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Lukas – Deathropolis #1

Creato il 24 marzo 2014 da Narratore @Narratore74

28649006_una-tavola-di-lukas-credits-sergio-bonelli-editore-0Cosa volete che vi dica?
Il mondo è strano, non mi stancherò mai di dirlo.
Quindi non dovrebbe suonare troppo distorto che, dopo anni di disintossicazione dalle produzioni della Bonelli, in questi ultimi mesi sia finito per ricaderci di nuovo.

Mi sento un alcolista che non sa stare lontano dalla bottiglia…

Ma tant’è, quindi andiamo a vedere cosa nasconde l’ultimo nato della casa fumettistica più famosa e discussa del nostro paese.

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Lukas si presenta fin da subito con un taglio grafico decisamente classico. Tinte scure, tratti spigolosi e un’atmosfera decisamente cupa, come si addice al contesto.
Sì, perché Lukas parla nientemeno che di morti viventi (ancora…), però dalla sua ha che i cadaveri deambulanti che ci vengono mostrati non sono quelli più classici, tutti mugugni e lentezza strascicata.
No, i cosiddetti Ridestati hanno ancora il dono della parola, dell’intelletto e del ragionamento. La loro forza è smisurata, se confrontata con quella degli umani ancora in vita, e possono reggere ferite mortali senza battere ciglio (bella fatica, sono già morti!).
Ah, sì, possono anche mimetizzarsi fra i vivi, al punto che diventa impossibile riconoscerli da una semplice occhiata.
È rimasta la fame, che però li fa sembrare più un incrocio fra dei vampiri che zombie veri e propri.

Ebbene, il Lukas del titolo è proprio il protagonista (certo che alla Bonelli dovrebbero fare un corso sull’originalità dei titoli) che si ridesta dal suo loculo, senza uno straccio di ricordo che gli dica chi è e da dove viene. E nemmeno dove andare, visto che vaga in giro senza meta fino a quando non incontra il suo primo amico.
E questa, signori miei, è tutta la trama…

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Sì, c’è qualcos’altro, ma nulla di così trascendentale o che faccia gridare al miracolo. Tutto gira attorno a Lukas, ai suoi ricordi (o, per meglio dire, alla mancanza di questi) e a quanto la città in cui si svolgono gli eventi sia brutta, sporca e cattiva, lato, questo, mostrato davvero egregiamente, con picchi di crudeltà davvero interessanti.
Peccato che questo lo avessero già fatto Carlos Meglia e Carlos Trillo in quel capolavoro che risponde al nome di Cybersix

Ridestati che si fingono umani, cattivi che tramano nell’ombra, lo stesso Lukas che sembra un passerotto che ha appena lasciato il nido, per poi dimostrarsi di essere in grado di declamare una bella ramanzina su quanto sia poco etico mangiare carne umana e di come questo porti poi all’annullamento di se stessi.
A detta degli autori, come si legge nell’editoriale, lo sviluppo della trama avverrà su due stagioni di dodici albi ciascuna. Un totale di due anni che dovrebbero, alla fine, dirci chi è Lukas e qual è il suo destino.

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Vale la pena acquistarlo?
Be’, anche solo per i disegni un sì se lo merita. Vero anche che la trama, per ora, non è che dica molto e non brilla certo per originalità. Anzi, pare un buon rimaneggiamento di robe già viste o sentite. Anche l’ambientazione, che devo ammettere è davvero riuscitissima, rischia, proprio in virtù della sua cupezza, di stancare presto.
Per il momento ho deciso di andare avanti, almeno i primi tre numeri per vedere se la trama si evolve.
Staremo a vedere…

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