Dal mio libro “Il Mistero della Libertà”
Foto: mvillone
Un ulteriore fattore di stress nella nostra vita, il quale di fatto ancora una volta ci costringe a ridurre il nostro grado di libertà, sono le aspettative nei nostri confronti. È un fenomeno che riguarda tutti, anche se con modalità diverse a seconda del livello culturale, socioeconomico o posizione geografica. In famiglie di classe media, non importa se alta o bassa, ma dove sia data ai figli la possibilità di studiare da un minimo fino a conseguire lauree o master, si creano nei loro confronti aspettative di ogni genere. Se le disponibilità finanziarie sono poche ci si aspetterà che i ragazzi si sbrighino a cavarsela da soli in fretta. Se al contrario ci sono discrete, buone o ampie possibilità di mantenere i figli allo studio e magari questi hanno fin da piccoli dimostrato una certa intelligenza ci si aspetteranno da loro invariabilmente grandi risultati. Come se questi fossero la cosa più importante dell’esistenza. Viene data poi molta importanza al diventare famosi e rispettati, ad essere impegnati e pieni di responsabilità. A tutti, ricchi o poveri viene poi richiesto di farsi una famiglia, possibilmente di non essere gay, di trovare un lavoro sicuro o di guadagnare tanto, di fare in fretta, di educare bene i figli, di onorare la religione o comunque le istituzioni, di essere contento che il paese funzioni bene, di essere felice e via dicendo. Non possiamo sbagliare. Ci si immagina per i figli sempre vite perfette e di grande successo, magari, se possibile, apparizioni televisive, se non una vita dedicata al piccolo schermo, non importa se è quella merda del Grande Fratello, basta che si sia in TV.
La mamma sogna che il figlio diventi dottore, il papà lo vuole ingegnere, la zia avvocato. Lui magari è gay e sogna di fare la ballerina in un Club Mediterrané e non oserà mai dirlo. Oppure è una figlia lesbica che vuole aprire una birreria nel porto di Istanbul, i genitori saranno disperati. Oppure il figlio è brutto o non tanto intelligente. Che fallimento, che tristezza. Mai che venga in mente a chiunque che basta vivere per essere qualcuno, senza necessariamente dover fare qualcosa.
Nemmeno i poveracci figli di nessuno sono al sicuro. Nelle favelas brasiliane e negli slum africani se i genitori nemmeno li hai ci sarà un mondo esterno che si aspetterà che tu sparisca per sempre oppure che non rompa troppo i coglioni o che per lo meno non ti faccia vedere. Se sei nero e cresci in una favela per la strada, da solo, devi fare i conti tutti i giorni con la fame e dove dormire. Tutti si aspettano, non si sa perché, che tu trovi una soluzione, possibilmente onesta. Se ti ritrovi un giorno con una P38 nella cintura a vendere droga è quasi sicuro che prima dei 25 anni tu abbia finito di vivere con una pallottola nella schiena. Non è quello che ci si aspettava da te. Cosa volevi?
Questi sono solo alcuni esempi. Ma tutte queste aspettative, che ancora una volta sembrano qualcosa di scontato, le sentiamo addosso, fin da piccoli. Più piccoli siamo più ci penetrano in profondità. Anche quando crediamo di fare quello che volevamo proprio fare c’è una vocina dentro che si chiede se papà, mamma, la nonna, la società o il giudice o Dio sarebbero contenti. La percezione, spesso inconscia o non del tutto conscia di queste aspettative ci impedisce di vivere liberamente quello che noi siamo. Magari dei mezzi deficienti capaci solo di bighellonare in giro senza combinare nulla di buono. E allora? Forse che davvero dobbiamo rendere conto a qualcuno? O magari siamo dei geni in chissà che cosa che non scopriremo mai perché da piccoli ci hanno detto che eravamo tagliati per studiare matematica e invece eravamo dei poeti.
Le aspettative possono portarci prematuramente alla morte, poiché se disattese attiveranno il senso di colpa e lo stress si scaricherà nell’organismo producendo cancri o altre malattie. Liberarsene è una cosa da fare il più presto possibile. Prima prendendone coscienza e poi ficcandoci nella testa che la nostra vita è solo nostra e di nessun altro e abbiamo il sacrosanto diritto di fare ciò che desideriamo e amiamo, una volta per tutte. Se c’è per caso un’aspettativa da onorare (anche se non sono affatto sicuro che ci sia) è che l’Universo vuole da noi questo, solo questo e nient’altro.
Non aspettiamo a Vivere la Nostra Vita e lasciamo che gli altri, chiunque essi siano, aspettino quello che vogliono. Non è affar nostro.
Il libro “Il Mistero della Libertà” a questo link.
Foto: mvillone