Che l’incontro di giovedì scorso, 5 marzo, fosse stato interessante lo si era evinto dalla grande partecipazione dei luinesi nella sala consiliare del Comune di Luino. Altrettanto interessante, inoltre, è stato il dibattito che ha avuto luogo dopo la presentazione del progetto di Palazzo Verbania da parte dell’architetto Patrizia Buzzi, del suo studio e dei colleghi presenti (ndr, l’architetto Laura Longhi e l’ingegner Roberto Bottelli). Molte le domande dei cittadini, che volevano chiarimenti, e degli addetti ai lavori, come i ristoratori, che suscitavano dubbi. Palazzo Verbania, come già spiegato in questo precedente articolo, avrà, infatti, all’interno due spazi commerciali. Non sono mancate le critiche che, puntualmente, in un’opera importante come questa, è normale si scaturiscano. Così, abbiamo contattato il capogruppo di Luino 2010, Vincenzo Liardo, e Diego Intraina, del circolo SEL di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca, che hanno espresso le proprie opinioni.
Le critiche di Vincenzo Liardo al progetto di Palazzo Verbania. ”Io credo che il progetto presentato per il Palazzo Verbania – - spiega Vincenzo Liardo -sia carente di disposizioni politiche sull’utilizzo dell’edificio da parte di tutti. I miei dubbi sorgono per la suddivisione degli spazi al suo interno, per una sala conferenze che vedrà diminuire la propria capienza ed il posizionamento degli spazi commerciali, che, oltretutto, andrebbero a sacrificare largamente gli spazi espositivi. A venir meno, però, sono state le indicazioni da parte della nostra politica che, secondo il mio parere, avrebbe dovuto cercare un equilibrio migliore, al fine di trovare una migliore destinazione commerciale, espositiva e commerciale. Il recupero di Palazzo Verbania è stato viziato, nonostante la giusta volontà di recuperare uno stabile importante per il patrimonio pubblico storico, dimenticandosi di coniugarlo al meglio in base alle necessità della città. A me pare che il progetto mal si presti all’utilizzo che se ne vuole fare, nonostante tutti i vincoli di cui è gravato. Credo fortemente che il rischio sia quello di ottenere un mausoleo. Da un punto di vista tecnico, gli architetti non hanno trovato un grande valore artistico, nulla di storicamente rilevante. Si potrebbe anche parlare dell’assenza di parcheggi in quest’area ed anche della fruibilità che potrebbero averne cittadini e turisti. Un book-shop al piano terra ed un caffé letterario al primo piano potrebbe sollevare ulteriori perplessità, come le domande che sono state fatte da alcuni ristoratori agli architetti nel corso della conferenza. Attualmente, inoltre, le opere di Vittorio Sereni sono custodite a Villa Hussy, un edificio di pregio di Luino. Non vorrei che Palazzo Verbania diventasse una duplicazione della Bibilioteca Comunale di ‘Villa Hussy’. Io sono molto preoccupato, non perchè Palazzo Verbania non sarebbe dovuto essere riqualificato, ma per l’indirizzo che se ne é voluto dare. Personalmente avrei analizzato, studiato ed elaborato la possibilità di utilizzo di questo immobile insieme alla Camera di Commercio, per scopi diversi. Spero vivamente che sia possibile modificare il progetto, anche se ci è stato presentato dopo l’avvio della gara di appalto per l’assegnazione dei lavori”.
La posizione di SEL Luino sul progetto di Palazzo Verbania, nelle parole di Diego Intraina. “È pericoloso applicare strutture ideologiche alla città – spiega Diego Intraina – perché si rischia di cadere in situazioni difficilmente sostenibili sia economicamente, funzionalmente e anche da un punto di vista urbanistico. È il caso della decisione applicata al Palazzo Verbania a Luino dall’esecutivo Pellicini; maggioranza che ha deciso di utilizzare le già scarse risorse a loro disposizione per realizzare spazi che sin dall’inizio si riconoscono come funzionalmente limitati, inefficienti e inefficaci a livello di razionalità gestionale. Questa amministrazione è partita dal presupposto condivisibile che tale struttura dovesse rimanere aperta al pubblico in ricordo di “memorie antiche”: luogo dove quotidianamente si incontravano mitici poeti luinesi e dove si sono svolti tutti gli eventi che hanno contribuito negl’ultimi quarant’anni alla crescita socio-culturale e politica della città. Ma se questa è una nobile causa, non sono altrettanto appropriate le funzioni oggi individuate per la sua rigenerazione. Non e’ possibile giustificare alcune funzioni sapendo che queste saranno viziate da condizioni fisiche e strutturali irrisolvibili”.
Il progetto di Palazzo Verbania, in riferimento ai problemi ed ai vincoli imposti dalla Sovrintendenza. ”Se i vincoli imposti dalla sovraintendenza per la salvaguardia dell’edificio – continua Intraina – non sono compatibili con le funzioni individuate, non è serio insistere a volerle localizzare lì: se non e’ possibile da insonorizzare una sala polivalente (concerti, convegni o altro) dai rumori delle intemperie, vento, onde o altro che molto spesso interagiscono con l’edificio, è inopportuno insistere nel giustificare l’intervento, asserendo che questo problema non e’ un problema perché sempre esistito. Queste decisioni irresponsabili condannano o hanno condannato, nel frattempo, altre opportunità, strutture sicuramente più adatte a svolgere tali compiti; faccio solo un esempio: cinema Pellegrini che, infrastruttura altrettanto legata alle memorie dei luinesi, sarebbe risultato più idoneo sia dal punto di vita della capienza, per la qualità funzionale ricercata e per la logistica parcheggi (cento posti ex area calzaturificio Borri) e, non dimentichiamoci, per rivalorizzare un centro storico da anni in continua sofferenza. Comunque questa è un’altra storia che dovrà imporrà delle precise responsabilità politiche”.
I dubbi di Intraina sul traffico e su potenziali progetti futuri nel centro di Luino. “Un’altra sofferenza che impone questa scelta – spiega Intraina – è quella di aumentare il carico già alto di mobilità in un’area già oggi congestionata; il cinema Pellegrini, o l’ampliamento dell’attuale Biblioteca, altra soluzione ideale possibile e maggiormente auspicabile, avrebbero potuto usufruire di strutture logistiche più idonee, visto che anche per la seconda si sarebbe potuto usufruire di maggiori alternative: pochi minuti da un potenziale parcheggio (area Visnova) più volte citato nei documenti nel PGT come strategico. Sorge allora un dubbio: non e’ che il Palazzo Verbania serva per giustificare un assurdo autosilo centrale che comprometterebbe una definitiva pedonalizzazione o alleggerimento del traffico nel triangolo commerciale luinese? Mi riferisco al triangolo tra via Vittorio veneto, XV agosto e XXV aprile”.
Le critiche per il progetto “commerciale” dietro alla riqualificazione di Palazzo Verbania. “Inoltre, la decisione forzata d’utilizzare la grande terrazza che come si è potuto capire non era poi la “terrazza” della poesia di Sereni, ha portato alla decisione d’inserire al primo piano un modesto bar-ristorante che non avrà mai alcun interesse commerciale. Questa funzione, giustificabile dalla memoria, è stata evidentemente individuata sia per garantire l’accesso continuo all’edificio, ma anche per possibili introiti economici; peccato che il sindaco a queste considerazioni, anche di un noto ristoratore che ha denunciato l’inadeguata condizione e pertanto la sua scarsa attrattiva economica, abbia risposto che tale bar ristorante potrebbe essere gestito dagli allievi del Centro di Formazione Professionale. Noi allora ci chiediamo: questa gestione garantirà continuità d’apertura anche serale oltre che festiva; soprattutto, riuscirà a contribuire alle coperture finanziarie con il relativo rientro economico necessario sostenibile per garantire l’operazione”.
La proposta di SEL Luino di qualche anno fa con alcuni suggerimenti per l’utilizzo di Palazzo Verbania. “Qualche anno fa – conclude Intraina – ci eravamo permessi di suggerire che la funzione, che potesse garantire continuità d’uso della struttura, potesse essere quella di inserire un bar-ristorante affiancato alla localizzazione dell’ufficio turistico; queste, per maggior interesse commerciale, le proponevamo localizzate al piano terra-rialzato andando a rinunciare all’inefficacie e inefficiente sala concerti e conferenze; il primo/secondo piano lo si sarebbe potuto destinare ad articolati spazi espositivi (la mansarda ad uno archivio): tutte queste funzioni integrate sarebbero già state sufficienti per arricchire l’offerta qualitativa del lungolago. Per quanto riguarda invece l’archivio Sereni e Chiara (bene comune d’interesse sovracomunale) proponevamo l’utilizzo momentaneamente della vecchia sede della Comunità Montana in attesa di un auspicabile e definitivo ampliamento dell’attuale Biblioteca Comunale, luogo sicuramente più adatto ad una funzione letteraria e ad ospitare una sala concerti e conferenze (almeno 200/250 posti a sedere) che oltretutto si troverebbero posizionati e dialogare, in caso di iniziative importanti, con il vicino “cinema sociale” sala da 500 posti. Sicuramente questa concentrazione di funzioni potrebbe garantire una più interessante sinergia, portare ad una migliore razionalizzazione e agio gestionale, con evidenti risparmi alle finanze Comunali.”
Queste le parole di Vincenzo Liardo e Diego Intraina, che hanno criticato così i lavori previsti dal progetto di Palazzo Verbania, che prenderanno il via il prossimo mese di aprile, mentre la conclusione dovrebbe avvenire nel 2016. Sarà importante, dopo la presentazione del progetto architettonico, capire in che modo si agirà sul fronte culturale. Durante la presentazione si è parlato molto dell’interazione e del lavoro degli studenti luinesi, per quanto riguarda l’attività dei laboratori didattici. La presentazione del progetto culturale avverrà, infatti, nei prossimi mesi, e siamo sicuri che anche in quel caso ci sarà da discutere.