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“Lost in the dream” dei War on Drugs disco dell’anno?

Creato il 03 dicembre 2014 da Lucastro79 @LucaCastrogiova
Musica Copertina album lost in the dream

Published on dicembre 3rd, 2014 | by radiobattente

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La fine dell’anno porta con sé anche i risultati che arrivano dal mondo della musica.
Le più autorevoli riviste di settore hanno stilato le classifiche sui migliori album dell’anno e quasi tutte, compresa Paste Magazine, redatta a Avondale Estates in Georgia, hanno scelto “Lost in the dream” dei War on Drugs.
Secondi i St. Vincent con l’omonimo “St. Vincent”, seguiti dall’hip hop di Run the Jewels con “Run the jewels 2”. Dello stesso avviso Q Magazine per la prima posizione. Il podio viene completato da Alt-J e Damon Albarn.

Completamente differente la classifica della rivista Rolling Stone, che farà sicuramente discutere gli addetti ai lavori.

Grande spazio al rock: lo ritroviamo con i Foo Fighters alla dodicesima posizione; subito dietro gli Ought con il loro album di debutto, gli Weezer con “Everything will be Alright in The End” e i Rise Against con “The Black Market”.
C’è anche posto per il country, genere amato dagli americani: alla quinta posizione RS piazza Miranda Lambert con “Platinum”.

Sorprende la presenza di musica mainstream, cioè, per i più profani, leggera, commerciale e di tendenza: Charlie XCX alla sesta posizione, seguita da Lana del Rey; chiude la top ten Taylor Swift.
“Turn Blue” dei Black Keys, album che alla lunga ha conquistato molti, ottiene la medaglia di bronzo. Argento per Bruce Springsteen con “High Hopes”, non nel suo momento migliore.
Best album 2014 per Rolling Stone “Songs of Innocence” degli U2.

Si legge: “Non c’è stato un album più grande nel 2014, in termini di sorpresa, generosità e controversie”.
Odorino di giustificazioni.

Sicuramente meno discutibile è la scelta fatta da Q e Paste Magazine di dichiarare il nuovo album di Adam Granduciel & co. disco dell’anno.

I War on Drugs hanno dimostrato, a distanza di tre anni dal loro “Slave Ambient”, che è ancora possibile perdersi nei sogni. “Lost in the dream” è un vero e proprio atto d’amore verso la musica.
Si sente la disperazione, la sofferenza, l’angoscia che fanno capolino, ma si sente anche la voglia di fuggire lontano dalla malattia, ad esempio nell’epica, oltre sette minuti di strali chitarristici furiosi e devastanti, della bellissima An Ocean in Between the Waves. Ma inutile negarlo, il buio in cui può precipitare l’anima di un uomo c’è, e in questo senso Suffering la dice lunga.

La capacità di Adam Granduciel di giocare con i suoni, di esplorare, di sfidare, si apprezza in pezzi come Disappearing: perdersi nel subconscio in atmosfere spaziali, magmatiche.
Il primo minuto di Under Pression è tutto dire: pennellate tremolanti di chitarra, rintocchi echeggiati di piano, il sax che si infila di traverso nei rari spazi delle textures; una ritmica battente che si annulla con la lunga e rarefatta coda ambient del finale.

Splendida Red Eyes: brano dall’anima indie-pop canalizzato in un crescendo incessante, immerso in una soluzione sonora che si allarga seguendo le linee droniche di synth e il motivo colorato di una chitarra solista. Eyes to the wind è da amore istantaneo, così come Burning.
“Cosa può salvarmi? La musica può essere abbastanza?”

Provate a rispondere ascoltando questo bellissimo album.

Martina Muroni

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