Termina oggi la Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza che si è tenuta a Venezia. Il tema principale era la longevità, e i cosiddetti segreti per raggiungerla. Lunga-vita intesa sia in senso quantitativo, di numero di anni vissuti, ma certo anche in senso qualitativo, andando a indagare gli stili comportamentali, al di là della disposizione genetica, che possono aiutare in maniera determinante a vivere bene anche in età avanzata.
Mi hanno colpito gli argomenti riportati da alcuni articoli on-line. Mi aspettavo rigide regole dietetiche e bacchettate sul fronte dei noti vizi umani. Certo, queste cose non mancano, ma sono contestualizzate all’interno di un concetto di “buon vivere” di matrice antropologica e (neuro)psicologica, prima ancora che biologica.
Dicono i ricercatori, analizzando i dati di ricerche ormai ventennali:
È emerso che essere sempre allegri e amanti del divertimento non è il vero segreto – dice Friedman -. Piuttosto coloro che sopravvivono e che prosperano sono le persone più coscienziose, prudenti, con molti progetti, e perseveranti. Persone che sono coinvolte e immerse in cose che valgono. Non sono i pensionati e quelli che si rilassano o giocano a golf a restare in salute e vivere a lungo.
C’è molto di quello che già sapevano, ma anche qualcosa di nuovo su cui lavorare. Continua Friedman:
Conosciamo tutti quali sono le cose che farebbero bene alla salute . Ad esempio non usare droghe, restare attivi, mangiare come si deve, dormire bene, non prendere peso, avere amici. Ma se conosciamo queste cose, perché la maggior parte delle persone non è in salute? Allora, io consiglio di buttare via queste liste, perché i nostri studi suggeriscono che è una società con cittadini più coscienziosi e orientati a obiettivi, ben integrati nelle comunità, a essere importante per la salute e la longevità. Per questo c’è bisogno di cambiamenti lenti, passo dopo passo, che si sviluppano nel corso di diversi anni.
Questo collegamento del biologico al sociale, del genetico allo psicologico, all’interno di un evento mondiale patrocinato dalla Fondazione Veronesi, noto oncologo, e dalla Fondazione Cini, conferma ancora una volta come il futuro della scienza passi attraverso una sempre maggiore integrazione tra variabili appartenenti tradizionalmente a discipline diverse. Queste frontiere della ricerca sono entusiasmanti e ci fanno rendere conto di quanto ancora poco sappiano sull’organizzazione dell’umano e del suo comportamento, delle sue determinante e delle possibilità reali di sviluppo e di crescita.
Conclude Friedman:
la longevità dipende dall’essere coscienti in positivo di ciò che si fa
Probabilmente dietro a questa affermazione ci stanno due millenni di riflessione filosofica ed etica, c’è il sogno dell’uomo (la longevità), c’è la coscienza, c’è il giudizio, c’è l’azione. Sono i cardini dell’esperienza umana, che ancora dopo millenni ci sfidano racchiudendo i segreti della nostra possibilità di vivere in maniera migliore e maggiore.
Link Corriere: Stress, Perseveranza e prudenza