L'ultima diva, l'ultima icona... quante banalità.
Eppure quando ho sentito la notizia su Rainews, apparecchiando la tavola, mi è scappato un: No!
Uno mica pensa che possa morire sul serio, Liz Taylor. Se la immagina anziana, sì, in sedia a rotelle (aveva problemi alla schiena fin da adolescente, quanti incidenti sul lavoro, poveraccia), ma morta mai, piuttosto mummificata come Cleopatra.
Era sopravvissuta praticamente a tutto: alla seconda guerra mondiale (era nata nel '32), a sette divorzi, ad amici coetanei (Montgomery Clift, Rock Hudson) e addirittura più giovani come Michael Jackson...
Ecco, a me questo caravanserraglio matrimoniale fa venire un po' mal di testa: lasciando perdere gli ultimi, i più folkloristici, la fama di grande amatrice della Taylor mi pare lasci un po' il tempo che trova.
Grandi amori? Ma va' là. Tutta questione di estrogeni e testosterone. Accoppiamenti puri e semplici ammantati di romanticismo, con una spruzzatina di diamanti.
Anche con Richard Burton: si sposano, si lasciano, poi si risposano, poi rivivorziano... ma porca paletta, se si fossero amati veramente, magari ce l'avrebbero anche fatta a stare insieme, no?
Che poi, quando uno pensa a tutti quei divorzi, il cervello compone immediatamente il nome alternativo: Zsa Zsa Gabor, che di gente all'altare se n'è portata nove.
Ma della Gabor, benché ufficialmente "attrice", nessuno ricorderà mai altro che i cagnolini, il nasino all'insù e i divorzi.
Della Taylor invece ricorderemo anche i film, la recitazione, il talento drammatico.