Il teatro di Looper è l’America del domani. Una nazione costituita nella sua maggioranza da un’indistinta massa urbana indigente e criminale, disseminata tra squallidi edifici e vie malsane: uno scenario ammorbante e derelitto. I loopers, i sicari dei criminali del domani, rappresentano la classe degli arricchiti, che conducono un’esistenza disincantata e allucinata, immersi nella vacua e disperata ciclicità quotidiana, sintetizzata in quel sospeso e anonimo sparo.
Nel 2074 i viaggi nel tempo saranno possibili, ma istantaneamente dichiarati illegali e sanzionati con la pena di morte. I trasgressori verranno spediti nel 2044 e giustiziati da un membro della squadra dei loopers. Joe Simmons (Joseph Gordon-Levitt) trascorre le sue giornate assolvendo il suo incarico e svagandosi nel night club-base centrale. La sua vita avrà una brusca sterzata nell’istante in cui vedrà materializzarsi la sua vittima futura, il suo “io” adulto (Bruce Willis).
Dopo l’esperienza onirica di Inception Joseph Gordon-Levitt torna a viaggiare in una storia verticale e multilaterale, scaglionata e stratificata; un raffronto tra dislivelli spazio-temporali in una sequenza di corrispondenze e divergenze, non solo fisiche e dinamiche, ma soprattutto caratteriali e comportamentali. Looper non si accontenta di mostrarci solo il lato attivo ed esplosivo di una simile vicenda, ma si evolve in un percorso d’indagine ed esplorazione dell’essere umano. Si inserisce ed è richiesta una costante riflessione antropologica dei personaggi, configurati secondo le categorie valutative della basilare filosofia morale: individualismo, egoismo, avidità, rimorso; fino a travalicare ogni barriera e riserva toccando punte di assoluto relativismo etico. I due fuochi tematici e ideologici sono rappresentati dal giovane Joe, giustiziere freddo e dal viso pulito, e il Joe adulto, duro e determinato; in un perpetuo distendersi e contrarsi, incontro e scontro, fino all’emozionante risoluzione finale.
Sebbene sia spalmato nel futuro, Looper è figlio del suo tempo. Una storia (quasi) totalmente percorsa dall’assenza dell’innocenza, un’ affacciarsi su un lontano orizzonte di speranza, a tratti corrosivo e spietatamente lucido sul nostro presente e sul nostro futuro. Un film decisamente pregnante e sostanzioso, che spazia anche tra i generi cinematografici: dall’ impianto sci-fi action alle atmosfere noir, con pennellate romantiche e drammatiche.
Di Gabriele Vertullo
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