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Dopo Captain Phillips - Attacco in mare aperto di ieri ecco una nuova puntata di America contro Resto del mondo.
Ma stavolta gli yankees vincono, almeno dal punto di vista cinematografico.
In Lone Survivor al posto di quattro sfigati somali pirati per caso, ci sono orde di talebani tutti con il loro bel barbone, il loro copricapo e soprattutto tutti armati fino ai denti.
Da Peter Berg dopo quella tamarrata galattica di Battleship , ai limiti dell'inguardabile, era lecito aspettarsi qualcosa di similmente cafone e super retorico, quindi mi sono apprestato alla visione di Lone Survivor con tutte le riserve del caso.
E invece, miracolo dei miracoli, nonostante non ami particolarmente i war movies , la retorica militarista e il solito pippone su quanto sia cazzuto l'esercito americano, questo film non mi è dispiaciuto per niente.
Un po' come era successo con Special Forces - Liberate l'ostaggio, produzione francese che mi aveva solluccherato non poco pur dotato di ingredienti non di mio particolare gradimento.
Anzi sembra proprio che Lone Survivor sia un po' come la versione full optional di Special Forces - Liberate l'ostaggio, il classico film in cui la macchina da produzione americana dimostra tutta la sua opulenza e la sua capacità tecnica schiacciando senza pietà le velleità artistiche del cinema al di qua dell'Oceano.
Certo, tutta questione di budget, ma anche un senso dello spettacolo tipicamente a stelle e strisce al servizio di una regia nervosa e di un montaggio asfissiante che fanno la differenza.
Se poi Berg ha la bella idea di non creare delle icone eroiche ma semplicemente dei ragazzi che prendono la loro missione in Afghanistan come semplice lavoro e non come quella lotta per i supremi ideali di libertà che crea una retorica tronfia e fastidiosa, allora il film parte col piede giusto.
I talebani sono infidi e soprattutto hanno una superiorità schiacciante in termini di numeri , i quattro della missione sembrano destinati a morte certa e proprio questo crea quell'empatia per quattro giovani mandati a morire che in altre pellicole sembra mancare.
C'è la rappresentazione di un mondo afghano in cui non esistono solo i talebani e i soldati dell'esercito americano, esistono anche afghani che non sono talebani e che hanno un loro preciso codice d'onore.
E questo va ad onore della macchina schiacciasassi hollywoodiana che in genere è abituata ad asfaltare tutto , appiattendo fatti e personaggi.
Berg riesce a fare un buon lavoro con i personaggi, non solo cowboys senza macchia e senza paura , mostrando il loro quotidiano ( non particolarmente eccitante) e il loro approcciare davanti alla concreta possibilità di morte imminente , mettendo in primo piano anche le loro paure e tecnicamente riesce a confezionare un prodotto mostruoso sotto il profilo del realismo , con un montaggio e un sonoro impressionanti.
Lone Survivor ( un titolo che è uno spoiler gigantesco) è un bel war movie che non cambierà la vita di nessuno ma permette due ore di intrattenimento onesto seguendo una di quelle storie vere che piacciono tanto agli americani.
Che quando si tratta di celebrare se stessi e la propria giovanissima storia andando a scovare aneddoti sconosciuti al di fuori dei loro confini, sono sempre in prima fila.
Ma stavolta la retorica militarista e nazionalista è tenuta più a bada del solito.
E questo va a tutto vantaggio di noi spettatori....
( VOTO : 7 / 10 )
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