A sin. in alto: porzione della stele di Polis tis Chrysochou (Cipro, ca. V-VI sec. A.C.) (1); al centro in alto, tavoletta di Tzricotu A1 (Cabras, OR); a dx, sopra e sotto, due manufatti dalla necropoli longobarda di Castel Trosino (VI-VII sec. d.C.); al centro in basso, tavoletta in cuneiforme di Ugarit (XIV-XIII sec. a.C.); a sin in basso, porzione di una tavoletta da Ugarit (XIV-XIII sec. a.C )in cipro-minoico 3.
di Stella del mattino e della sera
Non sarà sfuggito, agli osservatori più acuti, lo stravolgimento che alcuni reperti archeologici sardi stanno operando, millimetro dopo millimetro e certezza dopo certezza, sul panorama storico Mediterraneo. Avevamo in precedenza segnalato come il documento di Pozzomaggiore sposti indietro la civiltà romana di oltre 2000 anni . Un secondo manufatto, il nuraghetto del museo di Dorgali, ci confermò la presenza del sistema numerario romano ancora nella Sardegna nuragica. Ora arriva, da un'origine inattesa, la sconvolgente notizia che la controparte orientale dell'impero Romano d´Occidente, quello Bizantino, esisteva già almeno nel I millennio a.C. Lo confermano le decorazioni a punti e virgola della stele di Polis tis Chrysochou, sorprendentemente simili agli elementi decorativi della ormai famosa linguella per cintura Longobarda di Tzricotu (figura 1). Che però attenzione, Longobarda non è: come ci dicono i reperti di Castel Trosino , essi furono sí trovati in una necropoli Longobarda, ma sono di manifattura mediterranea ed origine Bizantina. Ne consegue che la stele di Polis tis Chrysochou, per le evidenti analogie, è Bizantina anche essa. Colei risale al VI-V secolo a.C. e poffarbacco, ecco catapultati nella Cipro del I millennio a.C. il luogo ed il tempo d'origine dell'impero Romano d'Oriente.Forse. Ma forse dobbiamo spingerci ancora più indietro nel cercare gli antenati di Basilio e Giustiniano: i cunei cuneiformi ed i possibili punti e virgola delle tavolette di Ugarit (vd. Figura) potrebbero farci pensare ad una datazione ancora più antica, riproponendo tra l'altro la questione se i cunei dell'Ugaritico siano in realtà meri elementi decorativi (come sospettiamo da tempo), conservatisi tali fino al Medioevo sardo, a fare da elemento evidentemente arcaicizzante ed indipendente dalla derivata cultura locale.Insomma, come si può ben capire, le derive identitarie e relative pulsioni sardesche ricevono documento dopo documento dei terribili colpi.
(1) Terence B. Mitford, UNPUBLISHED SYLLABIC INSCRIPTIONS OF THE CYPRUS MUSEUM, MINOS, VOL 7, NO 1 (1961)