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Lombardia liberale umiliata dalle imprese, Rosati (Pd): “Rischio desertificazione, servono incentivi”. A spese nostre però

Creato il 25 maggio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Assenza di una politica efficace sull’economia, ecco la diagnosi del consigliere regionale del Pd Onorio Rosati, che parla di delocalizzazione assieme al capogruppo Alessandro Alfieri. Un intervento che fa piacere, dopo aver sentito magnificare la libertà d’impresa e il libero mercato da anni. Libertà, non “economia di comando” come quella della schifosa, disumana, odiosissima Unione Sovietica cui il vecchio Pci di cui bisogna vergognarsi erano connesso visceralmente. Pianificazione, programmazione, Stato forte, che faccia politiche industriali ” in modo dirigista”, che orrore! Fortunatamente è arrivata la libertà d’impresa. “Basta con i vecchi schemi e le sterili contrapposizioni” proclamano a pieni polmoni (plenis latebris) i grandi politici del Pd e già dei Ds. Un mondo meraviglioso e ce lo raccontano proprio i nostri nuovi liberali del Pd. Bene. La competizione l’hanno vinta i migliori, cioè i più forti, le multinazionali, che hanno piantato in asso gli operai, categoria di cui i Ds si vergognavano e il pd ha cancellato dai candidati al Parlamento, tranne un sopravvissuto della Thyssenkrupp. È il mercato, eccolo, ormai fa quello che vuole. A meno che debba restituire i soldi avuti indirettamente dallo Stato chi vuole delocalizzare. Lo proponeva l’inutile, assurda Rivoluzione civile con Antonio Ingroia, combattuto come fosse un pericolo pubblico. E ora noi dobbiamo pagare incentivi alle multinazionali, che tra qualche anno, finiti gli incentivi e i guadagni sicuri, potranno andarsene via ridendo di noi?

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Husqvarna e Jabil, Rosati: “Rischio desertificazione, occorrono incentivi”

Impoverimento, desertificazione, saccheggio. E’ stato chiamato in tanti modi diversi il processo che ha portato diverse imprese ad abbandonare siti produttivi per spostarsi altrove, in Italia o all’estero, ma comunque fuori dalla Lombardia.
L’ennesimo caso di depauperamento di una comunità e di centinaia di professionalità è quello della Husqvarna varesina, che se ne va in Austria: è l’ultimo episodio di una serie di aziende che trasferendo la produzione, hanno impoverito, negli ultimi mesi, l’economia lombarda. Il 29 maggio un nuovo incontro presso il Ministero dello sviluppo economico per discutere di soluzioni e ammortizzatori. La richiesta è quella di restare, ma l’ipotesi è ben difficile.
“Oltre a sostenere la richiesta di audizione da parte della RSU in Commissione Attività produttive, che faremo a giorni, e a difendere la salvaguardia dei livelli occupazionali, come Pd siamo anche a chiedere al presidente della Regione e all’Assessore di svolgere un’azione attiva al fine di scongiurare l’ennesimo processo di delocalizzazione – hanno detto il capogruppo Alessandro Alfieri e Onorio Rosati – Regione Lombardia deve definire meccanismi di disincentivazione alle delocalizzazioni produttive anche attraverso l’individuazione di vincoli riguardanti la ridestinazione d’uso dei terreni di siti produttivi”.
Altra partita aperta, la partita Jabil, o ex Nokia Siemens, già parte della grave crisi del distretto hi tech dell’est Milano. Le rappresentanze dei lavoratori sono state ascoltate dai consiglieri della IV Commissione in settimana. “Sarebbe interessante se, come ci hanno informato, Jabil potesse riprendere l’attività – conferma Rosati – . Se ci sono imprenditori pronti a rilevare ciò che Jabil ha lasciato sul territorio, ben venga. Non andranno disperse risorse, competenze e professionalità. Regione Lombardia contatti i nuovi imprenditori per verificare tutte le possibilità in questo senso. Serve un tavolo di confronto per dare il via ad una nuova fase per l’azienda di Cassina de’ Pecchi”. Rosati ha anche ricordato che il settore hi tech, come settore di punta dell’industria lombarda, va incentivato e, più in generale, che serve un approccio ad hoc verso le multinazionali al fine di incidere nei processi di riorganizzazione e creare prospettive di occupazione concrete.

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