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Lo spreco dell'informazione libera

Creato il 12 gennaio 2012 da Andrea Rattacaso @rattablog2
Lo spreco dell'informazione libera Da anni ormai una parte dell'Italia si sta rendendo conto che c'è un problema di informazione, soprattutto da quando la diffusione di internet sta avendo una penetrazione più profonda nella società.
Infatti, chi ha l'opportunità di navigare sul web può fare subito dei confronti tra l'informazione televisiva classica e quella libera della rete, arrivando alla facile conclusione che la prima è pesantemente influenzata da interessi politico-economici mentre la rete, al contrario, è ancora libera.
Soprattutto noi giovani abbiamo quindi accesso a nuovi tipi di informazione che, anche se risultano di scarsa qualità, hanno maggiori riscontri con la realtà. In più i contenuti web sono spesso scaricabili sul PC, si possono archiviare e mostrare a chi ci pare e piace.
Nonostante tutto, ho riscontrato che, nonostante si possa usufruire di un informazione "senza filtro", buona parte degli utenti rimane in linea con l'informazione classica della TV, dichiarando non veritieri i contenuti della rete che contrastano con la propria visione della realtà. Succede così di sentire che Wikipedia non è “affidabile” nonostante ogni utente possa controllare i riferimenti di ogni articolo e giudicare da sé, che i video di You Tube sono “montati ad arte” per modificare la realtà, che Wikileaks fa terrorismo per i suoi interessi, ecc.
Questa analisi può farci approdare ad una conclusione:
l'informazione libera da sola non serve a nulla se le persone non sanno distinguere il bene dal male.
Questo accade con un fine meccanismo che ci mette l'uno contro l'altro e, pur avendo dinanzi un informazione chiara e trasparente, non siamo in grado di recepirla come tale.
Giusto per capire, ricordiamo qualcosa che si diceva nell'ultimo governo Berlusconi terminato a fine 2011:
  • "Questo governo è legittimato dalla maggioranza della popolazione, che ha votato per noi". In rete invece si diceva, e ancora si dice, che il Italia l'informazione è sbilanciata nettamente verso una parte politica e che le persone non hanno potuto votare obbiettivamente, visto che la TV era schierata.
  • "Non si può dare sempre la colpa alla mafia, quella è sempre esistita" oppure "La mafia ormai non esiste più". In rete invece si è liberi di dire che ci sono intrecci tra mafia e politica, con tanto di fonti ufficiali.
  • "Se le cose vanno male è colpa dei comunisti... catto-comunisti... toghe rosse... intellettuali di sinistra... giornali di sinistra... terroni e extracomunitari". Tutto questo si diceva per contrastare le informazioni in rete scomode al governo di centro-destra e alla Lega Nord.
  • "Per favore, non credete ai giornali, fidatevi di me e le cose andranno bene, tutto si aggiusterà e noi finalmente ci godremo i nostri vantaggi alla faccia di quelli che non ci hanno voluto ascoltare". Questo è il succo dei tentativi di smontare e demonizzare ogni informazione diversa dalla linea del governo precedente.
In questo modo un cittadino, pur trovandosi di fronte alla migliore inchiesta giornalistica del secolo, aveva difficoltà a credere qualcosa che andasse contro il governo di destra.
Fortunatamente con il governo Monti questo fenomeno si è attenuato, ma già molti si stanno accorgendo che gli interessi prioritari adesso si sono spostati verso le banche e la lobby della finanza. Se noi italiani non riusciamo a vedere le notizie per quello che sono, quei pochi giornalisti che lavorano onestamente per far emergere la verità sprecheranno molte delle loro risorse inutilmente.
A mio modestissimo parere, il motivo principale per cui accade ciò è la crisi di valori che affligge la maggioranza degli italiani; senza avere dei buoni valori, gli scopi e le azioni di ogni persona possono tranquillamente diventare un danno, un male per tutta la popolazione.
Ma dove si devono ricercare questi buoni valori?
Ovviamente saprete che nessuno al mondo sa quello che è giusto per noi anche perché, se facciamo un analisi superficiale,  arriviamo spesso a dire che i bisogni di una persona sono soggettivi.
Però esistono sicuro delle persone che nel mondo abbiano fatto delle conquiste morali e filosofiche, che abbiano capito più di tanti altri cosa è che davvero conta nella vita, proprio perché hanno compreso che vogliamo tutti le stesse cose: felicità, libertà nel rispetto di tutti, rispetto per se stessi, la pace, l'amore e tante altre cose di inestimabile valore.
Queste conquiste però non sono localizzate solo in poche persone, in rari paradisi del mondo o nei bei tempi andati. Esse sono sempre presenti: in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, una persona può dire o fare qualcosa che aiuta TUTTI a vivere meglio. Ma come si fa a capire quali delle informazioni che recepiamo ogni giorno sono utili per noi stessi e per la collettività?
Senza dubbio, anche se non è immediato da capire, è necessaria la fiducia negli altri e in se stessi. Solo se rispettiamo e prendiamo sul serio ogni opinione di ogni persona potremmo sperare di poter migliorare la nostra conoscenza della vita, avendo accesso ad una comprensione più ampia.
Una sete di conoscenza aperta al mondo è il primo elemento essenziale per poter apprezzare e valorizzare l'informazione libera
Inoltre serve anche il coraggio: la fiducia e il coraggio sono legati da sempre a doppio filo.
Senza un po' di fiducia verso chi ci da informazione, non avremo ne il coraggio di ascoltarlo ne la voglia di sperimentare nuovi punti di vista.
Il coraggio di sperimentare qualcosa di pericoloso può nascere solo se si ha fiducia in se stessi, fiducia nel fatto che possiamo superare il danno di un informazione errata: non si può non credere a priori a quello che ci dice qualcuno, sarebbe un ingiustizia. Tutti possediamo una forza fisica e mentale che, usate nel miglior modo, sono in grado farci superare qualsiasi avversità o danno recatoci.
Avendo fiducia nel prossimo si ha un aiuto fondamentale nell'arrivare in tempi propizi ad una comprensione generale delle cose, così da poter capire meglio quello che è più giusto per se stessi e tutta la collettività.
"Colui che non sa niente, non ama niente. Colui che non fa niente, non capisce niente. Colui che non capisce niente è spregevole. Ma colui che capisce ama, vede, osserva... La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all'amore... Chiunque creda che tutti i frutti maturino contemporaneamente come le fragole, non sa nulla dell'uva." 
Paracelso

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