Vittima innocente delle spietate brame di potere del padre, il cardinale Rodrigo Borgia, divenuto poi papa Alessandro VI, e del fratello, il terribile Valentino, o leggendaria amante incestuosa e spietata avvelenatrice? La figura di Lucrezia Borgia è fra le pių controverse e falsificate del nostro Rinascimento e La7 le dedica un documentario nel tentativo di rivalutare e far conoscere un simbolo chiave della dinastia dei Borgia.
Da sempre gli storici si arrovellano nella ricostruzione della figura di Lucrezia, tra le più controverse e falsificate del nostro Rinascimento e i dubbi dopo 500 anni si dimostrano più resistenti di qualsiasi prova contraria, facendone una delle icone più torbide e affascinanti dello scenario storico che fece da sfondo alle travagliate vicissitudini della sua vita.

Pur assecondando le brame di potere e i giochi dinastici del padre e del fratello, fidanzata e moglie a tredici anni, per procura e per ragioni politiche, divorziata per le stesse ragioni, venne data in moglie prima a Giovanni Sforza, poi ad Alfonso d’Aragona, duca di Bisceglie, suo grande amore, ma ucciso barbaramente dal fratello Cesare, a causa di un cambio di alleanze voluto dal Papa. Seppe sempre destreggiarsi con abilità tra le circostanze di un destino che altri avevano scelto per lei.


La leggenda la vuole bellissima, perfida, cinica e assassina. La Storia ne conserva invece un ricordo decisamente migliore: Lucrezia Borgia non fu certo un angelo ma fu una donna costretta dagli uomini della sua famiglia a subire scelte anche dolorose. Un originale rilettura di Lucrezia, nell’intento di sottrarla al racconto tradizionale e alla condanna morale, restituendocela come una donna determinata, partecipe delle vicende politiche del suo tempo. O forse, solo una donna che cercò di sopravvivere, nel tentativo, umano, di accedere all’amore e alla felicità.





