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In realtà ho realizzato questa cosa pochi minuti fa. Ovvero poco prima di entrare su Blogger e iniziare a scrivere questa recensione. Sarei curiosa di sapere quanti di voi siano stati in grado di visualizzare questa cosa, dunque questo trittico che coniuga volti, tempi e spazi differenti e riallaccia in maniera buffa e priva di logica, due film che in comune hanno solamente la professione cinematografica tra le più note. Essere killer comporta una serie di conseguenze, tra le tante, anche quella propria dello spettatore, il quale arriva a tracciarsi una sorta di mappa riguardo i migliori killer della storia del cinema.
Looper è l'ultimo passo che delinea una fisionomia piuttosto futuristica e molto sci-fiction del killer per professione. A dirigere Joseph Gordon - Levitt/Bruce Willis in questo action molto fumettistico anche, è il regista statunitense Rian Johnson, terzo film per lui dopo Brick - Dose mortale e The Brothers Bloom. Scritto e diretto dallo stesso Johnson, Looper ha molti spunti interessanti, primo su tutti ovviamente l'idea di poter continuamente viaggiare nel tempo, e modificare ciò che nel futuro ci attende. Certo la vita dei cosiddetti Looper/killer non è facile. A ora e luogo prestabilito, un uomo incappucciato (proveniente dal futuro), apparirà davanti ai loro occhi, con il solo ed unico scopo di premere il grilletto e lasciare di quel corpo, solamente la cenere.
Uccidere non è il solo reato di cui si macchia un Looper, perché anche viaggiare nel tempo è considerato illecito e altro reato gravissimo. Quello che cattura e manda in tilt, soprattutto all'inizio, è questo giochino legato alla vita di un Looper. In teoria basterebbe capire che per chiudere definitivamente il contratto da killer, ogni Looper deve eliminare il proprio sé del futuro. Quello che, in poche parole, ti si presenta davanti, palesandosi chiaramente grazie alla impressionante somiglianza. Il compito del Looper è premere il grilletto, ma quando Joe/Levitt vedrà il suo corpo invecchiato di circa trent'anni (Willis) le cose si complicano e inizia la caccia all'uomo, anzi, agli uomini.
*La differenza con il Killer Joe di William Friedkin è che Matthew McConaughey porta il cappello ed è meno futuristico e più teatrale di Levitt. (Sì è un'osservazione banale).Torniamo a parlare del film di Johnson.
Mentre Joe del futuro cerca di sistemare la propria vita, il nostro Joe contemporaneo si batte per sfruttare il tempo e questi spostamenti, al fine di cambiare non solo la propria vita. E' interessante il modo in cui il film a volte si ferma a riflettere e a far riflettere. A ben vedere la prima parte è molto fantascientifica, quasi un noir futuristico. Poi apre la strada a delle luci nuove, la campagna e il corpo gracile e forte di una donna (Emily Blunt) con il suo bambino. Qui ci sarà la svolta, non solo per Joe, ma anche per la vita segnata dagli eventi tragici e violenti, cui sarà vittima un bambino.
Looper non è perfetto, ma si lascia guardare volentieri. Joseph Gordon - Levitt è vergognosamente uguale a Bruce Willis; la Blunt credo faccia bene ogni ruolo le venga assegnato. Concluderei dicendo che il film, anche se non lo metterei mai nei migliori del 2012 come ha fatto il nostro amico Quentin Tarantino, risulta un bel modo di riflettere sulle scelte che facciamo e di come queste, inevitabilmente, vadano a pesare anche sulla vita degli altri.
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