Da “Il Giornale“:
“Alfano tradisce”
“Alfano pugnala il Cavaliere”
“Al-fini il traditore”
«Gianfranco da salvatore della patria a traditore»
Come vediamo, c’è sempre una linea di continuità da parte del maggiore organo di stampa del Gruppo Berlusconi nell’ etichettare e definire il dissenso e i dissenzienti. La destra italiana (o meglio, la sua porzione maggioritaria e più esposta), si dimostra, ancora una volta e per l’ennesima volta, incommensurabilmente distante dal solco della condivisione democratica e della dialettica liberale. La collegialità viene espulsa dal sistema normativo dell’elemento destrorso-berlusconiano (ne ha mai fatto parte?) per lasciare il posto a traiettorie semantiche e retoriche rozze e volgari, cristallizzate al muscolarismo ventrale di stampo fascista. Il capo e i suoi cultori e sacerdoti sono e diventano così gli unici e i soli dispensatori di verità e legittimità politica e ideologica, costi quel che costi, esattamente come avvenne in quel 18 settembre 1943, quando le Camicie Nere voltarono le spalle alla nazione e a chi la rappresentava, legittimamente ed in modo “super partes” ( Vittorio Emanuele III e il Maresciallo Pietro Badoglio) per dar vita ad un segmento secessionista, abusivo ed arbitrario, altro ed antitetico rispetto allo Stato unitario e a chi lo aveva reso tale.