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Nel 1969 gli Stati Uniti sbarcarono sulla Luna, dopodiché fu un continuo lancio di satelliti spia, stazioni spaziali e Space Shuttle. Il comune denominatore era uno soltanto, tutto era gestito da agenzie pubbliche.
Ma oggi racconterò una storia diversa da quella delle agenzie americane o del programma spaziale sovietico: tutto cominciò nel luglio del 1962 quando da Cape Canaveral partì un razzo della NASA con un carico molto particolare, si chiamava Telstar ed era il primo satellite privato lanciato nello Spazio.
Il Telstar era un satellite per telecomunicazioni che permise la prima mondovisione, trasmettendo immagini televisive da una parte all’altra dell’Atlantico. Fino ad allora l’interesse dei privati allo Spazio era limitato alle forniture alle agenzie pubbliche, ma dopo il 1962 il focus si spostò sullo Spazio stesso, ora sfruttabile commercialmente.
Dopo il Telstar furono lanciati tantissimi satelliti privati, non solo per le telecomunicazioni ma anche per la cattura di fotografie satellitari (quelle usate ad esempio da Google Maps), per lo sviluppo di previsioni del tempo e per molti altri scopi.
L’avvento degli anni ’90 portò grandi rivoluzioni in questo campo: il 5 aprile 1990 venne lanciato il Pegasus, il primo razzo interamente finanziato da privati, che era in grado di portare in orbita due carichi fino a un peso totale di 443 chilogrammi ad un prezzo di soli 6 milioni di dollari. Da allora il Pegasus ha effettuato 40 missioni, di cui 37 si sono rivelati lanci di successo.
Il 1990 ha portato un’altra grande novità nell’industria aerospaziale: il 2 dicembre Toyohiro Akiyama raggiunse la MIR (la stazione spaziale russa) diventando il primo turista pagante dello Spazio. Per la precisione il suo viaggio venne pagato, ben 28 milioni di dollari, dal network televisivo per il quale lavorava, la Tokyo Broadcasting System. Il primo turista che si pagò personalmente il viaggio, 20 milioni di dollari, fu Dennis Tito che arrivò sulla Stazione Spaziale Internazionale il 28 aprile 2001. Il suo viaggio venne organizzato dalla Space Adventures Ltd., fondata nel 1998, che è la prima agenzia viaggi spaziale, ovviamente privata. La Space Adventures ha all’attivo sette viaggi turistici coronati da successo, con un solo cliente rimasto a terra per motivi di salute.
Naturalmente non tutti hanno la disponibilità economica per pagare decine di milioni di dollari una vacanza, e anche a questo le imprese private stanno lavorando. La Spaceship Company è una joint venture fondata da Virgin Galactic, del gruppo Virgin di Richard Branson, e Scaled Composites, la società che nel 2004 vinse l’Ansari X Prize (il premio di 10 milioni di dollari per il primo privato a raggiungere l’orbita con una navicella riutilizzabile). Scopo della joint venture è costruire la SpaceShipTwo, navicella in grado di portare in orbita, per una decina di minuti, sei passeggeri. Attualmente la navetta, che si pensava pronta per il 2012, è in fase di test; ciononostante sono già stati venduti i primi quattro lotti di cento biglietti. Ben 65.000 persone si sono contese il primo lotto al prezzo di 200.000 dollari per biglietto.
Il trasporto spaziale, però, non si limita a portare ricchi turisti in volo suborbitale: è necessario portare astronauti e materiali in volo orbitale, fino alle stazioni spaziali. L’8 ottobre 2012 il Dragon, costruito dalla SpaceX, ha compiuto con successo il primo volo cargo commerciale della storia rifornendo la stazione spaziale internazionale. Secondo gli obiettivi dichiarati dall’azienda ognuno dei sette posti passeggeri a bordo dovrebbe costare circa 20 milioni di dollari, contro i 63 delle Soyuz attualmente in uso.
Il Dragon rappresenta un rovesciamento del vecchio paradigma spaziale per il quale i privati si affidavano alle agenzie pubbliche per portare a destinazione i propri carichi, ora è la NASA ad affidarsi ad avanzatissimi fattorini spaziali privati perchè più efficienti dei mezzi statali.
Un altro sviluppo della corsa spaziale privata è stato intrapreso dalla Bigelow Aerospace, che sta sviluppando moduli gonfiabili per una stazione spaziale commerciale.
Fantascienza?
I primi due moduli sperimentali Genesis I e Genesis II sono già in orbita attorno alla Terra, il progetto prevede di dare il via ai lanci per la nuova stazione nel 2014 e dal 2015 rendere, almeno parzialmente, operativa la stazione (il progetto però potrebbe subire ritardi per la mancanza di vettori per il rifornimento della stazione e il trasporto dei passeggeri). La nuova stazione sarà utilizzata per facoltosi turisti (si parla di 23 milioni di dollari per un mese) oppure sarà affittata ad agenzie spaziali non disposte ad investire in una stazione spaziale (in questo caso i prezzi sono attorno al centinaio di milioni di dollari all’anno), questa seconda soluzione ha già suscitato gli interessi di Regno Unito, Paesi Bassi, Australia, Singapore, Giappone e Svezia.
Il successo riscosso dal progetto ha portato la Bigelow Aerospace a concepire per il futuro basi lunari e perfino marziane.
I progetti e le applicazioni per il futuro, immaginate e sognate dalle sempre più numerose compagnie del settore, sono potenzialmente infiniti: numerose compagnie stanno studiando mezzi per effettuare atterraggi sulla Luna o su altri pianeti, altri ancora rover e mezzi di trasporto per altri pianeti, sono allo studio stazioni di rifornimento orbitanti e telescopi spaziali privati.
Una proposta interessante suggerisce la messa in orbita di grandi centrali elettriche solari, che non subirebbero riduzione di potenza a causa dell’atmosfera e delle nubi. Intrigante l’idea di costruire un ascensore per lo Spazio, in grado di portare materiali in orbita senza l’uso di costosi razzi. Probabilmente uno dei progetti più affascinanti è stato intrapreso dalla Planetary Resources. Lo scopo è sviluppare l’estrazione mineraria dagli asteroidi, un obiettivo molto difficile e costoso, ma con grandi possibilità di guadagno, basti pensare che un piccolo asteroide metallico può contenere materiale per un valore di 20 trilioni di dollari (per un confronto il PIL USA è di circa 14 trilioni).
Comunque sia, nell’avventura dei privati nello Spazio non avrà successo chi riuscirà maggiormente ad affascinare il presidente o la commissione parlamentare di turno, ogni idea dovrà infatti passare sotto il solo giudizio del mercato che, unico giudice, sancirà chi sarà in grado di far quadrare i bilanci e chi invece si scontrerà con l’irrealizzabilità e il fallimento. Questa capacità di innovare liberamente, senza vincoli di progetti di ricerca pubblici, e l’alta efficienza raggiunta( o che si prospetta di raggiungere) ha consegnato il futuro della corsa allo Spazio ai privati.
di Tommaso Cabrini
co-blogger at The Road to Liberty
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