"Ho sempre un pò di timore quando incontro qualcuno che dice di voler aiutare gli altri per lavoro"Questa è una frase che chi frequenta i miei corsi mi sente ripetere almeno una volta durante la giornata o le giornate che passa insieme a me. Ho sempre avuto un pò di paura quando incontro chi vuole aiutare gli altri per lavoro, e questo succede per un motivo molto preciso: dato che trova il senso della propria vita nel fatto di aiutare gli altri... nel momento in cui non c'è nessun'altro da aiutare... fondamentalmente la sua vita non ha più senso. Te lo dico in un altra maniera: se una persona che vuole aiutare gli altri vuole continuare farlo, può farlo SOLO fino a quando c'è qualcuno che ha un problema per cui essere aiutato. E se all'improvviso stanno tutti bene e nessuno ha più bisogno di aiuto? Questo pensavo, a livello intuitivo fino a che alcuni anni fa non ho letto il libro The power of TED (di David Emerald).Ed ho avuto la conferma che anche qualcun altro aveva sviluppato la teoria che avevo già abbozzato.Tra l'altro è un libro interessantissimo ed alcune idee, insieme a molte altre, le ho riprese nel secondo audio di questo mese di Soluzioni Non Convenzionali. Fondamentalmente una delle idee del libro di Emerald è questa: c'è una differenza tra un 'facilitatore della trasformazione' o coach, e una persona che vuole 'aiutare' gli altri. Il facilitatore è un'antidoto al salvatore. Un coach supporta, assiste e facilita una persona nel manifestare il risultato desiderato.Un coach facilita gli altri ad essere 'chi sono' quando sono in una posizione generativa'. Facilita le persone ad accedere ad una posizione in cui non percepiscono quello che succede all'esterno come un problema. Facilita le persone a mantenere la propria direzione e a portare costantemente l'attenzione a quello che vogliono piuttosto che su quello che non vogliono. Ma fondamentalmente la differenza più grande tra le due figure è che il salvatore vede le persone come una sorta di 'vittime' incapaci di ottenere quello che vogliono senza il suo supporto. Il facilitatore vede l'individuo che sta supportando come una persona capace di creare e di prendere la responsabilità della propria vita. E questa è una enorme differenza. Come fai a riconoscere un facilitatore di trasformazione da una persona che vuole aiutarti? E' abbastanza semplice, e questa è una regola che molte ho trovato essere vera:guarda come cambia la tua vita MENTRE sei coinvolto in un processo di coaching, o studi i suoi libri o prodotti.E soprattutto porta l'attenzione sulle domande che ti fai e sui 'problemi' che hai ogni giorno nella tua vita. Nessuno ha mai detto mai che fare delle sessioni di coaching o frequentare un corso di tre giorni o ascoltare un corso audio permetta alle persone di risolvere tutti i propri 'problemi'. Ed infatti il coaching non funziona così. MA se i problemi che hai oggi e le domande che ti fai oggi sono uguali a quelli che ti facevi prima di partecipare a quel corso o fare quella sessione di coaching... c'è una buona probabilità che qualcosa non stia funzionando come dovrebbe. E ti aspetto ai miei due prossimi corsi dal vivo. Il primo corso è la giornata di Introduzione al ReSonance del 12 novembre a Roma Il secondo è il Performance Coaching Day del 20 novembre a Roma Ti aspetto, e spero di conoscerti presto dal vivo. Simone Pacchielewww.somaticamente.com
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"Ho sempre un pò di timore quando incontro qualcuno che dice di voler aiutare gli altri per lavoro"Questa è una frase che chi frequenta i miei corsi mi sente ripetere almeno una volta durante la giornata o le giornate che passa insieme a me. Ho sempre avuto un pò di paura quando incontro chi vuole aiutare gli altri per lavoro, e questo succede per un motivo molto preciso: dato che trova il senso della propria vita nel fatto di aiutare gli altri... nel momento in cui non c'è nessun'altro da aiutare... fondamentalmente la sua vita non ha più senso. Te lo dico in un altra maniera: se una persona che vuole aiutare gli altri vuole continuare farlo, può farlo SOLO fino a quando c'è qualcuno che ha un problema per cui essere aiutato. E se all'improvviso stanno tutti bene e nessuno ha più bisogno di aiuto? Questo pensavo, a livello intuitivo fino a che alcuni anni fa non ho letto il libro The power of TED (di David Emerald).Ed ho avuto la conferma che anche qualcun altro aveva sviluppato la teoria che avevo già abbozzato.Tra l'altro è un libro interessantissimo ed alcune idee, insieme a molte altre, le ho riprese nel secondo audio di questo mese di Soluzioni Non Convenzionali. Fondamentalmente una delle idee del libro di Emerald è questa: c'è una differenza tra un 'facilitatore della trasformazione' o coach, e una persona che vuole 'aiutare' gli altri. Il facilitatore è un'antidoto al salvatore. Un coach supporta, assiste e facilita una persona nel manifestare il risultato desiderato.Un coach facilita gli altri ad essere 'chi sono' quando sono in una posizione generativa'. Facilita le persone ad accedere ad una posizione in cui non percepiscono quello che succede all'esterno come un problema. Facilita le persone a mantenere la propria direzione e a portare costantemente l'attenzione a quello che vogliono piuttosto che su quello che non vogliono. Ma fondamentalmente la differenza più grande tra le due figure è che il salvatore vede le persone come una sorta di 'vittime' incapaci di ottenere quello che vogliono senza il suo supporto. Il facilitatore vede l'individuo che sta supportando come una persona capace di creare e di prendere la responsabilità della propria vita. E questa è una enorme differenza. Come fai a riconoscere un facilitatore di trasformazione da una persona che vuole aiutarti? E' abbastanza semplice, e questa è una regola che molte ho trovato essere vera:guarda come cambia la tua vita MENTRE sei coinvolto in un processo di coaching, o studi i suoi libri o prodotti.E soprattutto porta l'attenzione sulle domande che ti fai e sui 'problemi' che hai ogni giorno nella tua vita. Nessuno ha mai detto mai che fare delle sessioni di coaching o frequentare un corso di tre giorni o ascoltare un corso audio permetta alle persone di risolvere tutti i propri 'problemi'. Ed infatti il coaching non funziona così. MA se i problemi che hai oggi e le domande che ti fai oggi sono uguali a quelli che ti facevi prima di partecipare a quel corso o fare quella sessione di coaching... c'è una buona probabilità che qualcosa non stia funzionando come dovrebbe. E ti aspetto ai miei due prossimi corsi dal vivo. Il primo corso è la giornata di Introduzione al ReSonance del 12 novembre a Roma Il secondo è il Performance Coaching Day del 20 novembre a Roma Ti aspetto, e spero di conoscerti presto dal vivo. Simone Pacchielewww.somaticamente.com
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