D: Presidente Viviani, questa è la sua prima esperienza al timone del sodalizio menfitano. Cosa l’ha spinta a prendere questa importante decisione?
R: L’amore per il calcio. Tanti amici mi ripetono la stessa domanda: “chi te lo fa fare”; A loro rispondo che oggi più che mai dobbiamo credere nei giovani e tentare di fare qualcosa di buono per loro. Aiutandoli a realizzare i loro sogni e, perché no, anche attraverso il calcio.
D: Il primo passo è stato quello di chiedere il ripescaggio in Seconda Categoria che si è avverato grazie alla forte crisi che attanaglia il calcio siciliano in quanto il Menfi ha meno di tre anni di affiliazione alla FIGC. Una società modello, l’Ares Menfi, che non conosce la crisi o, quantomeno, si difende bene da essa…
R: E’ vero la crisi economica incide parecchio, e lo sport dilettantistico è caduto nel dimenticatoio, nessun sostegno, nessuna voce in capitolo, La mia società è giovane composta da dirigenti che ritengo validi. Io e il Direttore Generale Enzo Arcudia, intendiamo gestire la società “modello impresa”, quindi con oculata programmazione degli obbiettivi nel rispetto della liquidità finanziaria a disposizione. Tutto ciò, oggi, ci permette di affrontare serenamente il campionato in corso, e non nascondo che stiamo già lavorando per il prossimo anno.
D: Da matricola, l’Ares sta disputando un grandissimo torneo, ormai non potete nascondere che puntate al colpo grosso
R: Sì, non ci nascondiamo, da matricola pensiamo di arrivare in alto e speriamo alla promozione. Ma ci sono ancora diverse partite impegnative e altre due/tre squadre anch’esse ben attrezzate per la vittoria finale.
D: Era nei vostri obiettivi stagionali quello di un’eventuale vittoria del campionato?
R: Ci siamo posti un obiettivo: quello di disputare un campionato di alta classifica. Sin dalle prime battute però, i risultati e il gioco ci hanno fatto capire che si poteva osare e che nulla avevamo da invidiare alle avversarie.
D: 1990/91: Menfi nel Campionato Interregionale insieme a Trapani, Ragusa, Nissa, Agrigento H., cosa ricorda di quel periodo e ci dica se oggi come oggi è possibile un’altra favola Menfi di queste proporzioni.
R: Quando mi chiede di ricordare quegli anni, mi invita a nozze, perché il Presidente di allora era proprio mio padre. Ripetere quelle gesta, penso sia improbabile perché le condizioni economiche di allora non rispecchiano quelle di adesso. Ma noi della dirigenza non disperiamo. Sappiamo che non sarà semplice, ma nulla è impossibile. Abbiamo una programmazione di 4/5 anni e stiamo già lavorando per questo.
D: Il pubblico di Menfi vive di ricordi oppure segue con interesse l’attuale realtà sportiva?
R: Il pubblico Menfitano è entusiasta. E’ ritornato dopo più di 20 anni, al “Comunale” a seguire e tifare MENFI. Per noi dirigenti vedere durante le gare casalinghe circa 400 tifosi è motivo di gioia e ci inorgoglisce, dandoci stimoli per proseguire nel nostro lavoro.
D: Tornando al presente, un girone atipico il vostro che, partito “dispari” con 11 squadre, si è ritrovato, con il ritiro dell’Atletico Erice, ad essere addirittura a dieci squadre. Un campionato che, a prescindere da come finirà, non avrà un andamento lineare.
R: Non è bello iscrivere una squadra ad un campionato fatto solo da 11 squadre, che inizia ad ottobre e finisce i primi di aprile. Ci dispiace per il ritiro dell’Atletico Erice. Speriamo che nei prossimi anni la Lega riveda alcune regole di partecipazione ai campionati, in questo modo non si favorisce la crescita del calcio dilettantistico; Penso a rivedere, ribassandole, le somme relative alle iscrizione e, perché no, a riconoscere il non versamento delle stesse alle squadre classificatesi al primo posto nei rispettivi gironi.
D: In testa alla classifica tante formazioni in una manciata di punti, ma voi avete già effettuato il turno di riposo, sicuramente un piccolo ma importante vantaggio.
R: Non credo ci sia nulla di deciso. Andremo avanti giornata dopo giornata. Comunque confido molto nelle potenzialità dei miei ragazzi.
D: Domenica il derby tra le due uniche agrigentine del girone, quello contro la Gattopardo di Santa Margherita Di Belice. Che gara è stata, il pubblico ha partecipato in massa?
R: Abbiamo giocato una partita impeccabile dimostrando la nostra superiorità. Una vittoria importante non solo perché si trattava di un derby, ma per la classifica e il morale della squadra. Ma domenica, ci tengo a sottoliearlo, ha vinto “Lo sport “, circa 700 persone hanno assistito alla gara, le tifoserie hanno creato una cornice stupenda alla partita, con compostezza e rispetto. Dovevamo dimostrare di essere più forti e così è stato.
D: Che rapporto la lega alla squadra? Le piace vivere l’aria del campo e dello spogliatoio oppure confida esclusivamente in mister Alesi osservando la squadra dalle tribune?
R: Al contrario non vado quasi mai in tribuna. Seguo la squadra anche durante gli allenamenti settimanali. Vivo insieme a loro tutte le emozioni del campo. I ragazzi per me rappresentano una seconda famiglia. Voglio, insieme alla dirigenza, dare loro l’opportunità di realizzare un sogno, da potere magari raccontare un giorno ai propri figli.