“Non ho nessuna intenzione di tornare in Italia. I miei genitori emigrarono in Quebec dal 1965 al 1972, e si pentirono sempre di essere tornati, quindi me ne guardo bene. A meno che…” Lascia i puntini di sospensione Boris Meggiorin, a metà della frase, lasciando aperta la possibilità di un ritorno. O forse, della speranza di un ritorno. A 34 anni Boris è un Project Leader specializzato nella gestione di fondi europei a Goteborg, in Svezia.
Boris l’Italia l’ha lasciata dopo una laurea in Istituzioni, Economia e Politiche dell’Unione Europea. L’ha lasciata, dopo aver dovuto constatare suo malgrado la quasi assoluta mancanza di parametri fondamentali come curriculum e meritocrazia, nei processi di selezione. Boris definisce la società italiana “esclusiva”. L’opposto di “inclusiva”.
Coglie così l’occasione di una possibilità di lavoro a Barcellona, per trasferirvisi, in un appartamento in condivisione. Nella capitale catalana Boris cresce professionalmente, completa un master, e arriva a lavorare per il Governo regionale locale, la Generalitat, sempre nell’ambito della gestione di finanziamenti e progetti comunitari. Inizia anche a insegnare all’università.
Quando la crisi colpisce duramente la Spagna, alla fine della scorsa decade, Boris prende un’altra decisione netta: grazie ad un programma di scambio per giovani imprenditori approda in Svezia, dove viene assunto in un’azienda e impiegato nella gestione di progetti europei.
“Per me oggi l’Italia è un posto dove lavorare è difficile, perché si rimane impigliati tra le raccomandazioni e la mancanza di responsabilità individuale: le gerarchie sono interminabili, molte persone con incarichi intermedi esercitano la propria funzione con mediocrità. In Italia paga la fedeltà, non il raggiungimento di obiettivi“, commenta amaro Boris.
Ospite della puntata è Elena Ferrario, Project Officer per un progetto interregionale europeo a Lille, in Francia. Con Elena commentiamo la storia di Boris e la confrontiamo con la sua – anche lei è approdata in una sfera lavorativa simile, ma -a differenza di Boris- ha avuto l’opportunità di lavorare prima in Italia.
Nella rubrica “Expats”torniamo ad occuparci dei libri-manuali scritti per aiutare aspiranti espatriandi a fare le valigie, cogliendo opportunità all’estero: oggi ci occupiamo di una guida utile a lasciare l’Italia per volare a Shanghai. Ne parliamo con Michele Soranzo, autore di “Shanghai, mai dire mai”.
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