in questo, nel crearla definendola. Le righe che seguono erano state scritte per una pagina Facebook, creata sull’onda dell’entusiasmo, in cui si tentava di analizzare vari caratteri della lingua cinese, affascinantissima in tutte le sue componenti, anche le più minute. Quella pagina era https://www.facebook.com/uncacaratterealgiorno. In realtà dobbiamo dire è, in quanto esiste ancora, ma la mancanza di tempo è tiranna. Se qualcuno volesse dare una mano, se non addirittura sponsorizzare il progetto, è assolutamente il benvenuto. Mi scusino gli amici sinologi per le eventuali castronerie da dilettante.

Questo carattere ci permette di affontare un tema interessante quanto spinoso, ossia la componente ideologica nel tradurre in cinese le parole straniere.

Infatti si puo’ avere una traduzione che utilizzi caratteri in modo da rendere piu’ precisamente il significato della parola che si vuole tradurre (quindi prestito semantico). Ma questa forma di traduzione attribuendo nuovi significati a caratteri esistenti rischia di fare confusione riguardo al significato originario.
Per contro si puo’ avere una traduzione che invece cerchi di utilizzare caratteri in modo da rendere il suono originario della parola da tradurre, ma che rischia di apparire quasi come un corpo estraneo nella cultura cinese.

Prendiamo la parola democrazia, oggi tradotta in 民主 (mínzhǔ) letteralmente popolo-signore.
民 (mín) – popolo
主 (zhǔ) – signore
Il termine risulta cosi’ abbastanza ambiguo dato che orignariamente non significava governo del popolo ma indicava colui dal quale il popolo era guidato.
Ma andiamo a vedere come la parola democrazia era resa tra fine ottocento ed inizio novecento, ossia quando gli intellettuali cinesi erano piu’ propensi a vedere l’occidente e la cultura liberale come un modello: la traduzione era 德谟克拉西 (démókèlāxī)
德 (dé) virtu’
谟 (mó) pratica
克 (kè) essere capace
拉 (lā) spingere
西 (西) ovest
In questo caso seppur lontanamente abbiamo un richiamo al significato originario, per via dei caratteri usati nella traduzione, ma per avere del tutto chiaro l’esempio basti pensare alla gia’ vista (sulla pagina Facebook) parola 伊妹儿 (yīmèir)

Non e’ una caso che con la nascia della Repubblica Popolare molti prestiti fonetici vennero abbandonati, in quanto troppo riecheggianti la cultura occidentale. Una tendenza che tuttavia negli utlimi anni sembra essere soppiantata dal ritorno al prestito fonetico, segno di un avvicinamento culturale (al quale certo internet non e’ estraneo) all’occidente.

Ad esempio uno dei simboli dell’occidente: la parola coca-cola e’ correntemente tradotta con 可口可乐 (Kěkǒukělè) e, potenza del cinese, anche in questo caso c’e’ un lontanissimo rimando al significato originario
可(kě) potere
口 (kǒu) bocca
可(kě) potere di nuovo
乐 (lè) felice

Presumo questo sia uno dei vantaggi di una lingua dove esistono parole dallo stesso suono ma dal significato diverso, ossia che nel momento in cui si debba usare un suono per tradurre da un’altra lingua si possa anche scegliere tra vari significati che a quel suono sono collegati.

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