Nota a margine: riprendiamo un argomento di cui abbiamo discusso tempo fa che per diverso tempo è stato dimenticato. Abbiamo ripreso contatto con le operaie di una vicenda che non dovrebbe esistere.
Tacconi Sud, Latina, 3 giugno 2011
Siamo giunte ormai vicine alla data che porterà il nostro datore o un suo legale rappresentante nel tribunale di Latina.
Il 9 giugno.
Allora saranno trascorsi 142 giorni d’occupazione della Tacconi Sud.
Il presidio per chi vi entrasse ora ha le pereti ricoperte di messaggi, note, fogli dei turni, articoli dei giornali che amiche giornaliste hanno scritto, i disegni dei nostri bambini, delle domeniche e delle feste trascorse.
Questo presidio sa del tempo delle nostre vite che abbiamo fermato in nome del diritto dei diritti, il diritto al lavoro e alla dignità che deriva da questo, in nome di quella legge che abbiamo sempre rispettato e che mai nella nostra vita avremmo immaginato di violare per avere giustizia.
Questa esperienza ha cambiato per sempre le nostre vite, perché la prova di forza che abbiamo dovuto sostenere è stata molto più grande di noi.
Adesso che è giunto il momento decisivo abbiamo bisogno di cercare ancora una volta l’abbraccio difficile con questa città, che non abbiamo cambiato con questa lotta, ma alla quale lasciamo una traccia della nostra storia.
Di come un gruppo di donne in un giorno freddo di gennaio, in mezzo a mille difficoltà hanno “scelto” perché non hanno avuto “scelta”.
Non ci sentiamo delle eroine, perché non abbiamo mai smesso di avere paura e non della notte al presidio, ma di tutte quelle cose che hanno attraversato questi mesi di domicilio coatto. Del “non senso” che saliva nei nostri cuori tutte le volte che un turno restava vuoto, perché non è stato facile restare insieme e continuare a credere d’essere nel giusto. Può apparire strano, ma è più difficile confidare nella propria resistenza che nei propri principi l’hanno animata, la prima è la misura dei secondi.
Così tanto più si crede in un principio, tanto più si trova il coraggio per resistere all’evidenza del contrario.
Vi aspettiamo davanti al tribunale di Latina il 9 giugno mattina, vi chiediamo di restare con noi in attesa, di stringervi intorno alla nostra speranza…
Ringrazio tutte le mie colleghe, tutti i loro compagni, i loro figli piccoli e grandi, gli amici tutti nei ruoli diversi che hanno diviso con noi parte di questo percorso, le amiche giornaliste, insieme ai loro colleghi tutti, in particolare quelle che hanno perso il lavoro in queste ore, il presidio è andato avanti anche grazie a loro, se continuarlo dipenderà dalla decisione di giovedì…..
Rosa Emilia Giancola