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Lizzie Siddal - L'Ofelia distesa nell'acqua
Creato il 20 aprile 2014 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1Questa mattina leggo il giornale e, d'un tratto, vengo rapita dall'immagine di questa donna distesa su un tappeto d'acqua, avvolta dai colori della natura. Si tratta di un dipinto preraffaellita (1851-1852), l'autore è John Everett Millais. E' L'Ofelia di Amleto, ed è un olio su tela bellissimo.
Quanto vorrei essere a Torino in questo momento, penso tra me e me. A partire da ieri, 19 aprile, fino al 13 di luglio, a Palazzo Chiablese, saranno esposti oltre settanta lavori appartenenti alla Confraternita dei Preraffaelliti. Giunte dalla Tate Britain di Londra, le opere, rappresentano la sintesi della pittura nell'epoca vittoriana.
Oltre al fascino legato alla storia del movimento, il quale rifiutava (come dice il nome stesso) le scelte del pittore ritenuto colpevole di aver permesso l'accademismo, Raffello Sanzio, ci sono poi tutta una serie di suggestivi aneddoti legati alla confraternita. A quei tempi la donna, godeva di particolari privilegi e condanne, al tempo stesso, per le quali diveniva inevitabilmente oggetto e, musa ispiratrice di ogni artista. La storia di Lizzie Siddal mi ha particolarmente coinvolta, da questa mattina non faccio che pensare a lei. Amante prima e poi moglie di Dante Gabriele Rossetti, uno dei fondatori della confraternita, Lizzie, non gode certo di un ricordo sereno e felice. La sua storia è altresì tragica, degna protagonista di un'opera shakespeariana. L'Ofelia del dipinto accennato prima, è la stessa Lizzie, musa immobile davanti agli occhi del pittore Millias. Dopo un amore tormentato con Dante, la donna, cede definitivamente le proprie forze, quando mette al mondo una figlia priva di vita. Fuori di sé, arriverà a togliersi la vita, e di lei non rimane che l'immagine di una boccetta di laudano vuota, su un cuscino. Il dolore e la bellezza di questa donna, sembrano essere conservati intatti, nei dipinti di quell'epoca e nella storia che la vede protagonista.
Insomma, se fossi a Torino, troverei il modo di dare un senso a queste feste pasquali. Anche se, per ammirare la mostra, di tempo ce n'è. Amici di torino, segnatevi questa straordinaria riscoperta dell'arte di un tempo!
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