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Lo scrittore deve imparare dal macellaio

Da Marcofre

 

lo scrittore deve imparare

Il macellaio ha una grande attenzione per il proprio cliente (almeno il macellaio che vuole durare); perché da lui riceve i soldi. Senza di essi, non sarebbe in grado di alzare ogni mattina la saracinesca.

Per questo motivo, chi scrive deve imparare anche dal macellaio (e non solo perché chi scrive ha a che fare con quel mestiere: pure la scrittura taglia e amputa).

Il mio macellaio è giovane, e sa bene che i miei soldi non sono quelli di Monopoli. Li guadagno (come lui). Non mi va di buttarli in prodotti mediocri.

Il mestiere dello scrittore ha a che fare col denaro. Lo so, a questo punto c’è sempre qualcuno che inorridisce; che sviene; che alza gli occhi al cielo e si chiede:

“Dove andremo a finire con questi tristi discorsi sul denaro e la letteratura, che è nobile, perché l’artista è in contatto diretto con l’ispirazione, con l’energia positiva del mondo che…”

(A questo punto io starei già russando).

Non so dove tu vuoi andare a finire, io qualche idea ce l’avrei.

Al di là delle chiacchiere, il fatto che un mucchio di artisti sia morto di fame, non rende questa condizione invidiabile. Né auspicabile.

Significa solo che il pubblico non capisce molto di arte, perché l’arte è per pochi. Come la montagna.

Torniamo al macellaio. Perché vado da lui? Perché mi piace la carne, e se voglio una buona bistecca so a chi rivolgermi. Perché lui è un macellaio. Lo so. Me lo dice l’insegna, il negozio, i coltelli, le mannaie, i tagli di carne esposti nel banco.

Perché un lettore dovrebbe venire da te? Scrivi? Sai che sforzo.

Hai pubblicato un libro? Sai che sforzo.

Il fatto è che nessuno riuscirebbe a distinguere te, da un altro che ha scritto e pubblicato. Manca quello che gli esperti chiamano “Valore aggiunto”, e che distingue te, da un altro.

Il lettore non è uno che compra qualunque cosa. Il lettore compra quando scopre un valore (o immagina che ci sia) in te, invece che in quello accanto. Non solo ti riconosce, ma riconosce nella tua personalità, nella tua voce, un’autorevolezza che non trova da nessun’altra parte.

Autorevolezza, personalità, capacità di conversazione: non sono parole. Nemmeno abiti da indossare o togliere a seconda delle convenienze e delle occasioni. Sei tu, e basta. Benché possa sembrare quasi folle: è parte del tuo lavoro. È il tuo lavoro.

Scrivere e basta, te lo puoi permettere se sei Stephen King. Se lui su Twitter scrivesse “Babau”, i suoi followers sarebbero estasiati.


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