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Locke: Tom Hardy, tutto in una notte

Creato il 29 aprile 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

commento di Rosa Maiuccaro

Summary:

Se non avete ben chiaro che cosa si intenda per “sceneggiatura”, Steven Knight potrebbe chiarirvi le idee. Dopo aver scritto film del calibro de La promessa dell’assassino di David Cronenberg e Piccoli Affari Sporchi di Steven Frears, il talentuoso sceneggiatore inglese è approdato al Lido di Venezia lo scorso anno con Locke. Vera sorpresa della Mostra del Cinema, critica e pubblico sono rimasti attoniti nello scoprire che forse uno dei migliori film visti sulla laguna non fosse in concorso. In Locke c’è un mix di tutto ciò che spesso manca ai film festivalieri: un grande attore (vedi alla voce Tom Hardy), una sceneggiatura originale e grande dinamicità. In 84 minuti di grande spasso, Knight ci introduce in medias res nella vita di Ivan Locke, interpretato da Hardy, protagonista di un vero e proprio One Man Show.
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Locke guida la sua BMW da Birmingham fino a Londra tentando di salvaguardare il proprio lavoro, la propria famiglia e, non ultima, la propria coscienza. Nel corso di una notte drammatica, malinconica e romantica, Knight costruisce un’ambientazione lontana dalla patinata rappresentazione di Cronenberg in Cosmopolis, per immergerci nella vita di una persona qualunque, alle prese con drammi e dilemmi della quotidianità. Il cellulare non smetterà di squillare per tutta la notte con Locke a tenere a bada la moglie Katrina e i due figli che lo aspettano per guardare insieme la partita; Bethan, la donna che sta per partorire a seguito di una notte di sesso trascorsa con il protagonista e datori e colleghi di lavoro a cui deve dare istruzioni per portare a termine un lavoro non facile. Tra una telefonata e l’altra, Locke, un costruttore di edifici, vedrà le sue certezze andare in frantumi.
Se il film potrebbe essere riassunto in poche righe come il viaggio in auto di Tom Hardy impegnato in un dialogo telefonico pressoché ininterrotto, in realtà Locke è molto ma molto di più. Locke è un film che affronta il tema della responsabilità morale, della rinuncia al compromesso mostrando la fragilità delle costruzioni morali su cui fondiamo le nostre esistenze. Inoltre, L’ingegno con cui Knight ha costruito la sceneggiatura, lo rendono un piccolo esempio di grande cinema minimalista ma anche profondo, bello ed elegante. Un film in cui si ride, si soffre e si piange, tutto ambientato in una macchina, un cosiddetto “dramma da camera”, aggiungerei “notturno”. La fisicità di Tom Hardy è per una volta messa al servizio della rappresentazione di un uomo medio in un film raffinato, ironico e a tratti commuovente. Indimenticabili i suoi monologhi e la sua ideale conversazione con il padre defunto al quale si rivolge come se fosse seduto sul sedile posteriore della sua vettura. Stiamo parlando senza dubbio di una delle sue migliori interpretazioni di sempre poiché riesce con pochi sguardi ed un’espressione apparentemente impassibile a trasmettere l’intensità del turbinio di emozioni che scuote la vita di Locke. Hardy è impeccabile nell’utilizzo della giusta dose di ironia nell’attimo in cui si sta per consumare la tragedia umana. Quanto a Steven Knight, eccelle nell’esercizio di scrittura, costruendo situazioni e dialoghi avvincenti e rivelando un gusto per le inquadrature a dir poco notevole.
Locke uscirà nelle sale italiane a partire dal 30 aprile 2014, grazie ancora una volta alla coraggiosa distribuzione della Good Films.

di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net

 


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