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Lo scrittore è una start-up

Da Marcofre

lo scrittore è una start-up

Se fatichi a immaginare lo scrittore come una start-up allora non ho alcun dubbio. Sei prigioniero di un mucchio di sogni, mentre è con la realtà che devi velocemente dialogare. E iniziare a porti alcune domande, a meno che tu non voglia restare ai margini. Sarebbe un peccato, perché magari la tua storia merita qualcosa di più, però devi osare. Devi cambiare modo di pensare al tuo ruolo di scrittore.

Pensa come una start-up

Lo so che non è romantico. Lo dici proprio a me? Da un pezzo sto tentando di rendere popolare questo blog e le mie storie, e quando intendo “popolare”, intendo proprio quello.
Poche chiacchiere: o trovi 1000 fans, oppure le tue storie per quanto belle e buone e nobili saranno destinate all’oblio. E per uscire dall’anonimato, non conosco altro metodo che questo: pensare come una start-up.
Come una start-up, il tuo marchio non ha mercato. Non esisti, nessuno ti conosce. Scrivi? Sai che novità… Dire che il Web è pieno di gente che legge non significa niente. È come aprire un ristorante perché “La gente mangia”. Se sei l’unico in città ce la farai, probabilmente, ma ricorda questo. Prima che tu arrivassi la gente non moriva di fame, giusto? Se la qualità della tua ristorazione non è alta, essere l’unico non ti salverà dal fiasco. E presto qualcun altro aprirà un ristorante di fronte al tuo.
La morale?
Tutti sono in grado di indicare dov’è il mercato: pochi sanno scovare il proprio mercato.

Un mercato si costruisce con solidi argomenti

Credo che un buon mezzo per trovare il proprio mercato sia avere dei solidi argomenti. Lo so che una tale affermazione può apparire un poco bislacca. Chi scrive tende ad avere la testa tra le nuvole. Occorre invece scendere e fare i conti con la terra.
Tu scrivi, quindi sei una start-up, e come tutte le start-up devi imparare a posizionarti. Che cosa vuol dire che uno scrittore deve posizionarsi? Buona domanda, sul serio. Ti faccio i complimenti e ti stringo la mano.
Devi “solo” spiegare:

Perché la tua azienda è stata fondata (Quindi: perché scrivi? Come vedi è un interrogativo che ritorna spesso)?

Perché la clientela deve fare spazio alle tue opere invece di scegliere ancora e ancora Stephen King?

Perché la tua clientela (i tuoi lettori) dovrebbe poi parlare bene di te (col passaparola, e consigliare le tue storie ad altre persone)?

Se tutto questo ti pare “troppo” è perché non ti interessa affatto scrivere. Sì, ti piace; ma se non sei disposto a osare, è soltanto bla bla bla. Come dici? Che la faccenda dei solidi argomenti fa acqua? Al contrario.
Le case editrici, le aziende di automobili, non nascono per magia. Non si investono milioni in macchinari e strutture perché è divertente. Lo si fa perché si hanno dei solidi argomenti che spingono le persone a mettere mano al portafogli.

“Ma io scrivo storie!”

Certo. Ma se non offri solidi argomenti sarai l’unico a leggerle.
Il primo passo è tentare di rispondere alle 3 questioni che ho scritto qualche riga fa, in corsivo. Non mi sorprenderei se a parte la prima, le altre due svelassero uno spaventoso vuoto. È normale. Credevi di essere in gara e invece hai scoperto che sei ancora nello spogliatoio. Stai “sognando” di correre la maratona di New York e di essere tra i primi 10, ma devi ancora indossare le scarpe. Proverò a rispondere io, allora…

Trova le risposte

Perché la tua azienda è stata fondata?

La società “Marco Freccero” è stata fondata per celebrare le erbacce (quante volte l’ho scritto? Abbastanza, credo). Vale a dire le persone che tirano a campare. Non è interessata, questa società, a educare, migliorare, indicare al popolo le cose buone da fare. Desidera solo raccontare storie. Il suo motto infatti è: “Prima la storia, poi il lettore”.

Perché la clientela deve fare spazio alle tue opere invece di scegliere ancora e ancora Stephen King?

I prodotti rilasciati dalla società “Marco Freccero” hanno uno sguardo vero sulla realtà, grazie a uno stile asciutto e curato. Sono storie di vita dove i veri eroi sono uomini e donne che resistono.

Perché la tua clientela (i tuoi lettori) dovrebbe poi parlare bene di te (col passaparola, e consigliare le tue storie ad altre persone)?

La società “Marco Freccero” fa riflettere su una società malata di se stessa, addormentata da una certa cultura che predilige i primi della classe, e disprezza le erbacce. Il cliente dovrebbe consigliare i prodotti di questa società perché “disturbano”.


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