Magazine Diario personale
Aggiorno il mio profilo linkedin e mastico avidamente cubetti nero pece, uno dopo l'altro fino a terminare la confezione.
Pare che la liquirizia alzi la pressione, stai attento.Uh, sì. Ma tanto io soffro di pressione bassa.
Lo so è la battuta di Ponchia/Abatantuono in Marrakesh Express..."Ma non ti rovini i denti con tutta quella cioccolata?" - risposta: "Ma tanto io ho un amico dentista..." E allora il buon Ponchia disse:"Cioè, allora uno che ha un amico dentista si deve rovinare i denti. Se io avessi un amico patologo..."
Sono dipendente dalla liquirizia.Già mi vedo, tra vent'anni, in riunione tutti in cerchio, tipo alcolisti anonimi, per uscire dal tunnel della liquirizia.
Ciao. Mi chiamo Danilo e sono liquirizia dipendente.(in coro) Ciao, Danilooooo
Ho finalmente finito di aggiornare il mio profilo linkedin.Perché mai? Innanzitutto perché giaceva lì come un reperto archeologico sepolto da secoli.Pare che io lo abbia creato qualche minuto prima dell'ultimo goal del Toro in un derby.Poi perché mi ero stufato di ricevere mail con oggetto: Tizio Caio vuole collegarsi alla tua rete professionale.
E io ogni volta mi chiedevo: a) che utilità ha questa mail e b) l'utilità della richiesta stessa.Ho aggiornato linkedin perché aggiornare un curriculum ti regala l'effimera sensazione che qualcuno nel mondo ti possa prendere in considerazione, offrendoti qualche opportunità, magari un futuro più solido. Poi ti accorgi che Linkedin non è altro che un Facebook più serio con molte affinità alla diabolica creazione di Zuckerberg.Innanzitutto la straordinaria capacità di mentire, attraverso le foto (Tutte gnocche? Tutti con i capelli?). Attraverso i profili (Tutti manager? Tutti leader? Tutti con esperienza? Tutti madrelingua inglese?).In rete è troppo facile mentire.Dietro una tastiera si nascondono grandi vigliacchi e grandi bugie.
Le bugie che mi racconto puntualmente ogni qualvolta decido di seguire un derby.
C'è già stato un periodo in cui non andavo più a vedere "quella partita".
La soffro troppo e non per timore di un risultato negativo.
Soffro il confronto e questo la dice lunga su quanto, per il sottoscritto, non sia solo una partita di calcio ma l'eterna lotta tra Bene e Male.Una questione morale.Una lotta impari. Un divario imbarazzante di forze, di denari, di potere.
E' sempre stato così, solo a volte in maniera meno marcata.
E più il divario è grande, più credo che l'arroganza sia il motivo che mi spinge ad essere granata.
L'arroganza del ricco, del potente, nemmeno fossimo all'epoca delle Signorie.
L'arroganza di chi ribalta la realtà dei fatti.
L'arroganza di chi nega la realtà degli stessi.
Non mi appartiene nulla di tutto ciò.
Ed è imbarazzante assistere ad una protesta sistematica nell'arco di novanta e passa minuti.
Come dice sempre il signor Bruno, il mio storico vicino di casa : A forsa ‘d nuiusé cáich cos a s’ gava sempre*.
E come se non bastasse dopo i novanta minuti ci si mettono anche i "tifosi sudditi" sui dannatissimi social network con i loro commenti, gli articoli, i post, le foto.
Non è nemmeno più lo sfottò.
E' il dileggio. Il disprezzo delle regole. Lo sberleffo. La risata beffarda con ghigno annesso.Penso a tutto questo mentre pedalo verso casa in una fresca notte di inizio autunno.Penso a tutto quello che mi fa incazzare.Forse sarebbe il caso di pensare a cose positive e piacevoli, non a giornalisti incompetenti e qualunquisti, a politici d'accatto, al razzismo strisciante, ai registi o ai cantanti che mi fanno schifo, alle ingiustizie sociali e anche quelle sportive.Mettere in un angolo tutte le cose che mi danno fastidio e ripartire da tutte le cose divertenti che mi piacciono.Un approccio migliore, un approccio diverso.Forse è questa l'unica soluzione possibile per vivere meglio, per affrontare serenamente tutte queste giornate difficili.L'unica soluzione possibile, altrimenti si rischia di passare la propria vita in fuorigioco.
Detto piemontese: A forza d’importunare qualcosa si ottiene
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