Tu, silenziosa luna, pagina intonsa del mio scartafaccio,
su cui scrivo, come l’antico poeta, messaggi con grafia nervosa.
Tu, tela bianca, dove nel silenzio
sublime della notte la tavolozza dei miei
sentimenti rovescia grumi di colore .
Tu spartito dove le note ballerine s’ingegnano a comporre una melodia :
perché evadi, sorniona, le mie domande?
In un dialogo muto rimango per ore ad osservarti
e immagino ,con l’occhio dell’anima, distese brulle e sconfinate,
monti, altipiani, vallate, fiumi, torrenti, spiagge deserte,
alberi che nel buio fitto svettano cercando il cielo in tutta
la loro sensuale esuberanza, animali avvolti finalmente
dal silenzio della notte nel loro meritato riposo.
E un volto amico.
Allora, per lenire la mia pena, conto le ore vuote che
mi separano dalle luci dell’alba.
Un’alba che,al termine del suo viaggio, a notte fonda,
quando le stelle d’agosto rifaranno capolino dalla volta celeste
mi riproporrà gli stessi quesiti….e, ancora una volta, senza risposta.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)