Magazine Opinioni

Luigino D’Angelo ha perso soldi e dignità e si è tolto la vita

Creato il 10 dicembre 2015 da Mrinvest

Luigino D’Angelo si è impiccato perchè non ha retto all’umiliazione: la sua banca lo ha derubato, non solo di tutti i risparmi, ma anche della sua dignità.

Luigino D'Angelo suicidaI risparmi di una vita gli sono stati azzerati da un giorno all’altro, una beffa alla quale Luigino D’Angelo, pensionato settantenne di Civitavecchia, non ha retto, e ha deciso di togliersi la vita. La tragedia è avvenuta il 28 novembre scorso ma si è venuta a conoscere solo ieri.

Luigino D’Angelo ha perso i risparmi di una vita.

Aveva investito 110mila euro in obbligazioni subordinate della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, uno dei quattro Istituti di credito (gli altri sono: Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti) scampati al fallimento grazie al decreto governativo denominato “salvabanche”.

Luigino D’Angelo, ex dipendente dell’Enel, prima di morire ha scritto pesanti e precise accuse nei confronti di Banca Etruria, descrivendo tutto quello che gli era capitato in una lettera in cui annunciava anche il gesto estremo, ma nessuno, neanche la moglie, sapeva di quel documento. La scoperta è stata fatta dagli inquirenti dopo avere esaminato il suo computer. Nessuno poteva immaginare un simile dramma. Gli amici lo descrivono come una persona corretta, caparbio, pieno di vita, amante dello sport.

Hanno salvato le banche, ma non hanno tutelato i piccoli risparmiatori.

E’ questo l’urlo di rabbia che si alza dai 132mila clienti truffati che, come Luigino D’Angelo, si sentono presi in giro e che ora protestano. Avevano investito in azioni e obbligazioni di quelle banche e si sono visti azzerare i propri soldi dal decreto “salvabanche”. 700 milioni di euro diventati carta straccia da un giorno all’altro, lasciando sul lastrico tante famiglie.

Dietro quei soldi c’era una vita che in parte è stata rubata. Persone che si sentono tradite dalle banche e dal Governo, perchè il decreto ha evitato il crac degli Istituti di credito, ma non ha salvato i loro risparmi.

Mi chiedo e ci chiediamo: esistono dei responsabili per quello che è successo? Gli organi di vigilanza (Consob e Banca d’Italia) cosa hanno fatto per impedire questo sconquasso? Ci sono colpevoli ai vertici delle banche oltre che tra direttori e funzionari che hanno consigliato gli investimenti senza elencare i rischi a cui i risparmiatori andavano incontro? Non paga nessuno con la galera o per risarcire di tasca propria gli ignari investitori? Dobbiamo aspettare altri casi come quello di Luigino D’Angelo per intervenire?

Governo e Parlamento che stanno facendo?

Dicono che stanno studiando la situazione e che cercheranno di intervenire a favore dei risparmiatori (rimborseranno qualche briciola), ma nel frattempo i parlamentari sono in ferie per dieci giorni, fino al 14. Camera e Senato non sono chiuse, ci sono i lavori delle commissioni e dei rapporti internazionali, ma sicuramente si sentirebbe il bisogno di comunicazioni urgenti da parte del Governo, di un dibattito parlamentare su questo tema.

Perchè quando sono in ballo i risparmi di decine di migliaia di persone, quando è a rischio un’intera esistenza, i risparmi di una vita, altre cose dovrebbero passare in secondo piano, anche il fatto di concedere ai parlamentari questi dieci giorni di festa.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog