Poiché, però, c'è quel piccolo problema chiamato condanna, si propongono nuove alchimie: se la Costituzione stabilisce che il popolo è sovrano, automaticamente "Si deve dare la parola agli italiani: la sentenza la emettano loro con il voto". Nessuna separazione dei poteri è possibile nella democrazia plebiscitaria degli italoforzuti. Come nelle peggiori dittature sudamericane, al leader è concesso tutto e il verdetto sul suo operato spetta soltanto alle adunate oceaniche. Non sarebbe il primo Ventennio in Italia ad assumere simili caratteristiche. Con le debite proporzioni. Il fascismo, infatti, era un'altra cosa: era un’esperienza politica che generò al suo interno un autoritarismo criminale nella cornice non proprio democratica del secolo breve. Qui siamo di fronte a qualcosa di diverso, ad un fenomeno sociale che vede un movimento intero combattere per l'impunità di un uomo, per la sua libertà personale, ed intende scardinare i tradizionali assetti che garantiscono una convivenza civile. E' sfascismo, non v'è dubbio. In questo miserevole balletto c'è anche spazio per le storie all'italiana, per chi, dopo anni, essendo finalmente giunto su uno scranno ministeriale, proprio non ne vuol sapere di far crollare la baracca. Scriveva, a ragione, Longanesi che sul tricolore bisognava apporre una scritta, un bel "tengo famiglia" per professare subito l'essenza del nostro spirito nazionale. Ad ogni modo, il ministro Mauro vuole un'amnistia, un provvedimento di clemenza che risolva la delicata questione del sovraffollamento delle carceri e consenta al Cavaliere di riottenere i margini d'azione indispensabili per la propria agibilità politica. Il dado è tratto: anziché seguire il Tito di Mozart per "vedere se più costante sia l'altrui perfidia o la clemenza mia", il titolare della Difesa aspira a mischiare le carte, a fare confusione. Come Willy il Coyote della Warner Bros, nasconde il Caimano dietro gli alberi o sotto i sassi, nella speranza che l'ex premier passi inosservato. Scelta Civica prende le distanze dall'idea peregrina di un simile salvacondotto; ma bontà loro e santissimo cielo, non lo sapevano che Mauro veniva da quel centrodestra lì? Che col Cavaliere è stato per lungo tempo pappa e ciccia? Non avevano idea, al momento della designazione, di chi fosse il saggio che sponsorizzavano? O pensavano ad un curioso caso di omonimia?
G.L.