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“Lo spettacolo deve continuare. Mi si spezza il cuore. Il trucco si sta sciogliendo, ma io continuo a sorridere. Non mi arrenderò mai. Lo spettacolo deve continuare.” Il palcoscenico è una grande finzione, un trucco che vede complice lo spettatore, che dimentica di trovarsi davanti ad un palco con degli attori e s’immerge nella storia, sia essa recitata o cantata. E il trucco, o la maschera, dell’attore è solo una parte di questa finzione. Che può essere molto dolorosa per chi sta sul palco.
Il 14 ottobre 1991 veniva pubblicato “Innuendo” l’ultimo album dei Queen nella formazione storica, consolidatasi nel 1971 con l’entrata nel gruppo del bassista John Deacon, accanto ai fondatori Freddy Mercury, Brian May e Roger Taylor.
Fu Freddy Mercury, la voce della band, a proporre il nome “Queen” con queste motivazioni: «È solo un nome, ma è molto regale ovviamente, e suona benissimo. È un nome forte, molto universale e immediato. Ha molte potenziali visuali ed è aperto a tutti i tipi di interpretazioni.» Anche lo stemma della band fu disegnato da Mercury, che era diplomato in arte e design grafico.
Includeva i segni zodiacali dei quattro componenti, sovrastati da una fenice, il mitologico e immortale uccello conosciuto per la proprietà di risorgere dalle proprie ceneri. Il logo vede due leoni (Roger Taylor e John Deacon) che presidiano la corona della regina al centro di una "Q", sotto un granchio (Brian May, del Cancro), mentre due fate sedute su due rose rappresentano il segno della Vergine (Freddie Mercury).
I Queen sono una delle Band di maggiore successo della storia della musica. Hanno venduto oltre 300 milioni di dischi in tutto il pianeta, con una carriera che continua tuttora nonostante l’uscita di scena di Mercury e Deacon.
Il successo non fu immediato. I primi album, che fecero conoscere la band in Inghilterra, sono caratterizzati da atmosfere misteriose, dove fate, orchi e crudeli regine bianche e nere si incontrano e si affrontano sulle coste di mari leggendari. Il successo venne nel 1975 con l’album “A night at the opera” titolo tratto da un famoso film dei fratelli Marx del 1935.
L’album contiene una delle canzoni più celebri della band e della storia della musica, “Bohemian Rhapsody”, scritta da Mercury e accompagnata dal primo video musicale.
È anch’essa una storia tenebrosa e da incubo, in cui si muovono personaggi delle fiabe come Scaramouche, mentre cori misteriosi innalzano dall’oscurità un’invocazione coranica a Dio, il Clemente e Misericordioso. Mercury (il cui vero nome era Farrokh Bulsara) infatti era di una famiglia parsi di origine indo persiana e aveva trascorso l’infanzia nell’isola di Zanzibar.
Tornando ad Innuendo, la dodicesima ed ultima traccia dell’album porta il titolo “The show must go on”. All’inizio si pensò che essa fosse una sorta di testamento spirituale di Freddy Mercury, che all’epoca era già gravemente malato. In realtà il pezzo, caratterizzato da una melodia struggente e un testo malinconico, fu inizialmente scritto da Brian May, ma giunse alla forma definitiva attraverso un lavoro di gruppo, caratteristica comune a gran parte delle canzoni dei Queen.
Brian May, peraltro, fino all’ultimo aveva nutrito parecchi dubbi sul fatto che Freddy Mercury potesse eseguire le impegnative parti vocali del brano. Al momento della registrazione, tuttavia, Mercury gli disse semplicemente “lo farò, tesoro” e dopo aver bevuto un bicchiere di vodka eseguì quella che è considerata una delle sue migliori performance canore. Sei settimane dopo la pubblicazione dell’album Freddy Mercury morirà per le complicanze dell’AIDS, il 24 novembre 1991.
Queen, The show must go on
Da "la bottega del mistero" a Siamo in Onda su Puntoradio, del 2 aprile 2011
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