Ambiente di lavoro. All'improvviso internet inizia a battere in testa, i siti si aprono con difficoltà, la posta fa le bizze, il messaggio che stavamo spedendo s'impalla e dobbiamo rifare tutto daccapo. Cosa succede? Molto semplice: troppi dipendenti si stanno facendo gli affaracci propri, con Youtube, Facebook, Twitter e chi ne ha più ne metta. Stando infatti alle notizie diffuse da enti specializzati nello studio del traffico online, sempre più spesso negli uffici ci si diverte con i tanti servizi offerti dal web, dimenticandosi del lavoro da svolgere, e soprattutto mandando in crisi la Rete "locale" e i tanti dipendenti che di essa si servono per far girare gli affari. Con i social network va alla grande anche la posta tradizionale dei vari Libero, Alice, Virgilio, Tiscali... In Usa si è stimato che nel 2009 i dipendenti della aziende hanno impiegato in media il 40% della propria giornata lavorativa per inviare e ricevere circa duecento messaggi. Adesso però sempre più datori di lavoro stanno impostando dei filtri tali per cui i propri dipendenti non possono più "cazzeggiare" a loro piacimento. D'altronde i dati parlano chiaro: quasi tutti i lavoratori di una certa impresa che hanno a che fare col pc non riescono a resistere all'impulso di manovrare instant message e commentini vari. Gran parte di essi va letteralmente in tilt se non riesce a fare almeno una capatina sul proprio indirizzo preferito. Stando alle stime di InsightExpress circa il 70% degli internauti si sente frustrato dall'idea di non poter divertirsi online sul posto di lavoro. Secondo i tecnici di Ipanema Technologies, invece, le applicazioni aziendali gestionali come Sap, Oracle, Citrix, le telefonate via VoIP occupano solo il 3% della capacità della Rete; il 54% delle risorse web è dunque capitalizzato dai più noti social network e dalle attività di carico e scarico di file più o meno legali (posta compresa). Ma non tutti i magnati delle aziende del Belpaese (e in generale dei Paesi industrializzati) sono contenti di eliminare alcuni accessi offlimits al web. Stando alle ricerche di Trend Micro c'è, infatti, un bel 48% di capi azienda favorevoli all'incremento dei servizi online extra lavorativi. In questo caso i responsabili delle attività imprenditoriali pensano che simili diversivi siano in grado di migliorare l'umore dei lavoratori e lo stimolo a collaborare fra colleghi, parametri indispensabili per il buon rendimento di un'azienda. In generale gli italiani amano a dismisura internet e tutti i servizi offerti dal web. Sono 23,6milioni quelli navigano abitualmente: il 21% di essi legge costantemente blog e partecipa alle discussioni online lasciando commenti e opinioni.
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Ambiente di lavoro. All'improvviso internet inizia a battere in testa, i siti si aprono con difficoltà, la posta fa le bizze, il messaggio che stavamo spedendo s'impalla e dobbiamo rifare tutto daccapo. Cosa succede? Molto semplice: troppi dipendenti si stanno facendo gli affaracci propri, con Youtube, Facebook, Twitter e chi ne ha più ne metta. Stando infatti alle notizie diffuse da enti specializzati nello studio del traffico online, sempre più spesso negli uffici ci si diverte con i tanti servizi offerti dal web, dimenticandosi del lavoro da svolgere, e soprattutto mandando in crisi la Rete "locale" e i tanti dipendenti che di essa si servono per far girare gli affari. Con i social network va alla grande anche la posta tradizionale dei vari Libero, Alice, Virgilio, Tiscali... In Usa si è stimato che nel 2009 i dipendenti della aziende hanno impiegato in media il 40% della propria giornata lavorativa per inviare e ricevere circa duecento messaggi. Adesso però sempre più datori di lavoro stanno impostando dei filtri tali per cui i propri dipendenti non possono più "cazzeggiare" a loro piacimento. D'altronde i dati parlano chiaro: quasi tutti i lavoratori di una certa impresa che hanno a che fare col pc non riescono a resistere all'impulso di manovrare instant message e commentini vari. Gran parte di essi va letteralmente in tilt se non riesce a fare almeno una capatina sul proprio indirizzo preferito. Stando alle stime di InsightExpress circa il 70% degli internauti si sente frustrato dall'idea di non poter divertirsi online sul posto di lavoro. Secondo i tecnici di Ipanema Technologies, invece, le applicazioni aziendali gestionali come Sap, Oracle, Citrix, le telefonate via VoIP occupano solo il 3% della capacità della Rete; il 54% delle risorse web è dunque capitalizzato dai più noti social network e dalle attività di carico e scarico di file più o meno legali (posta compresa). Ma non tutti i magnati delle aziende del Belpaese (e in generale dei Paesi industrializzati) sono contenti di eliminare alcuni accessi offlimits al web. Stando alle ricerche di Trend Micro c'è, infatti, un bel 48% di capi azienda favorevoli all'incremento dei servizi online extra lavorativi. In questo caso i responsabili delle attività imprenditoriali pensano che simili diversivi siano in grado di migliorare l'umore dei lavoratori e lo stimolo a collaborare fra colleghi, parametri indispensabili per il buon rendimento di un'azienda. In generale gli italiani amano a dismisura internet e tutti i servizi offerti dal web. Sono 23,6milioni quelli navigano abitualmente: il 21% di essi legge costantemente blog e partecipa alle discussioni online lasciando commenti e opinioni.
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