Matthew Williamson non delude neanche questa volta e crea una collezione portabilissima della quale comprerei l'80% dei capi. Magari eviterei i pantaloni dorati e la gonna in pelle arancione ma per il resto ci siamo. Non mi lascerei scappare nessuna magliettina/camicia sheer e corromperei volentieri qualcuno per le giacche. Anche il vestito centrale però...
Dicono che l'ispirazione per questa sfilata sia stata il libro 'Where the wild things are' di Maurice Sendak (da cui è stato tratto anche un film carinissimo) ed effettivamente i vestiti, le gonne e soprattutto le pellicce a pelo lungo proposte da Mulberry riescono a far assomigliare le modelle ai mostri dello scrittore statunitense. Mmh. Io continuo a preferire questa versione qua.
Tagli modernissimi capaci di ridisegnare il corpo, nero e trasparenze. Qualcosa di già visto starete pensando e invece non è assolutamente così. Guardare per credere.
Christopher Kane quest'anno mi ha un po' delusa. Forse perché mi aspetto sempre grandi cose da questo designer ho trovato questa collezione un gradino al di sotto delle precedenti. Nulla che colpisca particolarmente e che lasci il segno (ricordate gli abitini con gli inserti in pvc per esempio? E le t-shirt 'atomiche'?), nulla di particolarmente fantasioso e originale. Insomma, ruberei volentieri il cappotto alla quarta modella del collage ma per il resto per me è un no.
Chi non mi delude mai invece è Mary che ha scelto per questa collezione di giocare in casa e continuare sulla strada degli abiti rigidamente strutturati e delle stampe che l'hanno resa famosa. Geniale la 'pencil' skirt. Davvero geniale.
Silhouette scultoree, maxi cinture e contrasti forti dati dalla contrapposizione di jersey, cavallino e pelle lucida. Nulla di nuovo sul fronte ACNE. Non fosse per quelle inquietantissime 'felpine' trapuntate (sudo solo a guardarle) o quei colletti in plastica fin troppo simili ai collari dell'ospedale. Aiuto.
Ha qualcosa di McQueen, ha qualcosa di Tim Burton, ha soprattutto qualcosa di Oscar Wilde e ricorda anche, Viktor e Rolf. Un 'mischione' che ha decisamente un suo perché. Collezione approvatissima.
E per finire ecco la mia preferita tra tutte le collezioni presentate a Londra, quella di Simone Rocha.
Il bello è che il colore predominante è il bianco e io e il total white non siamo mai andati molto d'accordo e invece sono pronta ad abbracciare l'idea di una primavera in pizzo e total white ad occhi chiusi dopo una sfilata del genere. Perché stiamo parlando di primavera, vero? Questa non può definirsi una collezione invernale ma sì, la amo ugualmente.
Ah, PS.
Un blog, Twitter e qualche decina di Tumblr non mi bastavano quindi ho deciso di invadere anche Facebook. Il prossimo passo potrebbe essere la Polonia. Se mi volete seguire tuttiminuti tuttiggiorni mi trovate (anche) qui.