Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato di P. Jackson

 Un viaggio inaspettato o a lungo atteso?
Bentornati nella Terra di Mezzo. Dopo ben cinque anni di lavorazione, tra cambio di registi e il fallimento di una casa di produzione, finalmente Lo Hobbit è arrivato nelle sale cinematografiche. Il regista neozelandese Peter Jackson, con grande felicità ritorna dietro la macchina da presa, per raccontare nuove e incredibili avventure di quella terra così magica e senza tempo. Peter Jackson è la persona adatta, per dar nuova linfa a un mito che a distanza di quasi dieci anni, è ancora vivo nel cuore dei fan. Il Signore degli Anelli riuscì a sbancare ai botteghini e a stravincere gli Oscar. Anche Lo Hobbit riuscirà nell’impresa? E’ ancora presto per dirlo, ma da ciò che si legge in giro, la nuova fatica di Peter Jackson non deluderà affatto le aspettative. Erano gli anni ‘30 quando un professore di linguistica e folklore diede vita a una saga leggendaria. Lo Hobbit che cronologicamente si posiziona prima del Signore degli Anelli, racconta la giovinezza di Bilbo Baggins che causa di forza maggiore, inizierà un viaggio del tutto inaspettato. Insieme a una compagnia di 13 Nani ed accompagnati da Gandalf il Grigio, si dirigerà nel regno di Erebor, per ritrovare un mistico tesoro sorvegliato dal drago Smaug. Durante il viaggio Bilbo non tarderà a incontrare Orchi ed altre pericolose creature, ma soprattutto incrocerà il suo cammino con il viscido Gollum dove entrerà in possesso dell’Anello “per donarli, ghermirli e nel buio incatenarli”.

In un’epoca in cui il cinema è costellato di pallidi remake e insulsi reboot, forse Lo Hobbit diventerà l’operazione commerciale più imponente del 2012. Riportare in vita il mito creato da Tolkien sembra essere la scelta migliore, forse l’unica possibile. In quelle pagine infatti lo scrittore inglese cominciò a costruire le basi per una storia epica ed emozionante; piantò i semi per le vicende di Frodo e della Compagnia dell’Anello e regalò al mondo un assaggio della sua creatività. Peter Jackson afferma che girare Lo Hobbit significa molto di più che fare un semplice prequel, è un viaggio vero e proprio in un luogo pieno di immaginazione, bellezza e dramma. Ma diciamoci la verità, se Il Signore degli Anelli puntava all’effetto novità e “sulla chiamata” alle armi dei fan di Tolkien, per Lo Hobbit serve qualcosa di più per non scadere in qualcosa di già visto. Per questo si punta su una regia intensa e decisa, su effetti speciali mirabolanti, dialoghi concisi dal sapore epico, conditi con un pizzico di ilarità ed una vicenda che entra subito nel vivo. Quelle che serve per questo Lo Hobbit è “modernizzare” la saga di Frodo e Company e adattarla per un pubblico più esigente, attento ai particolari e alla ricerca di innovazione. Anche per questo motivo le vicende di Lo Hobbit si faranno in 3, per permettere alla storia di affondare le mani, scavare a fondo e riportare alle luce le radici della Terra di Mezzo, per poter far da ponte tra questa saga ed un’altra. Anche se i libri scritti e dedicati a Bilbo Baggins sono due e composti da 342 pagine, il Regista ha disposizione una quantità tale di girato da poter dar vita ad una nuova trilogia.
A tutti i fan di Tolkien e non, sellate i cavalli e affilate le vostre spade, perché a breve inizierà un viaggio inaspettato ma da tempo annunciato.

di Carlo Lanna