[...] Qualunque sia la causa, un bambino autistico non mostra quasi nessuna reazione al mondo esterno e agli altri. Se viene messo su un'altalena e spinto avanti e indietro, potrà apparire lievemente coinvolto dall'esperienza, ma appena viene lasciato da solo a spingersi precipita nell'apatia.
Se gli si tira una palla, non alza mai le mani né per prenderla né per respingerla. La maggior parte del tempo libero lo trascorre facendo movimenti ripetitivi e meccanici chiamati "twiddling".
Per qualche ignoto motivo, la scintilla del desiderio si è persa nello scuro e tortuoso labirinto dell'egocentrismo.
A volte per farla tornare è sufficiente un trucco. Una volta guardai un videotape di bambini autistici che, a tre o quattro anni, non avevano ancora imparato a camminare. Chiusi nel loro isolamento, riuscivano a stare in piedi solo se si dava loro un sostegno a cui appoggiarsi. Altrimenti cadevano immediatamente a terra e non cercavano di rialzarsi. Per aiutare questi bambini, fu escogitato un artificio geniale. Dapprima, vennero messe a circa tremetri l'una dall'alra due sedie unite da una corda. Ogni bambino venne convinto a tenersi alla corda e a fare qualche passo.Dopo un po', svolto questo compito, il bambino era in grado di andare da una sedia all'altra senza cadere. La volta successiva la corda grossa venne sostituita con una più sottile, ma il bambino non notava la differenza. Alla fine dell'esperimento, il bambino camminava "sorretto" da un pezzetto di spago inconsistente.
A quel punto ecco il colpo di genio. Per liberare i bambini dalla routine meccanica di camminare da una sedia all'altra, gli sperimentatori diedero ad ognuno di essi una cordicella da tenere in mano. Sentendosi sicuro perchè aveva ancora il suo sostegno, il bambino ora poteva camminare liberamente. Il momento in cui lasciarono andare la corda aveva qualcosa di magico. Osservando questi bambini che percorrevano per la prima volta la loro stanza mi chiesi quanti piccoli passi mi separavano dalla libertà, passi che mi sembrano burroni enormi e invalicabili, perchè non ho un pezzettino di corda da usare come ponte.
Tratto da La vita senza condizioni di Deepak Chopra