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Liste elettorali e organigramma eav

Creato il 22 gennaio 2013 da Ciro_pastore
LISTE ELETTORALI E ORGANIGRAMMA EAV LISTE ELETTORALI E ORGANIGRAMMA EAVLa “Guerra sulle candidature” e la “vittoria” di Caldoro modifichernno gli assetti di potere anche nelle società regionali
Ora tutti, fuori e dentro il PDL, si affretteranno a dire, con diverse sfumature dialettiche, che Nicola Cosentino era impresentabile e che, nonostante il “cordoglio” generale, è stato meglio, per i supremi interessi del partito, cedere al “ricatto” dei sondaggi della Ghisleri, che vedevano il PDL fortemente penalizzato da un’eventuale candidatura di tutti i nomi “chiacchierati”, fra cui quello di Nicola Cosentino. Probabilmente, è pure vero che, sul dato nazionale, quelle candidature avrebbero influito in senso negativo. È tutto da verificare, invece, se tale ragionamento valga per la Campania, dove gli elettori sono da sempre adusi a convivere con candidati non proprio candidi e dove, per certi versi, essere chiacchierato è perfino un perverso titolo di merito. Comunque la si veda, però, di puro calcolo elettorale si tratta, non già di meritorio tentativo di rispondere seriamente ad un problema di selezione della classe politica che resta, invece, intatto in tutta la sua “pericolosità sociale”, e fattore primo di quel diffuso sentimento di antipolitica che oramai pervade il Paese, e anche la nostra regione. Come sempre quando un “sistema” crolla c’è da attendersi una fase di transizione e un consequenziale assestamento. Come in un grande Risiko le truppe e gli armamenti si dovranno riposizionare sul territorio. Magari moriranno alleanze di lungo corso e nel contempo ne nasceranno altre, precedentemente inimmaginabili. Innegabilmente, un terremoto nel PDL campano, comunque si verificherà. Escludere un “pezzo da novanta” è difficile in un partito il cui leader, peraltro, è a sua volta imputato in tre processi e che vive una condizione di “lotta continua” con le tanto vituperate toghe rosse. Tra l’altro, nel giro di qualche settimana, per Cosentino si apriranno le porte del carcere, il che trasforma la “disfatta politica” in qualcosa di più complesso e serio. Se, infatti, le accuse a Cosentino fossero confermate dalle sentenze definitive, saremmo in presenza di un potente referente della malavita organizzata che in quanto tale, una volta defenestrato dal suo partito, perderebbe ipso facto tutto il suo  appeal” agli occhi severi di quella stessa Camorra che in lui vedeva un anomalo garante del proprio predominio territoriale e sociale. Qualsiasi potrà essere l’evoluzione futura della vicenda personale di Cosentino e i suoi riflessi oggettivi sul risultato elettorale del PDL in Campania, l’unica cosa sicura è che il Governatore PDL(?) della Campania, Stefano Caldoro, ne esce enormemente rafforzato, e non solo simbolicamente. Caldoro, infatti, anche se in maniera sibillina, aveva chiesto la testa di Cosentino, sostenuto in questo anche dal Segretario Nazionale Alfano, ed alla fine da un recalcitrante Berlusconi, convinto solo dai sondaggi e colto da improvviso “giustizialismo elettorale”. Peraltro, nobilmente e strumentalmente, Caldoro non ha più alcuna necessità di infierire su Cosentino, avversario definitivamente(?) sconfitto. La sua partita l’ha vinta e con superiorità potrà concederà al suo poco nobile avversario l’onore delle armi, ripagandolo così con gli interessi del famigerato dossier che, tre anni fa, doveva impedire la sua candidatura alla Presidenza della Regione Campania. Qualsiasi cosa farà, o dirà Cosentino, lo scenario che si prospetta è diventato favorevolissimo per Caldoro che, in questi tre anni, ha smesso i panni del Re Travicello per indossare, con l’aiuto di vecchi volponi della politica politicante come il Consigliere Regionale Gennaro Salvatore, quelli del Sovrano che detiene con fermezza e durezza le leve del potere. Dalla sua elezione, infatti, molte cose sono cambiate. Anche in Consiglio Regionale, dove la pattuglia “personale” che lo sostiene – più o meno apertamente – è andata sempre più infoltendosi, assumendo toni variegati e trasversali, sconfinando spesso in apparentamenti spuri con esponenti dello stesso PD. Lo scenario è in continua evoluzione ed il fermento non si limiterà agli esiti di questa campagna elettorale nazionale, in cui peraltro lo stesso Caldoro ha piazzato suoi uomini nelle posizioni di vertice in Grande Sud, alleato di coalizione del PDL ma, in sostanza, vero nemico interno della formazione berlusconiana, soprattutto in tutte le regioni meridionali, Campania e Sicilia in primis, dove il risultato finale per il Senato potrebbe essere deciso proprio da quanto riuscirà a fare Grande Sud, vero laboratorio di una revanche in stile democristiano del Meridione. Troppo facile pronosticare, quindi, che questi consistenti cambiamenti nella geografia politica, non abbiano immediati effetti anche nel Risiko delle assegnazioni degli assessorati alle varie componenti della maggioranza regionale e, di conseguenza, sulle poltrone nelle società regionali. D’altronde, lo stesso ritardo nella pubblicazione dell’organigramma della più importante delle società regionali, la appena nata EAV srl, è la prova provata di quanto l’esito della “guerra per le candidature” sia stata (e sarà) determinante per definire ruoli e nomi da incasellare nel posizioni di vertice e di rincalzo. È ovvio, infatti, che l’inusuale riserbo assoluto, con relativo stand by della pubblicazione, è il chiaro segnale che, da parte dei vertici EAV, si attendeva il “rien va plus” sulle candidature, per poter avere così una mappa esaustiva e, soprattutto, definitiva del potere regionale, a cui fare pedissequo riferimento nel centellinare le posizioni, e ciò nel pieno e fedele rispetto del famigerato Manuale Cencelli, testo unico delle lottizzazioni, mai abrogato dalla politica nostrana. Quello che alla fine è accaduto, quindi, potrebbe far traballare la già traballante poltrona dell’Assessore ai Trasporti e, di conseguenza, ingenerare un poderoso effetto domino anche sulle altre posizioni subordinate, con un netto rialzo delle quotazioni dei manager di osservanza ortodossa al rito caldoriano, ma anche di qualche personaggio gravitante in quell’area PD maggiormente dialogante con Caldoro. Certo, il tutto avverrà con il passo felpato, non verranno – almeno per ora – inferte zampate ferali. Ma se questa previsione corrisponde a verità lo verificheremo nel giro di qualche giorno, quando finalmente verrà alzato il velo sull’organigramma EAV che avrà così il compito di descrivere, in maniera anomala, la nuova geografia politica della nostra Regione. C’è da giurare, però, che qualche manager, anch’egli “sub iudice”, avrà stappato la fatidica bottiglia di champagne alla notizia della defenestrazione di Cosentino, e che, invece, qualcun altro abbia mestamente capito che, come nel gioco dell’oca, dovrà star fermo almeno un giro. Altri, probabilmente, sono già all’opera per accreditarsi presso un nuovo e più in auge padrone. Altri ancora, complici amicizie in comune (anche femminili), avranno anticipato gli eventi e già da qualche settimana si sono offerti come fedeli e lealisti vassalli di Re Caldoro, unico e sicuro vincitore di questa battaglia che potrebbe preludere, se i risultati nazionali dovessero essere nella giusta direzione, anche ad un sostanzioso rimpasto della Giunta o, addirittura, ad elezioni regionali anticipate alla primavera del 2014. Ciro Pastore Il Signore degli Agnelli

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