Fa discutere la nuova pubblicità di SodaStream che ha come protagonista l’attrice Scarlett Johansson per almeno due motivi e la ritengo una delle pubblicità più brutte che abbia mai visto, tolte quelle delle macchine.
La pubblicità, già diventata virale sul web, è stata progettata e girata per essere inserita nel SuperBowl del 2 febbraio ma è stata rifiutata per la frase finale che l’attrice dice che tradotta suona “scusate Pepri e Coke“, frase che non rispetterebbe le regole per le pubblicità comparative visto che mancano completamente i dati, l’unica cosa che c’è è la sensualità dell’attrice.
Niente Super Bowl quindi ma ci viene un dubbio: era quell’intermezzo quello a cui puntavano i pubblicitari? La frase che dice Scarlett si avvera: come rendo virale questo spot? Con la sua sensualità è la risposta e il risultato è ottenuto. Lo spot è virale, gira in rete e la rete ne parla, lo guarda, lo commenta, continua a farlo girare e SodaStream risparmia i 4 milioni di dollari necessari a far vedere quei 30” al Super Bowl. Insomma: inserire quella frase fastidiosa può essere tutta una trovata geniale, moderna e che apre definitivamente verso una strada ancora ben poco battuta.
L’altro aspetto, importantissimo, che viene criticato è il doppio volto di Scarlett, da un lato ambasciatrice umanitaria e dall’altro testimonial di una multinazionale, come leggiamo dal sito BDS Italia, il ramo italiano di una campagna internazionale di boicottaggio di prodotti israeliani.
Questa la lettera mandata dalla campagna internazionale alla Oxfam:
Cara Oxfam Italia,
vi scriviamo come campagna Stop Sodastream in merito ad una questione che riguarda la vostra organizzazione a livello internazionale.
L’attrice statunitense Scarlett Johansson, ambasciatrice Oxfam dal 2007, ha di recente firmato un contratto per diventare la nuova “ambasciatrice globale” per la ditta israeliana Sodastream.
Come ben sapete questa azienda è al centro di un boicottaggio internazionale poiché trae profitto dall’occupazione dei Territori Palestinesi e dal regime di apartheid imposto da Israele in quanto la sua principale fabbrica è a Ma’aleh Adumim, uno degli insediamenti israeliani in territorio palestinese occupato che sono illegali secondo il diritto internazionale.
Già nel 2012 vi avevamo scritto perché un’altra “ambasciatrice” per Sodastream, Paola Maugeri, era stata coinvolta in una vostra campagna. In quell’occasione, avete dimostrato grande coerenza con la politica di ferma condanna di Oxfam per quanto riguarda gli insediamenti israeliani, rimuovendo il video promozionale realizzato con Maugeri e comunicandole i motivi di questa scelta.
E l’indignazione viaggia in rete, sopratutto nei social:
I motivi del boicottaggio li troviamo sempre sul sito BDS alla pagina dedicata:
La fabbrica della SodaStream si trova nella zona industriale di Mishor Adumim, nella colonia di Ma’aleh Adumim, uno dei più grandi furti israeliani di terra palestinese nella Cisgiordania occupata. La terra su cui è costruito l’insediamento separa Ramallah da Gerusalemme, Betlemme e Gerico in violazione dei diritti umani e del diritto internazionale. Durante l’annuncio di ieri, la Johansson è comparsa davanti ad uno sfondo che vantava “Libera le bolle”.
Vedete quindi che tra trovate pubblicitarie e questioni internazionali, questo spot di 30” secondi fa molto discutere.
Tu cosa ne pensi? Secondo te l’esclusione è stata ‘cercata’ dai pubblicitari per risparmiare e far diventare lo spot virale? Ti sei informato sulla campagna di boicottaggio a SodaStream?