«Un adoratore del fuoco potrebbe sostenere che lapresenza di estintori nel museo reca offesa al suo dio.»
(Robert Hughes, La cultura del piagnisteo)
Nella questione afro-mediorientale, il punto non è soltanto “chi sta facendo cosa a chi” su un piano militare ed economico.Perché su questo piano sarebbe fin troppo facile dire che gran parte della colpa è dell’avidità, della miopia strategica e umanitaria, e della cupidigia predatoria e guerrafondaia di tanti occidentali grugnomuniti. Il punto è anche, su un piano cultural-esistenziale, l’inaccettabile e catastrofica autocensura che i più stolti e in malafede fra noi vorrebbero imporci a causa dell’abbaglio aberrante di scambiare per “sensibilità” la suscettibilità violenta e la minacciosa e ricattatoria prepotenza, e per “rispetto” la più belante sottomissione a regole, costumi, superstizioni o fisime altrui.È un ultraperverso effetto coda di paglia: siccome l’Occidente continua a trionfare laddove ha (non sempre ma quasi sempre) TORTO, eccolo franare in assurdi e paurosi cedimenti e calate di braghe proprio laddove ha (non sempre ma quasi sempre) RAGIONE! (E non perché siamo migliori congenitamente, ma perché siamo reduci da secolari battaglie, pagate con la vita da Uomini come Giordano Bruno.)E così, invece di rinnegare la violenza e la guerra (che fanno impennare titoli in Borsa, e incrementano i posti di lavhorror schiavistico e i patriottici Pil) rinneghiamo l’Arte, l’Illuminismo e la Libertà d’Espressione (cose di cui sembra non fregare più niente a nessuno).
Ho letto di una delirante decisione editorial-oxfordiana di eliminare da ogni testo scolastico non solo la parola “maiale”, ma anche qualsiasi riferimento a derivati alimentari tipo “salame” o “prosciutto”, per non OFFENDERE (?!?!) codeste persone così facilmente offendibili.È già un delirio così, ma per comprendere più a fondo quanto sia delirio, proviamo per un attimo a immaginare cosa ne sarebbe dei nostri libri, delle nostre scuole, dei nostri vocabolari, dei nostri futuri pensieri, se la loro simpatica religione li volesse (e quindi CI volesse!) VEGANI: via, per legge, da ogni libro di ogni parte del mondo, anche tutti i derivati della parole “latte”, “formaggio”, “burro”, “uova”, e chi più ne ha più, per favore, continui a scriverle?Davvero vogliamo un mondo così cretino? Io per fortuna sono quasi vecchio, ma a ‘sto punto cosa dovrei fare, aver paura di lasciare in eredità alle nipotine la mia piccola biblioteca, perché la sola presenza del titolo “Panino al prosciutto” di Bukowski potrebbe un giorno farle finire in galera, o attirare su di loro riprovazione, punizioni, frustate, o addirittura lapidazioni, perché offende qualche stronzo permaloso razzista, così subdolo da additare come “cattivo” chi scrive “prosciutto”?
Comunque la si pensi, come si potrebbe, davanti a notizie simili, NON far partire un bel vaffanculo? Da estendere a quei mocciosi imbecilli col cervello rattrappito, a quei beceri intolleranti bulletti, scarsocefali e somari, (i nuovi bacchettoni, i nuovi ottusi conformisti) che in certe università americane allo sbando pretendono di uccidere capolavori della Letteratura applicandovi il loro (fascistissimo!) bollino rosso-brufolo, e che di continuo chiedono (e spesso ottengono) l’allontanamento dei professori più intelligenti e meno pecoroni.Concessioni e restrizioni sul Linguaggio? Ma il Linguaggio è tutto! Il Linguaggio è DNA delle menti e delle anime! Abolire per legge anche una sola Parola è come decidere dall’oggi al domani che è proibito avere il gruppo sanguigno A positivo, perché ritenuto peccaminoso da qualche antica mitologia. Sappiamo tutti che nel mondo esistono bulli criminali capaci di accoltellare a morte una persona per colpa (col pretesto) DI UNO SGUARDO di troppo. Ma questo non significa, non significherà mai, che uno sguardo possa essere così “offensivo” da giustificare il coltello. Ecco, l’imbecillità politically correct è simile a quella di chi dicesse che bisogna proibire per legge di guardare la gente negli occhi, onde evitare che qualcuno si offenda e metta mano al coltello.Se intelligenza e libertà d’espressione muoiono ovunque per opposte ma convergenti concezioni di censura (qui aggressivo-religioide, là cagasotto-politicoide) personalmente non me ne fregherà un fico secco di chi vincerà la guerra per dominare il mondo: perché sarà comunque un misero squallido mondiciattolo immeritevole di essere abitato da spiriti liberi e persone autopensanti.
Segnalo, per concludere, uno dei libri più intelligenti mai scritti in favore della Libertà d’Espressione: un saggio che sa riservare eguali, portentose pernacchie sia all’idiozia politicamente corretta sia all’opposta (ma intellettualmente uguale) imbecillità censoria dei bigotti nonpensanti: “La cultura del piagnisteo”, di Robert Hughes. È del 1993 (’94 l’edizione italiana), ma è più attuale che mai. Urgentissimamente attuale.