La barca filava tranquilla [...].
La spiaggia, dalla lontananza da cui la guardavo, s'era appiattita: un filo giallo con qualche casa appena delineata e una breve riga di verde alle spalle, la pineta bassa bassa.
Sopra, le montagne raggiungevano altezze incredibili. Riscoprivo la terra, avevo la senzazione netta della bellezza e della grazia di tutti i posti: come in un grande anfiteatro la cui curva estrema aveva il fresco celeste, il grigio, il bianco, il verde del Gabberi, del Matanna, del Monte Croce, del Monte Forato, della Pania della Croce, del Corchia, dell'Altissimo, del Folgorito, vedevo i paesi del nostro futuro. Pietrasanta sotto Capriglia e Capezzano, Vallecchia, le cave della Ceragiola all'ingresso di Seravezza, Minazzana, Giustagnana, la Cappella, Azzano.
( Luigi Testaferrata, "L'Altissimo e le rose", 1980 )