il Giudizio di Carlo Lanna Summary:
Seconda stagione per il gayodramma più hipster dell’universo seriale americano
Le dramedy della HBO sono tornate in tv anche quest’anno e, com’è consuetudine, fanno parlare di sé. Looking è una di queste e diciamoci la verità, si sentiva la mancanza di questi 3 giovani e delle loro “avventure” quotidiane. Patrick (Jonathan Groff), Agustin (Frankie J. Alvarez) e Dom (Murray Bartlett) da appena due settimane sono tornati sulle frequenze della HBO per la seconda stagione di Looking. Dopo il discreto successo ottenuto lo scorso anno ed il gran rumore che lo show ha portato nell’universo seriale, è tempo di capire fino a dove può osare e si può spingere la serie sviluppata da Michael Lannan. Dall’incipit ci sono ottime premesse che Looking possa superare in charme, profondità e bellezza, gli episodi della prima stagione. Al centro della narrazione ci sono ancora amori e storie di crescita interiore in una San Francisco patinata ed alla continua ricerca di se stessa.
C’è da premettere che Looking sta cercando con tutte le sue forze, di prendere le distanze dalle atmosfere dello scorso anno, tanto è vero che non solo gli sceneggiatori stanno giocando con le emozioni del pubblico, ma osano nel potare in tv delle vicende più forti, inusuali e dal grande respiro. Gli episodi si intrecciano come un mini-puzzle da cartolina rendendo così la serie più appetibile ai gusti degli spettatori. Looking però rimane ben saldo alle sue premesse essendo comunque un drama simil-realistico e intimistico sulla società omosessuale moderna; soprattutto sposta l’attenzione su un gruppo di non più giovanissimi amici che, al di fuori dei club e delle frivole avventure di una notte, cercano di dare un senso alla loro vita, trovare l’amore e un qualcosa che possa appagare questo senso di insoddisfazione.
Per questo Patrick, Dom ed Agustin nella season premiere decidono di fuggire dalla città, ritagliandosi un po’ di spazio e cercare di prendere alcune decisioni senza ponderare i se ed i ma. Patrick nonostante è ancora legato da un forte sentimento nei riguardi di Richie (Raúl Castillo), si abbandona tra le braccia di Kevin (Russell Tovey), l’unico che in nel bene o nel male gli fa battere il cuore; Agustin senza un lavoro ed un amante da consolare, si trova di fronte ad un bivio senza che nemmeno lui possa prendere una decisione, ed infine Dom il più grande fra i tre, è l’unico che è legato sentimentalmente ad una persona (Scott Bakula) ma per pura curiosità, esplora comunque il brivido del tradimento. Un festa in mezzo ai boschi – con tanto di colonna sonora in puro stile anni ’70 e che apre ufficialmente le danze della seconda stagione – racchiude tutta l’essenza dello show, una serie che si evolve con i personaggi stessi senza dimenticare però la sua idea di partenza.
Criticata ancora dagli esperti del settore per una forte componente romance e soprattutto per una strana avversione nei riguardi di tutti i protagonisti, nessuno sembra aver intuito la vera essenza di Looking; lo show della HBO che molto saggiamente nasconde le sue pecche narrative, si conferma la serie più vagamente ancorata alla realtà omosessuale moderna. Senza troppi di giri di parole e pallidi clichè infatti, gli autori non hanno fatto altro che raccontare la situazione culturale dei poco più che trent’enni di oggi, alla luce di un avvizzimento dei sentimenti, di una crisi dei valori e soprattutto in un momento di dura recessione in cui i sogni non bastano per portare avanti le proprie aspirazioni. Quindi le situazioni che i tre protagonisti stanno vivendo in questa seconda stagione, sono lo specchio di una realtà allo sbando. Patrick ha paura di rimanere da solo e si aggrappa a qualsiasi poca pur di sentir battere il cuore nel suo petto (e il rapporto con Kevin è il riflesso delle sue paure), Agustin è l’artista incompiuto, figlio di una società che ha tutto e nulla mentre Dom è l’uomo della situazione che vive di ricordi senza una reale prospettiva di futuro. I temi di Looking sono molti forti e quelle battute sarcastiche, gli scorsi di San Francisco e quelle scene di sesso così realistiche, sono il punto di forza di una serie tv innovativa e spregiudicata. E non chiamatela il Queer as Folk 2.0.
Di Carlo Lanna per Oggialcinema.net