Quando si tratta di tagliare la carne viva della gente per bene di un Paese finito nel baratro per la pessima gestione del bene comune da parte di una classe dirigente corrotta e truffaldina, “loro” sono rapidi, efficaci ed efficienti. Quando però tocca a “loro”, fare dei sacrifici riducendosi sprechi e privilegi, allora certi provvedimenti diventano demagogici, la forbice s’inceppa e s’inventano di tutto e sono capaci di ogni nefandezza pur di “rinviare” i tagli che li riguardano. Puntualmente temporeggiano, rimandano, fanno melina, fino a far saltare il tavolo e mandare tutto a carte quarantotto! E’ ormai un fatto di “cronaca marrone”, tale per l’appunto il colore della “cacca” nella quale “loro” ci hanno cacciato e lì lasciato, che il Senato abbia rinviato da giovedì della scorsa settimana a domani il voto di fiducia sul decreto che taglia i costi della politica, a causa di - udite, udite - uno sciopero dei treni!!! E allora che fare? Semplice: slittare la data del voto perché altrimenti i "senatori pendolari" sarebbero stati costretti a rimanere a Roma. Perché, come noto, quando c'è uno sciopero dei trasporti i lavoratori dipendenti, i commercianti, i liberi professionisti e i comuni cittadini si prendono tutti un giorno di ferie e "slittano" pure loro. Certo che no! Nel mondo reale si va a lavorare lo stesso, nel super-pagato mondo di Palazzo Madama il presidente Schifani rimanda tutto a domani, martedì 4 dicembre. Ventimila euro al mese, vitto e alloggio pagato, benefit e auto blu non bastano a trattenere i "senatori pendolari" a Roma per un weekend, a votare una legge tanto attesa dall’opinione pubblica? Evidentemente, no! Ma domani, dopodomani, l’anno prossimo, cosa s’inventeranno di nuovo per evitare di “tagliarsi”? Magari uno sciopero della forbice, oppure un onorevole attacco di cacarella? In un Paese dove la gente per bene si spacca la schiena per racimolare quattro soldi, di cui tre vanno allo Stato per ripianare i “loro” debiti, non è certo un bello spettacolo quello dato da chi invece dovrebbe fornire per primo il buon esempio! Ma “loro” la forbice la usano solo per tagliare diritti e dignità del popolo italiano. Il bel gesto di “dare il buon esempio” evidentemente non gl’interessa affatto e forse non arriverà mai! Invece quel che arriva, e proprio dal Quirinale, è un altro sonoro schiaffone agli italiani: il Presidente della Repubblica si alza lo stipendio! Nel comparto pubblico, ormai è risaputo, il Quirinale gode di stipendi da capogiro e ci costa il doppio di Buckingham Palace! Ebbene, qui, il Primo inquilino di quello che fu il Palazzo dei papi è l'unico ad aver salvato la busta paga dalla forbice della spending review: nel 2013 ai 239.192 euro che già prende, ne aggiungerà altri 8.835!!! Fa una certa impressione scoprire che lo stipendio del Presidente sarà l’unico ad aumentare nel 2013 in tutto il comparto pubblico, dove da anni vige il blocco di salari decisamente più magri!!! “La notizia è nascosta fra i trasferimenti del ministero dell’Economia sui costi della politica raccontati dalla tabella 2 allegata alla legge di stabilità", spiega il vicedirettore di Libero nell’edizione di venerdì 30 novembre. Evidentemente, l'inquilino del Colle - che predica sacrifici per tutti, ma si guarda bene dal farli in prima persona - è sordo al grido di rabbia dei cittadini. E non c'è peggior sordo al mondo di chi non vuol sentire! Ma chissà se alle prossime elezioni ci sarà davvero quel grande botto capace di farsi sentire persino dal peggiore dei sordi?
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Quando si tratta di tagliare la carne viva della gente per bene di un Paese finito nel baratro per la pessima gestione del bene comune da parte di una classe dirigente corrotta e truffaldina, “loro” sono rapidi, efficaci ed efficienti. Quando però tocca a “loro”, fare dei sacrifici riducendosi sprechi e privilegi, allora certi provvedimenti diventano demagogici, la forbice s’inceppa e s’inventano di tutto e sono capaci di ogni nefandezza pur di “rinviare” i tagli che li riguardano. Puntualmente temporeggiano, rimandano, fanno melina, fino a far saltare il tavolo e mandare tutto a carte quarantotto! E’ ormai un fatto di “cronaca marrone”, tale per l’appunto il colore della “cacca” nella quale “loro” ci hanno cacciato e lì lasciato, che il Senato abbia rinviato da giovedì della scorsa settimana a domani il voto di fiducia sul decreto che taglia i costi della politica, a causa di - udite, udite - uno sciopero dei treni!!! E allora che fare? Semplice: slittare la data del voto perché altrimenti i "senatori pendolari" sarebbero stati costretti a rimanere a Roma. Perché, come noto, quando c'è uno sciopero dei trasporti i lavoratori dipendenti, i commercianti, i liberi professionisti e i comuni cittadini si prendono tutti un giorno di ferie e "slittano" pure loro. Certo che no! Nel mondo reale si va a lavorare lo stesso, nel super-pagato mondo di Palazzo Madama il presidente Schifani rimanda tutto a domani, martedì 4 dicembre. Ventimila euro al mese, vitto e alloggio pagato, benefit e auto blu non bastano a trattenere i "senatori pendolari" a Roma per un weekend, a votare una legge tanto attesa dall’opinione pubblica? Evidentemente, no! Ma domani, dopodomani, l’anno prossimo, cosa s’inventeranno di nuovo per evitare di “tagliarsi”? Magari uno sciopero della forbice, oppure un onorevole attacco di cacarella? In un Paese dove la gente per bene si spacca la schiena per racimolare quattro soldi, di cui tre vanno allo Stato per ripianare i “loro” debiti, non è certo un bello spettacolo quello dato da chi invece dovrebbe fornire per primo il buon esempio! Ma “loro” la forbice la usano solo per tagliare diritti e dignità del popolo italiano. Il bel gesto di “dare il buon esempio” evidentemente non gl’interessa affatto e forse non arriverà mai! Invece quel che arriva, e proprio dal Quirinale, è un altro sonoro schiaffone agli italiani: il Presidente della Repubblica si alza lo stipendio! Nel comparto pubblico, ormai è risaputo, il Quirinale gode di stipendi da capogiro e ci costa il doppio di Buckingham Palace! Ebbene, qui, il Primo inquilino di quello che fu il Palazzo dei papi è l'unico ad aver salvato la busta paga dalla forbice della spending review: nel 2013 ai 239.192 euro che già prende, ne aggiungerà altri 8.835!!! Fa una certa impressione scoprire che lo stipendio del Presidente sarà l’unico ad aumentare nel 2013 in tutto il comparto pubblico, dove da anni vige il blocco di salari decisamente più magri!!! “La notizia è nascosta fra i trasferimenti del ministero dell’Economia sui costi della politica raccontati dalla tabella 2 allegata alla legge di stabilità", spiega il vicedirettore di Libero nell’edizione di venerdì 30 novembre. Evidentemente, l'inquilino del Colle - che predica sacrifici per tutti, ma si guarda bene dal farli in prima persona - è sordo al grido di rabbia dei cittadini. E non c'è peggior sordo al mondo di chi non vuol sentire! Ma chissà se alle prossime elezioni ci sarà davvero quel grande botto capace di farsi sentire persino dal peggiore dei sordi?
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