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Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato

Da Dalailaps @dalailaps
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Sono passati dieci anni da quando siamo usciti dalle sale dopo aver visto Il ritorno del re: ora ci viene finalmente proposta una nuova trilogia che diverrà un vero e proprio ponte con quella de Il signore degli anelli, fornendo agli spettatori un film con uno spettro più ampio per quanto riguarda le emozioni, da accenti comici e ironici alla drammaticità più totale.Nell’ultimo mese ho letto molte riviste, ho ripreso in mano i libri di Tolkien e ho spulciato molti articoli online: ho pensato di mettere insieme le notizie più interessanti e proporvi un articolo che possa sfamare la vostra voglia di conoscenza.Bentornati nella Contea!TolkienJohn Ronald Reuel Tolkien nacque in Sudafrica e si trasferì in Inghilterra dopo la morte del padre. Visse ad Oxford e lavorò come professore di linguistica e folklore: fu proprio su un compito lasciato in bianco da uno studente – ah, la provvidenza! – che scrisse una sua idea che conteneva parole come “In un buco nel terreno viveva un hobbit".Sempre ad Oxford amava riunirsi con l’amico C.S. Lewis – quello che ha avuto l’idea del fantastico mondo di Narnia, per intenderci – in un pub con un gruppo di altri letterati, facendosi chiamare The Inklings (Gli scarabocchiatori). Scrisse un una grande storia, narrando di un’avventura e di peripezie con la chiarezza e delicatezza di una favola classica, che propose a un editore che la fece leggere subito al figlio di dieci anni: andò bene, Rayner Unwin scrisse “Questo libro non ha bisogno di illustrazioni grazie alle mappe. È buono e dovrebbe piacere a tutti i bambini con un’età compresa tra i cinque e i nove anni”, e Lo Hobbit fu pubblicato nel 1937 da George Allen e Stanley Unwin, con le mappe disegnate dal figlio dello scrittore, Christopher, che ora vive in Francia e detiene i diritti di tutto il lavoro del padre.Il libro ebbe molto successo negli anni a seguire e se fosse pubblicato oggi finirebbe probabilmente tra gli scaffali fantasy young adult, come dice la sceneggiatrice Philippa Boyens, già Oscar per Il ritorno del re; sebbene all’epoca fosse considerato un libro per fanciulli, fu molto apprezzato anche dagli hippie che per anni disturbarono Tolkien e la moglie chiamando nel bel mezzo della notte e dicendo di voler parlare con Gandalf e compagnia bella.  Sappiamo anche che il grande scrittore tentò di riscrivere il romanzo, ma che si fermò al terzo capitolo: durante il lavoro su Il signore degli anelli erano nati in lui pensieri su come avrebbe potuto far andare la vicenda, nacquero in lui nuove idee ed è per questo che la storia che vedremo al cinema è molto più ricca del romanzo, ma di questa cosa leggerete qualche riga più in basso.

Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato
La storia in breveBilbo Baggins è un hobbit abitudinario, uno a cui piace starsene tranquillo a poltrire davanti al caminetto, ma un giorno sarà costretto ad abbandonare la sua semplice esistenza, a mettere da parte le paure e a partire con il grande mago Gandalf e con tredici nani guerrieri per l’avventura più importante della sua vita: la missione di recuperare la terra e l’oro rubato li porterà da Hobbyville a terreni pericolosi e a scontrarsi con troll, uomini che cambiando la loro forma e diventano orsi, con animali parlanti e ragni giganti, e anche con una creatura ambigua che non si faticherà a ricordare. Bilbo imparerà molto, ma anche gli altri apprenderanno molto da lui in un viaggio Andata e ritornoche di certo non vi lascerà indifferenti.
La storia meno in breveGandalf il Grigio sceglie Bilbo e lo presenta come “abile scassinatore” ai tredici nani; loro che ne hanno bisogno per la loro missione e il mago lo coinvolge in un’avventura che tutti credono sia decisamente più grande di lui: il drago Smuag ha rubato ai nani il Regno Nanico di Erebor e le loro ricchezze e loro sono intenzionati a combattere per riprendersi tutto.Attraverseranno la Terra di Mezzo superando mille avversità, tra cui Goblin e Wargs, arrivando alle Montagne Nebbiose e a un momento del viaggio – l’incontro di Bilbo con Gollum che lo sfiderà a suon di indovinelli per un premio decisamente importante – che diventerà l’anellofondamentale che ricollegherà la storia con la grande saga terminata dieci anni fa.

Ciò che vedrete al cinema, la storia che ha portato Jackson alla volontà di creare una seconda trilogia, è decisamente più ricca di quel romanzo di poco più di 300 pagine che è Lo Hobbit, ma non per questo si tratta puramente di capricci commerciali. Sarà forse meno epica della precedente, ma Jackson promette a tutti gli spettatori di fornir loro una storia non meno avventurosa, benché fondata molto più profondamente sulle personalità e sulle emozioni dei personaggi. Si è ricorsi ai racconti di Tolkien e all’importantissima appendice, di più di cento pagine, scritta dallo stesso e pubblicata alla fine de Il ritorno del re: quando scrisse la storia che abbiamo già visto sullo schermo si trovò a immaginare una mitologia diversa da quella descritta in Lo Hobbit e accorgendosi che non combaciava con quanto scritto in precedenza pensò anche di riscrivere il primo libro correggendolo con le nuove idee; non riuscendo a portare a termine tale opera, tutto quel materiale finì in un’appendice ricchissima che è stata fondamentale per il lavoro cinematografico a cui assisteremo da domani e nei prossimi anni, un lavoro incentrato sulla volontà di creare una cronologia perfetta del mondo creato dal grande autore.Colmando il divario temporale si è potuto così arricchire la storia di battaglie, magie e hobbit.Le licenze filmiche sono principalmente legate al riportare in scena personaggi che nel romanzo non compaiono, tra cui Galadriel, Saruman, Legolas e Frodo, a far apparire cose lasciate fuori da Il signore degli anelli e alle scelte di divisione delle pellicole: il secondo capitolo, La desolazione di Smaug, uscirà esattamente tra un anno e sarà prevedibilmente più incentrato sulle atmosfere, l’ultimo capitolo, Andata e ritorno che uscirà il 18 luglio 2014, sarà il più spettacolare dei tre, narrerà della Battaglia dei Cinque Eserciti e ci ricollegherà con la vecchia trilogia.

Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato
I personaggiUno dei tanti motivi per cui si era molto scettici sulla realizzazione di questi film era il numero dei protagonisti: poteva essere complesso barcamenarsi tra tutti quei nani e tutti quei personaggi che ritornano sullo schermo.  Più in basso potrete leggere del protagonista e dei nani, ma sappiate che in questa nuova saga farete conoscenza anche con l’arciere Bard, il mutaforma Boem, l’elfa Tauriel ovvero il personaggio femminile ideato da Peter Jackson e portato in scena da Evangeline Lilly, ma anche con il drago Smaug, colui che ha portato via la ricchezza dei nani, e con il Negromante, che hanno rispettivamente voce e volto – grazie alla motion capture – di Benedict Cumberbatch, lo Sherlock del serial Sherlock.Come già detto vedremo tornare Gandalf e Gollum, e anche di loro leggerete più in basso, ma si potrà incontrare nuovamente anche la bravissima Cate Blanchett nei panni di Galadriel, Elijah Wood che ha abbandonato per un po’ il set di Wilfredper tornare a interpretare Frodo, Hugo Weaving sarà di nuovo Elrond e il grande Christopher Lee tornerà a impersonare Saruman.Bilbo – Martin FreemanArriva anche lui dalla serie britannica Sharlock: Martin Freeman è stato fin dall’inizio l’unico attore che Peter Jackson avrebbe voluto nel ruolo del protagonista e per averlo è stato addirittura posticipato l’inizio delle riprese; lui era impegnato sul set del serial su Holmes e il suo agente l’aveva obbligato a rifiutate la proposta, ma Jackson non ha mollato ed eccolo lì, a interpretare Bilbo Baggins con quel talento che tutti hanno definito raro, con un grande tempismo in grado di far combaciare drammaticità e commedia.Freeman ha affermato di non sentire alcuna preoccupazione nel recitare un ruolo così importante se non quella di essere stato lontano dalla famiglia per molto tempo, di aver studiato molto l’interpretazione di Ian Holm – che ha interpretato lo stesso personaggio ne Il signore degli anelli – per carpirne i movimenti e il modo di parlare, ma che allo stesso tempo si è concentrato moltissimo sul mantenere l’innocenza che Bilbo ha nel romanzo, quand’è parecchio più giovane. Molto importante per lui e per gli spettatori sarà il momento del suo incontro con Gollum: un dialogo di nove minuti che farà venir fuori l’anima coraggiosa dell’hobbit.All’inizio Bilbo è piuttosto ingenuo, ma durante la storia lo vedremmo lottare contro il pregiudizio di tutti coloro che non lo credono capace di affrontare quello che gli viene chiesto: farà cose che prima di partire non si sarebbe mai aspettato di fare, lotterà e dimostrerà che le sue sembianze non provano le sue capacità, il suo carattere muterà facendosi più tenace man mano che la spedizione continuerà, mantenendo però quell’animo giovane e un po’ fannullone, da amante del bere, del mangiare e del fumare la sua pipa.
Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato
Gandalf – Ian McKellenUno dei personaggi di Talkien più amati. Lo vedremo cambiare nome proprio durante questa storia: Peter Jackson e lo stesso McKellen hanno dichiarato di amare profondamente Gandalf il Grigio e di preferirlo a Gandlaf il Bianco per la sua maggiore diplomazia e per le sue remore sui conflitti.In questi tre film si vedrà ciò che Gandalf fa e pensa quando non è a fianco dei nani, quando si allontana da loro, cosa che nel romanzo non si vede. Non si sa ancora per certo se verrà inserito nel montaggio finale un altro fatto importante che in effetti sembra un punto fondamentale per i più curiosi: il primo incontro del mago con Bilbo, ancora in fasce tra le braccia della madre. Le riprese ci sono e servirebbero a far comprendere i motivi che hanno portato Gandalf a scegliere lui per la missione; il piccolo, crescendo, perderà quella sua vivacità e curiosità che il mago vuole fargli ricordare, e recuperare, partendo con lui per quella che sarà l’avventura di una vita. I naniSono tredici e sono pronti a tutto, anche alla battaglia contro tre troll seriamente intenzionati a mangiarli, per riavere ciò che è loro: sono tra i migliori guerrieri della loro stirpe e in testa, a comandarli durante la spedizione, c’è il forte Thorin Scudodiquercia, colui che più di tutti desidera riconquistare il regno sotto la Montagna Incantata.Thorin è il capo dei nani, il più serioso e inquieto di tutti, e ha come nipoti Kili e Fili, che sono fratelli. Bifur, reso muto da una ferita subita da giovane, e i suoi fratelli Bofur e Bombur sono lì per il piacere dell’avventura e sono anche piuttosto scettici riguardo il sogno di recuperare il bottino. Balin invece è la sentinella del gruppo, Ori è un grande suonatore di flauto e suoi fratelli sono Dori e Nori. A completare il gruppo ci sono i fratelli Gloin e Oin. Gli sceneggiatori hanno studiato a lungo il modo di caratterizzare al meglio le diverse personalità dei nani e la via migliore per farli interagire tramite dialoghi adatti, cercando di mantenere potente la loro unicità ma allo stesso tempo conservando sempre vivo lo spirito di unità nel gruppo: forte era la responsabilità di definire al meglio i loro ruoli, e in questo gli attori si sono resi partecipi suggerendo idee e mettendosi in gioco concentrandosi sul loro personaggio.Sono portati in scena da attori poco noti, ma tutti compagni di Jackson in altre avventure cinematografiche. Si sono allenati in palestra, hanno appreso i più complessi movimenti per le battaglie, studiato la pronuncia e gli accenti più diversi, e imparato a cantare come nel libro (li sentiremo intonare un brano intitolato Misty Mountains Cold, dalla tradizione Hobbit).Per capirci meglio eccovi un’immagine che vi faccia conoscere meglio questo gruppo di combattenti. 

Da sinistra: 1. Nori, Jed Brophy – 2. Fili, Dean O’Gorman -  3. Dori, Mark Hadlow – 4. Bofur, James Nesbitt – 5. Gloin, Peter Hambleton – 6. Dwalin, Graham McTavish – 7.  Thorin, Richard Armitage – 8.  Balin, Ken Stott – 9.  Oin, John Callen – 10. Bombur, Stephe Hunter – 11.  Bifur, William Kircher – 12. Ori, Adam Brown – 13. Kili, Aidan Turner. 
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Gollum – Andy SerkisSe Gandalf è uno dei più amati, Gollum è uno dei più imitati: tutti abbiamo detto almeno una volta “Il mio tesssoro”, ammettiamolo.Nei panni di questa creatura ritorna il bravissimo Andy Serkis, che per questa nuova serie ricopre anche il ruolo di regista della seconda unità.

L’attore ha dichiarato che gli ci si sono voluti un paio di giorni per recuperare le movenze e la voce di quella strana creatura, che continua a considerare uno dei personaggi scritti meglio in tutti i testi di Tolkien; la nuova sfida era rappresentare un Gollum meno segnato dal tempo e meno cattivo, riuscendo a mettere in risalto una più sottile distanza tra le sue due personalità e fornendo in tal modo una sorta di continuità tra questa e le altre pellicole. Uno dei cambiamenti che ha reso più semplice la recitazione è che Serkis ha interagito sul set assieme agli altri attori, mentre durante la trilogia de Il signore degli anelli aveva dovuto recitare su un altro set e le animazioni erano state effettuate usando i suoi movimenti come ispirazione e modello.Una volta finite le riprese dedicate a Gollum, che sono state le prime ad essere girate, Peter Jackson gli ha proposto l’arduo e inatteso compito: cercava qualcuno che conoscesse il suo modo di girare e la Terra di Mezzo, qualcuno in grado di filmare in modo tale da supportare maggiormente gli attori essendolo lui stesso, una persona che non avrebbe dovuto occuparsi soltanto di scene d’azione, ma anche di scene drammatiche con i personaggi principali. Serkis era l’uomo per lui. Le riprese sono state impegnative e segnate da parecchi incidenti logistici, ma Jackson si è detto molto soddisfatto del lavoro.Il registaIl film ha dovuto superare parecchie difficoltà per arrivare a noi. Vi faccio un breve riassunto. Peter Jackson aveva espresso il desiderio di portare il romanzo sul grande schermo già nel 1995, ma poi venne la prima trilogia e la cosa venne messa da parte. Nel 2007 la MGM,  proprietaria dei diritti di produzione, rischiò il fallimento e trovò con difficoltà un accordo con la New Line, che detiene i diritti di distribuzione. Una volta che l’accordo fu siglato Jackson decide di cedere la palla a Guillermo Del Toro che però presto abbandona il progetto. Nel 2010 Peter Jackson riprende il progetto in mano ma nasce un problema con i lavoratori neozelandesi, che scioperano in conseguenza a una nuova legislazione nazionale; gli chiedono però di attendere e restare in Nuova Zelanda, di non girare il progetto in altri luoghi e arriva finalmente il momento in cui il governo rivede alcune norme. Il 21 marzo 2011 iniziano ufficialmente le prime riprese.Jackson negli anni si è sempre dichiarato titubante, principalmente per il timore di non poter ripetere il successo ottenuto in passato oltre che, come già detto, per la difficoltà di un film con un cast molto numeroso. Ha affermato che la volontà di coinvolgere Del Toro era nata dal desiderio di vedere come un altro regista si sarebbe comportato con quel materiale, com’è sempre successo ad esempio con i film di James Bond; quando il progetto è tornato nelle sue mani, dopo una prima sensazione di dovere, ha ammesso di essersi subito risentito a casa.L’esperienza però è stata molto diversa dalla precedente. Non si voleva girare un film per bambini e nemmeno un film estremamente bellico e oscuro: il risultato è stato l’insieme di quello che è considerato un romanzo per ragazzi e di materiale più cupo nato dopo la stesura de Il signore degli anelli, ovvero un’accurata miscela che approfondisce molti lati della Terra di Mezzo e dei suoi abitanti sotto forma di un film fatto per le famiglie e per essere visto insieme alla prima trilogia come in una maratona. Jackson ha voluto un film girato con tecnologie che rendano reale anche il fantasy, per il desiderio di analizzare meglio il lato umano dei protagonisti anche nelle scene più spettacolari, comprendendo i loro sentimenti durante ogni esperienza, cercando il miglior bilanciamento possibile tra humour e miticità.

Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato
I set, le riprese e le innovazioni.C’era una vecchia fabbrica di vernici a Wellington, in Nuova Zelanda. Quello è il posto dove sono state effettuate le riprese sia de Lo Hobbit che de Il signore degli Anelli, ovvero gli Street Studios. A Matamata, invece, è stata ricostruita Hobbiville.A uno staff composto da centinaia di professionisti sono volute una cosa come 8900 ore per smantellare e ricostruire i set del film, riportando la Contea e Gran Burrone allo splendore che avevano perso dopo che i set erano divenuti luogo di gite turistiche alla fine delle riprese precedenti. Sono state recuperate pietre di varie grandezze e molto legname, con cui sono state ricostruite sezioni di foreste e persino un fiume in piena con un meccanismo in grado di ricreare onde gigantesche, sono state utilizzate 300 bottigliette di colla liquida e messi in piedi pannelli per il green screen grandi quaranta metri in lunghezza e venti in altezza, si è volto un pensiero agli attori ricreando spazi di recitazione dove si potesse unire la funzionalità alla credibilità.Il tutto è stato isolato acusticamente per non essere più disturbati dagli aerei di passaggio che avevano tanto infastidito in passato. Le tecnologie sono migliorate e il realismo con cui vengono rappresentati ora i muscoli e la pelle di Troll e Orchi è semplicemente sorprendente. Sono stati creati nuovi modelli in scala della Terra di Mezzo che consentissero di entrare con la telecamera all’interno di un’abitazione e ricostruirne l’arredamento al computer. Nuove tecnologie robotiche sono arrivate in soccorso consentendo di utilizzare laser da intaglio, macchinari per la godronatura di abiti, protesi create per l’occasione e ottime stampanti 3D. Sul set c’era anche una Breakdown artistche si occupava di rendere sciupati e sporchi gli abiti appena creati.Molti cambiamenti, inoltre, sono derivati dalla scelta di girare in 3D. Nella serie de Il signore degli anelli si ricorreva a tecniche prospettiche per rendere l’idea della diversa statura, distanziando gli attori, ma questo non sarebbe stato possibile con questo tipo di tecnologia. Ian McKellen ha dovuto, ad esempio, girare certe scene nella casa di Baggins in un set separato da Freeman e dagli attori che interpretavano i nani: ogni personaggi ha dovuto imparare una perfetta coreografia di passi e movimenti, come se stessero interagendo comunque gli uni con gli altri, in modo tale che al momento del montaggio delle riprese e dei ritocchi delle stature in digitale la ricostruzione sarebbe stata agevole e perfetta. Compito toccato anche alle controfigure dei personaggi principali, che in media erano cinque.Le videocamere utilizzate sono una versione upgrade di quelle che Cameron ha scelto per Avatar, andando a girare su un digitale che è molto meno benevolo della pellicola, raccogliendo ogni traccia di umidità e riprendendo l’atmosfera in maniera molto più morbida. E qui arriviamo all’argomento più dibattuto, sui giornali e in rete.Lo Hobbit è stato girato con una definizione raddoppiata: ben 48 fps – n.d.r. frame al secondo – che cercano credibilità e non perdonano imprecisione e incapacità. Un’immagine definita come mai prima, definitia da molti come eccessivamente realistica per un film di questo tipo, per quanto renda oggettivamente più sfruttabile e godibile il 3D. Quei 48 fps rappresentano una scommessa per Jackson, che considera tale evoluzione cinematografica come una vera e propria rivoluzione, affermando che, per quanto sia spiazzante all’inizio, consentirà di godere della visione di un film provando la sensazione di entrare realmente dentro gli sterminati scenari che si sono impegnati a ricostruire.Serkis e molti membri del cast, alcuni dei quali sono stati conquistati da questa nuova prospettiva visiva dopo un’iniziale titubanza, difendono la scelta del regista sostenendo che quando lo spettatore sarà al cinema sarà talmente rapito dalla narrazione da non preoccuparsi minimamente della definizione. Vedremo!Trucco e parruccoCome già detto, forte attenzione è stata data alla diversificazione fisica dei nani, che hanno un bel da fare al team di truccatori e parrucchieri: si sono sperimentati vari modi di acconciare e tagliare la barba e in tutto sono state create una media di sei parrucche soltanto per loro, contro le otto degli altri attori principali. Un grande aiuto nel make-up è arrivato con le protesi in Plat-Gel: mentre in passato si usavano protesi che potevano spesso essere utilizzate una volta soltanto, questo gel consente meno tempo per essere indossato e una notevole resistenza al calore, all’acqua e agli urti. Le orecchie degli elfi, invece, sono rimaste quelle della prima trilogia, fatte in gelatina o silicone.

Lik e shoppingL’azienda turistica neozelandese propone numerosi tour dei set della Contea e del monte Victoria, dove sono state girate molte scene d’azione, ma una delle cose più curiose è divertenti è il video che la Air New Zeland diffone a bordo dei suoi aerei per spiegare le norme di sicurezza a bordo? Non perdetevelo.Lego ha creato un piccolo gioco da tavola, spopolano calendari e action figures, mentre le poste neozelandesi hanno creato una serie di francobolli e di monete in occasione dell’uscita del film.
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Video-interviste: Cate Blanchett, Christopher Lee, Aidan Turner, Adam Brown, Graham McTavish, Dean O'Gorman, James Nesbitt.
Un'intervista a Richard Armitage al The Marilyn Denis Show.
Peter Jackson parla di Smaug e delle creature della Terra di Mezzo.
Videoblog dal set con sottotitoli in italiano: 12345678 e 9
Clip in inglese: 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7.
Otto spot in italiano: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8.

* * * * * *Per voi anche un’immagine sistemata da me tramite un montaggio tratto da immagini del sito ufficiale dedicato da Warner Bros Italia a Lo Hobbit. Cliccate per vedere la versione a grandezza originale.

Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato

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Le informazioni di questo articolo arrivano principalmente dagli ultimi numeri di Ciak, Total Film Italia e Best Movie; per quanto riguarda i siti internet che ho seguito e vi consiglio, ho trovato fonti adeguate su Comingsoon.net, Film.com, Ew.com e Firstshowing.net.

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