Prosegue il viaggio dedicato ai film della Bluebirds Photoplays con Little Eve Edgarton, tratto dal racconto di Eleanor H. Abbott e sceneggiato dal regista del film, Robert Leonard. Nel ruolo di protagonista Ella Hall, che veniva da una serie di successi e cavalcava quindi la sua onda. La storia è una rivisitazione del classico: bruttina che diventa bella, infarcita di ambientazioni esotiche.
La giovane Eve Edgarton (Ella Hall), ha sempre vissuto in luoghi inospitali assieme al padre Paul (Thomas Jefferson) e John Elbertson (Marc Fenton), entrambi biologi. Anche Eve, nonostante la giovane età, mantiene viva la tradizione di famiglia e risulta una brillante studiosa. Nonostante questo, il sogno della ragazza è quello di avere una casa vera e propria, visto che da sempre vive in rifugi improvvisati nella foresta. Paul, vedendo la figlia sempre più giù di morale, pensa bene di prometterla in sposa al barbuto John Elbertson e lei accetta senza molto entusiasmo. Un giorno i tre vengono convocati per un congresso in California e lì vi si recano. I vestiti formali della ragazza, adatti per la savana più che per il gentil sesso americano la rendono oggetto di scherno delle ragazze locali, in particolare di Miss Van Eaton (Doris Pawn) ed Elsa (Gretchen Lederer). Quest’ultima è cugina del bel James Barton (Herbert Rawlinson), farfallone senza pari. Le due ragazze decidono di punire James per il suo carattere e gli presentano Eve. La giovane non è in grado di fare una conversazione normale e discorre solo di biologia convinta che tutti condividano la sua passione. James il chiaccherone è così finalmente zittito da una donna! Ma la Van Eaton ed Elsa non sono poi così cattive, e mettono in atto la trasformazione di Eve in una “ragazza normale”, rivelandone così tutta la sua bellezza. L’amore può quindi scoccare tra la giovane Eve e James, un amore tanto forte da annullare il fidanzamento con John Elbertson.
Little Eve Edgarton non mi ha convinto del tutto. La storia è troppo prevedibile per il pubblico di oggi e le scenette comiche non mi hanno convinto più di tanto. Al contrario ho apprezzato l’attenzione alla natura con scelte paesaggistiche molto azzeccate. Diciamo che non è stata una delle mie proiezioni preferite al Cinema Ritrovato, ma è normale che possa capitare nel corso di una rassegna tanto lunga. Per questo film non si trovano immagini di scena, ma è presente una strana locandina che sembra fatta da qualcuno che non ha visto il film. Il barbuto che sembra un fachiro non è altri che John Elbertson che la barba la ha, ma non certo il turbante! Chissà a che epoca risale.