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[Look... This is Just me!] Il Pittore delle Lune

Da Gloutchov

[Look... This is Just me!] Il Pittore delle Lune

Vece strazze al ciaro de luna

In mostra gratuitamente, proprio in questi giorni, a Palazzo d'Accursio a Bologna, Mario de Maria, noto anche come Marius Pictor, è stata una bella scoperta per i miei occhi. L'artista bolognese, vissuto a cavallo tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento, è stato definito da D'Annunzio come il Pittore delle Lune. Definizione che non può che lasciare tutti d'accordo, visto che le immagini in penombra, al tramonto e all'alba, o in piena notte, dominano in tutta la sua produzione artistica. Rare sono le immagini baciate dal sole. Spesso, quando l'inquadratura ci mostra una giornata luminosa, la vista compare attraverso le ombre di una costruzione, di un androne, di un portico, o anche di una rimessa per imbarcazioni. Giochi di luce, ombre, personaggi sempre visti di spalle e rivolti verso il paesaggio, che nelle tele risulta sempre essere il punto d'attrazione per gli occhi. La sua tecnica richiama molte strategie fotografiche note agli appassionati. Il percorso degl'occhi è guidato dal volere dell'artista grazie a prospettive, a piste, a veri e propri sentieri che ci conducono dove lui desidera. Notevole è il quadro che richiama le lavandaie a Terracina, poste in secondo piano, ma osservate da personaggi dipinti di spalle, in primo piano, posti in modo tale da portare la curiosità dell'osservatore dritto verso il tema dell'opera. Ma ciò che più stupisce, della sua arte, è che pur mantenendo questa chiave legata all'oscurità, la sua tecnica invece varia e sperimenta. Se alcuni suoi lavori sono dettagliati e realistici, un vero e proprio richiamo al Realismo, altri paiono meno precisi e sfumati, più vicini all'impressionismo. La tecnica dell'artista si nutre delle notevoli possibilità che Mario de Maria ebbe in vita. Figlio di genitori abbienti, ebbe modo di viaggiare parecchio, di essere in contatto con le Accademie di belle arti, e di dedicare tutto il suo tempo a migliorare, e alimentare la sua arte. Fu in contrasto, però, spesso e volentieri con l'ambiente artistico dell'epoca. Ciò creò attorno a lui un vuoto sempre più ampio, a tal punto da costringerlo a tornare a casa propria, a vivere i suoi ultimi anni nell'amarezza più completa, e a morire quasi dimenticato... quasi, per l'appunto, perché a due anni dalla sua morte, il suo caro e forse unico amico rimasto, Conti, riuscì a organizzare una sua esposizione alla Biennale di Venezia.
Davvero una mostra molto interessante. I quadri esposti, una cinquantina, richiamano alcuni luoghi visitati dal pittore. Le terre laziali, Parigi, e Venezia fanno da padroni nelle inquadrature esposte. Opere davvero stupefacenti, perché sempre sorprendono per il cambio di stile pittorico, o per il pregio dei particolari, ma soprattutto per l'abilità nel rappresentare le luci e le ombre.

Qui sotto trovate un contributo alla mostra.



Info: qui e qui.



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Postato da Blogger su Look... This is Just me! il 1/23/2014 09:30:00 AM

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