La mia generazione credo sia cresciuta nel mito del post-atomico. La nostra convinzione era che la nostra civiltà sarebbe finita per regredire in un nuovo medioevo a causa di una guerra nucleare, come i tanti film catastrofici anni ‘70/80. Tutto avrei creduto piuttosto che, invece, la civiltà occidentale sarebbe implosa e tornata a tempi barbari non per chissà quale apocalisse più o meno indotta ma perché, semplicemente, avremmo finito i soldi. Ed è questo il futuro che si profila: abbiamo tecnologie a iosa, abbiamo la possibilità di vivere tutti meglio, più a lungo, coccolati da tutti i ritrovati della scienza e della tecnica ma non potremo più utilizzare tutti i nostri gadget solo perché non avremo più i soldi per farli funzionare. Immagino un mondo senza corrente non perché non ci saranno più le centrali elettriche ma perché non potremo acquistare i carburanti per farle funzionare. Immagino un mondo senza auto perché non potremo più comprare benzina e nemmeno produrla solo perché costa troppo. E moriremo di raffreddore perché non potremo comprare l’aspirina. E anche i ricchi e i potenti prima o poi dovranno finire come il popolo derelitto: se è finita è finita per tutti. Che brutto tramonto per la pomposa civiltà del consumo.
Luca Craia