Magazine Diario personale

[Look... This is Just me!] La casa delle Vergini

Da Gloutchov
[Look... This is Just me!] La casa delle Vergini Siamo nel 1871, a New York. Chrystie Street è un angolo della grande mela dove regna la povertà. Qui vive Moth, una ragazzina di 12 anni, figlia di una veggente abbandonata dal proprio uomo, che vive/sopravvive con quel poco che la madre riesce a racimolare nella sua attività, e con quel poco che lei riesce a trovare e a barattare per strada. Il destino della ragazzina è però segnato sin dalla sua giovinezza. La madre decide di venderla a una Gran Dama della New York ricca, per farne una cameriera. Se all'inizio Moth appare soddisfatta del cambio di vita, sperando in un futuro migliore, scopre ben presto che la ricca signora soffre di enormi manie di persecuzione, per cui picchia la propria servitù a sangue, la tortura, pretende da loro attenzioni su attenzioni, forse anche a causa di un marito assente. Grazie all'aiuto di Nestor, il maggiordomo, Moth riesce a fuggire da quell'ambiente, per finire - però - nella casa di Miss Everett... donna raffinata e affascinante che gestisce una casa d'appuntamenti. E' qui che Moth diventa Ada Fewning, e pur di godere del lusso offerto da Miss Everett, diventa una prostituta.
La casa delle Vergini è un libro toccante. La storia di Moth è descritta con un tocco femminile davvero delicato, e allo stesso tempo diretto. Il punto di vista è quello di una ragazzina che si è indurita precocemente, che conosce come va il mondo, e che nonostante abbia ancora sogni infantili, è consapevole che la sua gioventù è finita precocemente e deve darsi da fare per sopravvivere. Il suo destino è forse crudele, difficile, impervio, ma conduce probabilmente dove lei ha sempre sognato... tutto viene descritto con fluidità, con cuore, con attenzione. I personaggi sono ben delineati. I caratteri sono peculiari e credibili. L'ambientazione storica è molto curata, con articoli di giornale e ricostruzioni dettagliate; è tale da far immergere il lettore in una NewYork molto diversa da quella che oggi conosciamo. La lettura altalena tra la drammaticità del presente e la fanciullezza della bimba, quest'ultima sempre sottolineata da una ricorrente ricerca di ricordi della mamma da parte di Moth. Solo il capitolo finale rovina la narrazione. Forse... sarebbe stato meglio non fosse mai stato scritto. E' come se non facesse parte della narrazione. E' estraniato dal contesto, e anche se propone il cosiddetto lieto fine, esso risulta fuori luogo. E' il classico "com'è andata a finire", però è buttato lì, quasi che la scrittrice non sapesse più come chiudere la storia. Peccato per questo scivolone... ma il libro è davvero una lettura piacevole.

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Postato da Blogger su Look... This is Just me! il 2/03/2014 09:30:00 AM

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