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Lo zolfo come un agente protettivo nei confronti del danno da radiazione
Creato il 16 dicembre 2012 da CorradopennaQui di seguito la terza ed ultima parte delle appendici all'articolo Deficit di Zolfo (Sulfur Deficiency) pubblicato da Stephanie Seneff (PhD) sul sito della fondazione Weston A Price.
Leggi anche la traduzione dell'articolo a partire dalla prima parte: Deficit di zolfo: un possibile co-fattore di obesità, malattie cardiache, morbo di Alzheimer e sindrome da fatica cronica.
Leggi anche gli articoli sullo zolfo organico e lo zolfo puro.
Le molecole organiche contenenti zolfo come il glutatione e gli aminoacidi cisteina e metionina giocano un ruolo importante nelle reazioni di ossido-riduzione, mitigando gli effetti dannosi dei composti reattivi all’ossigeno; nel fare questo agiscono come potenti antiossidanti [1]. Fortemente correlato a questo ruolo di protezione dal danno ossidativo associato al metabolismo aerobico, è il potenziale ruolo dello zolfo nella protezione dal danno da radiazione causato sia dall’esposizione al sole, che dalle applicazioni di radioterapia per il cancro, che dall’esposizione alle radiazioni nucleari in seguito alla fusione di un reattore nucleare.
Una prima presa di coscienza che lo zolfo protegge dalle radiazioni ionizzanti risale almeno al 1949 [10]. Un illuminante articolo del 1985 ha mostrato, attraverso esperimenti condotti a bassissima temperatura, che la reazione dello zolfo alla radiazione è un effetto secondario. L’effetto primario ad essa associato è la ionizzazione dell’ossigeno, che produce il gruppo altamente reattivo O2¯; lo zolfo allora risponde legandosi al gruppo O2¯ e quindi impedendo alle altre molecole di reagire pericolosamente con esso.
Attraverso un estensivo controllo della letteratura sulle ricerche riguardanti la risposta della pelle umana alla radiazione solare, mi sono imbattuta in una teoria seconda la quale lo zolfo potrebbe essere profondamente coinvolto non solo nel prevenire il danno da parte dei raggi solari, ma piuttosto nell’imbrigliare l’energia del sole indirizzandola verso un uso positivo. Io suppongo che lo zolfo, facilmente disponibile a partire dalle molecole attive di cisteina in un enzima denominato (impropriamente) sintasi endoteliale del monossido di azoto (eNOS), reagisca con due ioni O2¯ prodotti dall’esposizione ai raggi del sole per generare lo ione solfato, altamente stabile ed utilile. Questa reazione avrebbe luogo in una cavità formata da due molecole adiacenti di eNOS (ovvero un dimero di eNOS). Uno ione positivo di zinco al centro della cavità [8] induce i due ioni O2¯ a combinarsi con un vicino atomo di zolfo attaccato ad un residuo di cisteina per formare l’anione solfato SO4 −2. Il solfato quindi, in una reazione successiva, si combina con il colesterolo per formare il coelsterolo sulfatato, un composto importante dello strato esterno della pelle (ed anche dei capelli, del pelo e delle unghie).
Un articolo che è stato pubblicato nel 2002 sugli effetti del trattamento da irradiazione sulle cellule endoteliali aortiche [4] ha rivelato che l’irradiazione induce l’espressione di un altra sintasi dell’ossido nitrico detta iNOS. Io penso che lo scopo dell’ iNOS in questo caso sia identico allo scopo dell’eNOS nella pelle: convertire in solfato il radicale O2¯ prodotto dalla radiazione. Gli autori hanno mostrato che se le cellule vengono rifornite del substrato necessario a produrre monossido di azoto, la L-arginina, allora si innesca una reazione programmata di morte della cellula denominata apoptosi. Quello che succede è che la L-arginina si lega agli iNOS (ed anche agli eNOS) ed porta tali enzimi a produrre monossido di azoto piuttostro che biossido di zolfo. Sfortunatamente, nella situazione ottimale, l’ossido nitrico può trasformarsi nella specie molto reattiva ONOO − (detta volgarmente “oh, no!”)[9] e questo può inibire la vitalità della cellula.
Un fatto altamente significativo che dimostra l’esistenza di un ruolo primario degli NOS nel produrre solfato è il fatto che i globuli rossi del sangue hanno un’abbondanza di eNOS, ma stanno bene attenti di tenere lontano il suo substrato L-arginina [6]. Questa azione cosa ha confuso i ricercatori, eppure diventa comprensibile se ci si rende conto che i globuli rossi sono forti produttori di colesterolo sulfatato [11], così come sono importanti apportatori di ossigeno. Ciò ne fa degli ottimi candidati per l’utilizzo degli eNOS per convertire l’ossigeno in solfato (avvantaggiandosi della luce del sole come catalizzatrice), e quindi distribuirlo ai tessuti attraverso la molecola portatrice colesterolo sulfatato. Questa azione proteggerebbe i globuli rossi dal danno ossidativo e ridurrebbe il rischio di danno dovuto all’esposizione all’ossigeno in altre cellule, dal momento che la quantità di ossigeno contenuta nel solfato permette un efficiente trasporto di ossigeno a queste cellule. Ho ben pochi dubbi sul fatto che questo sia un efficiente ma sottovalutato metodo di trasporto dell’ossigeno all’interno del corpo umano.
Lo zolfo nella cisteina gioca un ruolo cruciale nel proteggere le proteine dal danno da radiazione. In esperimenti condotti nei tardi ani ’50 [3], è stato mostrato che le proteine avevano bisogno di contenere solo lo 0,5 per cento in peso di cisteina per essere immuni da ogni danno agli altri aminoacidi della proteina. Le proteine non contenenti cisteina hanno prodotto spettri di irradiazione complessi che indicavano come fossero avvenute diverse reazioni.
Un articolo pubblicato sulla rivista Nature nel 1962 [2] ha mostrato che lo zolfo ha una notevole capacità di proteggere le macromolecole in sospensione colloidale contro il cross-linking causato dall’esposizione alla radiazione [legame tra catene polimeriche che può causare danni al DNA - N.d.T.]. L’effetto era molto maggiore di quello che gli autori si sarebbero aspettati, dal punto di vista della loro comprensione dei possibili meccanismi implicati, quindi c’è ancora qualcodsa di misterioso nel ruolo protettivo dello zolfo. Dal momento che le molecole nel siero sanguigno sono in un certo senso una sospensione colloidale, questa ha rilevanza nella protezione dalle radiazioni ionizzanti delle proteine come la sero albumina, che contiene una significativa quantità di cisteina.
La migliore fonte di zolfo sono le proteine animali quali carne, pesce ed uova. Lo zolfo sta scomparendo dal suolo coltivabile, e così i vegetali contengono persino meno zolfo di quanto succedeva una volta. È quindi molto verosimile che i vegetariani soffrano di deficit da zolfo, che può influire sulla loro suscettibilità al danno da radiazione solare.
Bibliografia delle appendici all'articolo "Deficit di Zolfo"
1. G . Atmaca, “Antioxidant Effects of Sulfur-Containing Amino Acids,” Yonsei Medical Journal, Vol. 45, #5, 776-788, 2004.
2. A . Charlesby, et al., “Radiation Protection with Sulfur and Some Sulfur-containing Compounds” , Nature, Vol. 194, 782, May 26, 1962.
3. W.Gordy and I. Miyagawa, “Electron spin resonance studies of mechanisms for chemical protection from ionizing radiation”, Radiation Research, Vol. 12, 211-229, 1960.
4. M. Hirakawa, M. Oike, K. Masuda, and Y. Ito, “Tumor Cell Apoptosis by Irradiation induced Nitric Oxide Production in Vascular Endothelium”, Cancer Research, Vol. 62, 1450 1457, 2002.
5. H-S Kim and C. Alexander, Jr, “ESR Study of the Requirements for Sulfur Radical Formation in irradiated 6-MeMPR”, J. Korean Physical Society, Vol 16, No 2, 186-189, 1983.
6. P . Kleinbongard, et al., “Red blood cells express afunctional endothelial nitric oxide synthase”, Blood, Vol. 107, No. 7, 2943-2951.
7. L .A. Kormarnisky, et al., “Sulfur: Its Clinical and Toxicologic Aspects,” Nutrition, Vol. 19, 54-61, 2003.
8. H. Li, et al., “Crystal structures of zinc-free and -bound heme domain of human inducible nitric-oxide synthase”, J. Biol. Chem. Vol. 274, 21276-21284, July, 1999.
9. M.L. Pall, “Nitric oxide synthase partial uncoupling as a key switching mechanism for the NO / ONOO − cycle”, Medical Hypotheses Vol. 69, No. 4, 821-5, 2007.
10. H.M. Patt, et al., “Cysteine protection against x-radiation”, Science Vol. 110, 213, 1949.
11. C .A. Strott, “Cholesterol Sulfate in Human Physiology: What’s It All About?”, (2003) 44 J Lipid Res 1268-1278.
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Leggi anche :
Deficit di zolfo parte 1: http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/12/deficit-di-zolfo-metabolismo-del.html
Deficit di zolfo parte 2: http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/11/deficit-di-zolfo-un-possibile-co.html
Deficit di zolfo parte 3
http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/12/deficit-di-zolfo-atrofia-muscolare.html
Deficit di zolfo appendice 1
http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/12/la-pelle-e-una-batteria-solare-per-il.html
Il deficit di zolfo, il morbo di Alzheimer ed il morbo di Parkinson
http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/12/il-deficit-di-zolfo-il-morbo-di.html
Piccolo addendum su rame, alluminio, zolfo, morbo di Parkinson e di Alzheimer
http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/12/piccolo-addendum-su-rame-alluminio.html
Disintossicarsi dai metalli pesanti (con informazioni sullo zolfo organico MSM)http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/11/disintossicarsi-dai-metalli-pesanti-e.html
Zolfo, disintossicazione e dermatologiahttp://scienzamarcia.blogspot.com/2012/11/zolfo-disintossicazione-e-dermatologia.html
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