[...] Il Contrasto di Carnevale e della Quaresima appartiene ad un genere di letteratura popolare il quale sebbene non unico, ma neanche è il meno interessante monumento. Di Contrasti ne ebbe molti la letteratura italiana, e più molti ne ebbero anche i paesi vicini, assai più antichi del nostro, quali il Conflictus Carnis et Spiritus , il Conflictus Veris et Hiemis, il Conflictus Ovis et Lini, la Disputatio inter Cor et Oculum , il Dialogus inter Aquam et Vinum, il Conflictus Corporis et Animae , l' Altercatio de Presbytero et Logico, tutti latini e poi ringiovaniti in numerose versioni nostrane e francesi e spagnuole e inglesi e tedesche e olandesi e d' altri luoghi.
E l'antichità , come anche la diffusione grandissima di questo genere di composizioni ben si spiega per la loro indole moralizzatrice, e per essere desse più che altre mai acconce ad esprimere ed a rappresentare in vivacissima maniera quel profondo dissidio che il Cattolìcismo aveva suscitato tra lo spirito e la carne, e che nel medio evo specialmente fu sentito assai più intensamente che non dai popoli moderni.
Onde seguì che il Rinascimento, rasserenando gli spiriti e rinvigorendo la coscienza umana contro quelle tempeste, che l'avevano per tanto tempo sconvolta , fu anche cagione che gran parte di quella letteratura cadesse in disuso e in dimenticanza, e solo alla fantastica mente del volgo seguitasse a porgere qualche diletto. Ma non di tutte avvenne lo stesso, e taluna giunse perfino a trarre dalle nuove idee del Rinascimento nuovo vigore; e quasi in esso rinnovandosi, potè entrare in un altro periodo di vita più splendida e più rigogliosa di prima. Ciò appunto verificossi del Contrasto fra Carnovale e la Quaresima.
Ove sia propriamente nato questo contrasto non lo sappiamo, e poco c'importa di saperlo. Giova bensì notare siccome una delle sue forme più antiche, e la più medioevale di tutte nel concetto che ci è conservata fra le poesie spagnuole dello Arcipreste de Rita, il quale visse a mezzo il sec. XIV. Là il trionfo di Quaresima su Carnevale è accompagnato da tutte quelle consìderazìoni ascetiche colle quali lo avrebbe accompagnato un buon predicatore, e l' intendimento dell' autore non potrebbe essere messo in dubbio. Si vuol quindi consigliare la osservanza della Quaresima ossia del digiuno, e l' astensione del Carnovale, ossia della vita gioiosa. Crediamo che gli stessi propositi si riflettano anche nella più antica delle redazioni francesi, che non potemmo osservare.
Ma è questo il concetto dominante nel Contrasto italiano? Non ci vuol troppo studio a persuadersi del contrario. Imperocché si vegga subito come qui non si abbia altro di mira se non che coprire Monna Quaresima di ridicolo, ed eccitare la simpatia del pubblico a favore del giocondo avversario di lei. [...]
( Luigi Manzoni, tratto dalla prefazione al "Libro di Carnevale dei secoli XV e XVI raccolto da Luigi Manzoni" , Edito a Bologna presso Gaetano Romagnoli, 1881 )