Sì, il bando di gara su alcuni servizi di Aem non si farà per il 2015 bensì nel 2016. Per un anno tutto resta com'è: l'Aem godrà ancora del suo monopolio naturale nella manutenzione e pulizia delle strade, nella gestione del piano neve, dell'illuminazione pubblica, della segnaletica, del teleriscaldamento... Non è una scelta politica, ma una decisione forzata dallo stato di fatto: ci sono poi servizi come il teleriscaldamento che pare impossibile oggi mettere a gara.
Si può anche ipotizzare che in Italia il governo vuole ridurre le partecipate da 8mila a mille e quindi anche LGH, proprietaria di parte di Aem, dovrà fondersi ad altre ex municipalizzate.
Oggi la liberalizzazione dei servizi pubblici essenziali come acqua, luce, gas, trasporti è considerata ovvia, è pressoché indiscussa. Ciò che a molti faceva paura nel 2006 e negli anni precedenti è diventato banale, così come sembrano perfettamente legali i motivi della crisi economica internazionale.
La direttiva Bolkestein è stata emanata nel 2006 (presidente della Commissione europea era Romano Prodi) dopo molte proteste della sinistra radicale, dei Verdi e dei socialisti francesi, ma anche dell'estrema destra. Questo non significa che sia un provvedimento equilibrato, anche se risulta da alcuni compromessi. E' diventata legge in Italia nel 2010.
All'inizio il commissario europeo Frits Bolkestein prevedeva che gli erogatori dei servizi potessero aprire attività all'estero, in Europa, mantenendo però le leggi del proprio Paese. Poi le proteste hanno imposto che venissero rispettate le leggi del Paese ospitante.
La liberalizzazione è andata di pari passo con la speculazione. I prezzi non sono scesi ma aumentati. La concorrenza nell'ambito della moneta unica ha costretto le imprese economicamente più deboli a chiudere o vendere, anche la qualità della produzione era apprezzata. La liberalizzazione, assieme alla moneta unica e all'indebitamento degli Stati verso le banche, che hanno comprato i titoli di Stato ricevendone interessi pesanti, è uno dei fattori della crisi. Il mercato è diventato combattimento in cui c'è sempre qualcuno che deve perdere.
L'Unione europea ha fondamenta liberiste: qualche correttivo ad alcune direttive è stato considerato "di sinistra" ma sempre liberista.
Dopo tanti effetti negativi oggi si parla di "beni comuni". L'Unione europea però non cambia il proprio impianto fondamentale.