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Luca l’ariete! (By Spartaco)

Creato il 26 maggio 2013 da Simo785

Tranquillizzo tutti, non è il seguito di Alex l'ariete, film non proprio di successo che vedeva nei panni dell'integerrimo tutore della legge un Alberto Tomba poco "cinematografico". Oggi vi parlo di Luca Toni, l'attaccante di Pavullo nel Frignano, Modena, nato il 26 maggio del 1977. Il gigante buono dell'area di rigore è uno dei giocatori più prolifici degli ultimi anni e lo si può considerare moderno per la sua attitudine a cambiare spesso casacca. Il suo è un lungo peregrinare, dopo le giovanili nel Modena, passa all'Empoli, quindi alla Fiorenzuola e poi alla Lodigiani. Dalla C1 passa alla B, con il Treviso nel 1999, in 35 partite segna 15 reti. L'anno successivo cambia di nuovo città, ma non va molto lontano, si ferma a Vicenza e finalmente approda in Serie A. Con i biancorossi non sboccia definitivamente il suo talento, in 31 partite realizza 9 goals, i veneti retrocedono e Toni cambia squadra, approda al Brescia di Mazzone. Le rondinelle puntano molto sul bomber modenese, lo pagano 30 miliardi di lire, (la crisi non aveva ancora colpito il calcio italiano), e il primo anno non delude le aspettative dei lombardi, raggiunge quota 13 nella classifica marcatori. L'anno dopo, purtroppo, s'infortuna e rimane ai margini della squadra che, a fine stagione, lo cede al Palermo, in Serie B. In Sicilia e a Firenze, probabilmente l'ariete di Pavullo si è espresso ai massimi livelli, almeno per quanto riguarda il Campionato italiano. Alla corte di Zamparini, nel 2003, Toni si accolla tutto il peso dell'attacco e lo fa meravigliosamente: 30 reti in 45 partite, nessuno come lui con i rosanero, le sue prestazioni valgono il passaggio alla Serie A. L'anno dopo non cala di rendimento: 20 goals in 35 partite, porta il Palermo al piazzamento per la Coppa UEFA e Lippi lo convoca, impressionato dai suoi numeri, diventa "l'attaccante" della Nazionale. Nel 2004, a 27 anni, Toni si consacra definitivamente nel calcio italiano, si toglie tante soddisfazioni, diventa l'idolo di Palermo, anche se i tifosi non gli perdoneranno il passaggio alla Viola nella sessione estiva di calciomercato e, stizziti, gli recapiteranno a Firenze quasi tutte le magliette acquistate con il suo nome, "solamente" qualche migliaio. Con la Fiorentina prosegue il suo momento magico, nelle prime 11 partite marca 15 reti, un vero ariete di sfondamento, segna di rapina in area di rigore, di testa facendo valere i suoi 192 centimetri, in scivolata, un vero incubo per i difensori, non riescono a fermarlo nemmeno con i soliti cari "abbracci" e gomitate alle costole. Dopo una pausa di "riflessione" nel periodo invernale, Toni ritorna in gran spolvero e a fine stagione le marcature saranno 31. Il 2006 è veramente l'annus mirabilis della carriere del gigante di Pavullo, vince il Mondiale in Germania, fa reparto da solo, aiuta a far salire i compagni, dispensa sponde per gli incursori, vince la scarpa d'oro, insomma un vero campione. L'anno successivo si conferma ad alti livelli con la Fiorentina, poi qualche acciacco fisico lo frena, comunque in Campionato mette la sua firma sul tabellino dei marcatori per ben 16 volte.A fine stagione il lungo corteggiamento dei Tedeschi ha la meglio, un contratto più generoso lo convincono a lasciare Firenze, anche qui i tifosi non ci rimarranno benissimo. Approda al Bayer Monaco nel 2007, cambia Stato, ma non il vizio per il goal, addirittura esagera in coppa UEFA segnandone 4 all' Aris Salonicco. Lascia il segno in Bundesliga, Coppa UEFA e Coppa di Germania, il suo allenatore, Hitzfeld lo definisce: "Un animale da gol che non vuole mai riposare". Anche in Germania si scatena la Toni mania: un comico popolare gli dedica una canzone, Numero Uno, i tifosi lo amano, le donne anche, a quanto pare il Made in Italy in certi campi ancora tira. I 24 goals realizzati in Bundesliga gli regaleranno anche il titolo di capocannoniere, il terzo italiano a riuscirci in un campionato straniero, dopo Vieri a Madrid e Negri in Scozia, almeno questo è quanto mi segnala Wikipedia. Si presenta all'Europeo da capocannoniere della Nazionale, ma durante il torneo non riesce ad incidere, sembra muoversi alla moviola, purtroppo un ricordo sbiadito dell'eccezionale roccia ammirata al Mondiale tedesco. Anche il secondo anno in Germania non è male, ma dal terzo un infortunio lo lascia fuori dal campo e, al suo ritorno, non riesce a tornare protagonista, quindi accetta il passaggio alla Roma, diretta inseguitrice dell'Inter di Mourinho. Dopo i 5 mesi in giallorosso, firma con il Genoa, ha ancora voglia di essere titolare, dire la sua, ma in rossoblu rimane solo fino al mercato invernale, poi passa alla Juventus senza grandi risultati, quindi all'Al-Nasr, ma abbandona "le terre d'Oriente" per ritornare ad uno dei suoi vecchi amori, Firenze. Nella stagione appena conclusa si toglie molti sassolini dalle scarpe: 27 partite e 8 reti, belle prestazioni e la fiducia di Montella. L'anno prossimo? Non sa se rimarrà a Firenze, vuole sentirsi ancora protagonista, non un peso, ma la cosa più importante è che insieme alla sua compagna avrà finalmente la gioia di essere genitore, un goal davvero importante. Se poi si trasferirà a Sassuolo poco importa, Toni sa adattarsi a qualunque latitudine!


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